Prorogato, dall'art. 1 co. 138 della legge di Bilancio 2024 (L. n. 213/2023), il pensionamento con Opzione donna: si tratta, lo ricordiamo, di una pensione anticipata agevolata raggiungibile dalle sole lavoratrici (art. 16 D.L. n. 4/2019), calcolata con sistema interamente contributivo. Ma quali sono i requisiti da soddisfare per beneficiare di questa facoltà e, soprattutto, avvalersi della misura è conveniente? Osserviamo nel dettaglio la disciplina relativa al trattamento pensionistico. Proroga di Opzione donna: requisiti Per avvalersi di Opzione donna, è innanzitutto necessario aver maturato 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023. Il requisito contributivo, per la generalità delle lavoratrici del settore privato, deve essere considerato al netto dei periodi di disoccupazione, infortunio e malattia, come per la generalità delle pensioni di anzianità e anticipate (art. 22, co. 1, legge n. 153/1969; circ. INPS n. 180/2014). Non è possibile conseguire il requisito in regime di cumulo, salvo il cumulo interno all’Assicurazione generale obbligatoria (che consente di sommare la contribuzione accreditata presso Il Fondo pensione dei lavoratori dipendenti e presso le gestioni speciali degli Artigiani, dei Commercianti e dei Lavoratori agricoli autonomi, legge n. 233/1990). Per quanto riguarda i requisiti anagrafici, entro il 31 dicembre 2023, è necessario aver compiuto: - 61 anni di età, nella generalità dei casi; - 60 anni di età, per le donne con un figlio; - 59 anni, per le donne con due o più figli o per le appartenenti alle categorie delle lavoratrici o licenziate da imprese in crisi. Beneficiarie È importante chiarire che non tutte le lavoratrici possono avvalersi di Opzione donna, ma soltanto coloro che appartengono alle seguenti categorie: - invalide dal 74%; - caregivers, ossia coloro che assistono, al momento della richiesta e da almeno 6 mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente, con handicap in situazione di gravità (art. 3, co. 3, legge n. 104/1992), oppure, in ipotesi specifiche, un parente o un affine di secondo grado convivente; - lavoratrici o licenziate da imprese in crisi: si tratta di dipendenti, il cui rapporto può risultare ancora in corso o cessato, da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d'impresa (art. 1, co. 852, legge n. 296/2006). Verifica dell’appartenenza alle categorie destinatarie dell’opzione Per quanto riguarda le condizioni soggettive, necessarie per l’appartenenza alle categorie beneficiarie di Opzione donna, la verifica deve avvenire al momento della presentazione della domanda di pensione (circ. INPS n. 25/2023). Ad esempio, per le lavoratrici dipendenti da imprese in crisi, è necessario che il tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale risulti attivo al momento della presentazione della domanda di pensione. Per le caregiver, è necessario compilare, unitamente all’istanza di pensionamento, un’autodichiarazione in cui si afferma di assistere e di convivere da almeno 6 mesi con un soggetto affetto da handicap grave, tra quelli indicati dalla legge. Periodi di finestra All’Opzione donna si applicano le finestre mobili di attesa di cui all’art. 12, co. 2, D.L. n. 78/2010. Pertanto, le lavoratrici dipendenti e autonome, al perfezionamento dei requisiti anagrafici e contributivi richiesti dalla norma, conseguono la pensione decorsi: - 12 mesi dalla data di maturazione dei previsti requisiti, nel caso in cui il trattamento pensionistico sia liquidato a carico delle forme di previdenza dei lavoratori dipendenti; - 18 mesi dalla data di maturazione dei previsti requisiti, nel caso in cui il trattamento sia liquidato a carico delle Gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi. Valutazione di convenienza Il notevole anticipo offerto da Opzione donna “si ripaga” con il ricalcolo contributivo dell’assegno, ricalcolo normalmente penalizzante. Non esiste una percentuale di decurtazione fissa, ma il taglio varia in base alla situazione previdenziale dell’interessata. Osserviamo, a tale proposito, ad esempio, la situazione di una lavoratrice, caregiver, con una carriera recante uno stipendio in crescita lenta ma costante, sino ad arrivare a oltre 30.000 euro come ultimo imponibile previdenziale (anno 2023). Pensionandosi il 1° febbraio 2024 con Opzione donna, ottiene un assegno pari a 960,95 euro lordi mensili. La pensione teorica con calcolo misto, alla stessa data, sarebbe risultata pari a 1.057,05 euro lordi. Attendere la pensione anticipata ordinaria (art. 24, co. 10, D.L. n. 201/2011), al 1° novembre 2027, porterebbe a un importo della pensione pari a 1.394,17 euro, considerando la continuazione dell’attività lavorativa in linea con la precedente carriera, con una crescita del reddito lenta ma costante. Attendere la pensione di vecchiaia ordinaria, al 1° dicembre 2029, con la medesima progressione di carriera, porterebbe a un importo dell’assegno pensionistico addirittura pari a 1.647,77 euro. Stipendi in crescita lenta ma costante Tipologia di trattamento Condizioni Importo mensile lordo Differenza mensile lorda con Opzione donna Decorrenza Opzione donna Importo maturato alla data attuale, con calcolo interamente contributivo 960,95 euro 01/02/2024 Pensione teorica Importo maturato alla data attuale, con calcolo misto 1.057,05 euro + 96,10 Pensione anticipata ordinaria Importo maturato a seguito della continuazione dell’attività lavorativa 1.394,17 euro +433,22 01/11/2027 Pensione di vecchiaia ordinaria Importo maturato a seguito della continuazione dell’attività lavorativa 1.647,77 euro + 686,82 01/12/2029 In base a quanto esposto, Opzione donna comporta una perdita che, in parte, è dovuta al ricalcolo contributivo (come si può osservare dall’importo di pensione maturato con calcolo misto alla stessa decorrenza di Opzione donna), ma che è altresì dovuta all’anticipo nell’uscita dal lavoro. Posticipare la permanenza in servizio, nel caso di specie, comporta una retribuzione media pensionabile più elevata, grazie alla rivalutazione degli stipendi e alla crescita degli stessi, nonché maggiori versamenti, quindi, un montante contributivo più alto. Ma ecco che cosa succederebbe nell’ipotesi in cui vi sia un calo di retribuzione al termine della carriera, ipotizziamo un imponibile previdenziale pari ad euro 20.000 dal 2024 in avanti. Stipendi in calo dal 2024 Tipologia di trattamento Condizioni Importo mensile lordo Differenza mensile lorda con Opzione donna Decorrenza Opzione donna Importo maturato alla data attuale, con calcolo interamente contributivo 960,95 euro 01/02/2024 Pensione teorica Importo maturato alla data attuale, con calcolo misto 1.057,05 euro + 96,10 Pensione anticipata ordinaria Importo maturato a seguito della continuazione dell’attività lavorativa 1.273,13 euro +312,48 01/11/2027 Pensione di vecchiaia ordinaria Importo maturato a seguito della continuazione dell’attività lavorativa 1.429,24 euro + 468,59 01/12/2029 In quest’ultimo caso, anche se la differenza, rispetto a una continuazione nella crescita della carriera, è attenuata per via del meccanismo di neutralizzazione che, almeno in parte, evita il crollo della retribuzione media pensionabile, si evidenzia come le quote di pensione calcolate con sistema retributivo possano subire dei decrementi a seguito delle variazioni nei redditi. Decrementi che invece non si subiscono con il calcolo integralmente contributivo, in quanto il montante dei versamenti non può diminuire, ma solo aumentare. Pertanto, in alcuni casi, l’adesione a Opzione donna può costituire un’opportunità, ferme restando le difficoltà legate alla ristrettezza della platea delle destinatarie.