IVA: nuove regole per la dichiarazione d’intento

Con la circolare n. 4 del 7 aprile 2020, Assonime esamina le modifiche apportate dal c.d. “Decreto crescita” e dal relativo provvedimento di attuazione alla disciplina delle dichiarazioni d’intento, che attestano la volontà degli esportatori abituali di acquistare o importare beni e servizi senza applicazione dell’IVA. Novità La nuova normativa ha eliminato in capo agli esportatori abituali l'obbligo di consegnare ai propri fornitori le dichiarazioni d'intento con la ricevuta dell’avvenuta presentazione delle stesse all'Agenzia delle entrate, facendo venir meno anche l'obbligo, in capo ai fornitori, di riepilogare nelle proprie dichiarazioni annuali IVA i dati contenuti nelle dichiarazioni d'intento ricevute. In caso di importazione, invece, i dati in questione devono essere indicati dall'importatore nella bolletta doganale. Le semplificazioni introdotte si traducono sinteticamente: - per l’esportatore, nell’eliminazione dell’obbligo di redigere le dichiarazioni d’intento in duplice esemplare, di numerarle progressivamente, annotarle in apposito registro e conservarle; - per il fornitore o prestatore, nell’eliminazione dell’obbligo di numerare progressivamente le dichiarazioni d’intento ricevute, di annotarle in apposito registro e conservarle. Inoltre il fornitore non è più tenuto a riepilogare i dati delle dichiarazioni d’intento ricevute nella propria dichiarazione annuale. L’Agenzia delle Entrate ha disposto che i fornitori indicati dagli esportatori abituali nelle dichiarazioni d’intento, potranno consultare le informazioni trasmesse all’Amministrazione finanziaria entrando direttamente nel proprio “cassetto fiscale” attraverso i servizi telematici offerti dalla stessa e quindi indicare, nella fattura successivamente emessa, gli estremi di tale protocollo. Nuovo modello L’Agenzia delle Entrate ha modificato anche il modello aggiornandolo alle nuove disposizioni. In particolare, nel nuovo modello, non deve essere indicato: - il numero e l’anno di riferimento della dichiarazione; - il numero attribuito alla dichiarazione medesima dal fornitore o prestatore, e l’anno di riferimento; - l’indicazione che, per la consegna al fornitore della dichiarazione, era ammessa la stampa della stessa, ad esclusione, però, del quadro A relativo al plafond. Sanzioni Il nuovo sistema prevede un inasprimento delle sanzioni a carico dei fornitori o prestatori degli esportatori abituali, stabilendo l'applicazione di una sanzione proporzionale (dal 100 al 200 per cento dell'imposta) per i casi in cui le operazioni senza addebito del tributo risultino da esso effettuate prima di avere riscontrato in via telematica l'avvenuta presentazione all'Agenzia, da parte dell'esportatore abituale, della dichiarazione d'intento. Decorrenza della nuova disciplina Assonime ritiene che resta confermata l’inefficacia della nuova disciplina nel periodo intercorrente tra il 1° gennaio 2020 (data a partire dalla quale avrebbe dovuto trovare applicazione l’art. 12-septies del decreto-legge n. 34 del 2019 in base alle previsioni della norma stessa) e il 2 marzo 2020, data a partire dalla quale ai sensi dell’art. 1 del provvedimento attuativo, i fornitori o prestatori possono venire a conoscenza di eventuali dichiarazioni d’intento ricevute consultando il proprio cassetto fiscale. Fattura elettronica Assonime evidenzia che con il recente aggiornamento delle specifiche tecniche di trasmissione delle fatture elettroniche, è stato introdotto, fra l’altro, il nuovo codice N3.5, da utilizzarsi per indicare l’emissione di fatture relative ad operazioni non imponibili a seguito di dichiarazioni d’intento. Tale specifico codice potrà essere utilizzato in via facoltativa nelle fatture emesse dal prossimo 4 maggio, mentre dovrà essere obbligatoriamente indicato nelle fatture emesse dal 1° ottobre 2020. Sospensione dei termini per gli adempimenti Assonime ritiene che tra gli adempimenti sospesi con il decreto “Cura Italia”, emanato per far fronte all’emergenza sanitaria causata dal virus COVID-19, non possa comprendersi anche la trasmissione all’Agenzia delle entrate, da parte degli esportatori abituali, delle dichiarazioni d’intento. Tale adempimento, infatti, è stato previsto per consentire agli esportatori di usufruire di un beneficio: quello di poter acquistare beni e servizi non gravati da IVA, nei limiti del plafond disponibile. Sarebbe utile per gli operatori che si pronunciasse l’Agenzia delle entrate al fine di fornire i dovuti chiarimenti.

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