Obbligo del contraddittorio preventivo col Fisco: gli atti esclusi

Il decreto del 24 aprile 2024 firmato dal viceministro all’Economia, Maurizio Leo, chiarisce quali sono gli atti del fisco esclusi dal contraddittorio preventivo, un cambiamento significativo per professionisti e addetti ai lavori. Esso si collega alle modifiche introdotte con il decreto delegato sullo Statuto del contribuente (D.Lgs. 219/2023) e il decreto sull’accertamento (D.Lgs. 1/2024), completando il quadro normativo in questo ambito. Il decreto identifica 14 tipologie di atti esclusi dal contraddittorio preventivo, raggruppandoli in tre macro aree: atti automatizzati e sostanzialmente automatizzati: questi includono le procedure che non richiedono un intervento umano significativo; atti di pronta liquidazione: si riferisce agli atti che riguardano decisioni rapide e dirette su questioni fiscali; atti di controllo formale delle dichiarazioni: verificano la conformità delle dichiarazioni senza necessariamente entrare nel merito delle informazioni fornite. Tra gli atti esclusi si trovano anche: gli accertamenti parziali automatizzati, come quelli derivanti da incroci di dati. Ad esempio, nel 2022 le Entrate hanno effettuato circa 177.500 di questi accertamenti, segnando un incremento del 300% rispetto all’anno precedente; gli accertamenti catastali che riguardano l’iscrizione e la cancellazione delle annotazioni di riserva alle intestazioni catastali; le comunicazioni da controlli automatici delle liquidazioni, note come “36-bis” per le dirette e “54-bis” per l’IVA. Prima però di verificare quali sono gli atti dell’Agenzia delle Entrate senza contraddittorio preventivo vediamo, più nel dettaglio, cos’è questa procedura, quali sono i suoi tempi e come funziona. Come funziona il contradditorio preventivo Il contraddittorio preventivo è regolato dall’articolo 6-bis dello Statuto dei contribuenti, che prescrive che tutti gli atti autonomamente impugnabili dinanzi agli organi di giustizia tributaria debbano essere preceduti da un confronto tra le parti, che sia informato ed effettivo, non un formale adempimento burocratico privo di alcun valore sostanziale. Il contraddittorio preventivo rappresenta, infatti, un momento fondamentale di dialogo tra l’Amministrazione finanziaria e il contribuente, che si deve svolgere prima dell’emissione di un atto impositivo (un accertamento fiscale). Questa procedura è volta a garantire il diritto di difesa del contribuente, permettendogli di comprendere le motivazioni dell’Amministrazione e di esprimere le proprie argomentazioni o presentare documenti a sua difesa. Vediamo, più nel dettaglio, come funziona il contraddittorio preventivo. Prima di emettere un atto impositivo, l’Agenzia delle Entrate invia al contribuente uno “schema di atto”. Questo documento notifica al contribuente le motivazioni dell’imminente azione fiscale e lo invita a presentare osservazioni e documenti entro 60 giorni, sia in forma scritta che telematica. È possibile anche richiedere un incontro diretto presso l’ufficio competente, durante il quale verrà redatto un verbale. Il contribuente ha il diritto di accedere al fascicolo amministrativo per consultare le prove e le motivazioni su cui si basa l’azione dell’Amministrazione finanziaria. Questo accesso consente una difesa informata e basata su elementi concreti. Dopo aver valutato le osservazioni del contribuente, l’Agenzia delle Entrate può decidere di: accogliere le osservazioni, annullando l’atto impositivo; modificare l’atto, riducendo la pretesa fiscale; confermare l’atto impositivo come proposto originariamente. L’atto di accertamento può essere formalmente emesso solo dopo la scadenza del termine di 60 giorni previsto per il contraddittorio. Conseguenze della mancata attuazione del contraddittorio Se l’Amministrazione non rispetta la procedura del contraddittorio preventivo, il contribuente ha il diritto di impugnare l’atto di accertamento presso la Corte di Giustizia Tributaria, richiedendone l’annullamento. Questo garantisce che il processo tributario rispetti i principi di giustizia e trasparenza, tutelando i diritti del contribuente. Atti dell’Agenzia delle Entrate non soggetti a contraddittorio preventivo Atti automatizzati e sostanzialmente automatizzati ruoli e le cartelle di pagamento, gli atti di intimazione di pagamento (*) e ogni altro emesso da Agenzia Entrate - Riscossione per il recupero dei carichi affidati; accertamenti parziali e gli atti di recupero (articolo 38-bis del d.P.R. 600/1973) predisposti esclusivamente sulla base dell’incrocio di dati; atti di intimazione autonomi (articolo 29 del D.L. 78/2010) e gli atti di intimazione emessi per decadenza dalla rateazione; atti di accertamento per omesso, insufficiente o tardivo versamento dei seguenti tributi e irrogazione delle relative sanzioni: tasse automobilistiche erariali; addizionale erariale della tassa automobilistica; tasse sulle concessioni governative per il servizio radiomobile pubblico terrestre di comunicazione; imposta parametrata al numero di grammi di biossido di carbonio emessi per chilometro dai veicoli; accertamenti catastali per l’iscrizione e la cancellazione delle annotazioni di riserva alle intestazioni catastali; avvisi di liquidazione per decadenza delle agevolazioni fiscali, ai fini delle imposte di registro, ipotecarie e catastali; avvisi di liquidazione per recupero delle imposte di registro, ipotecarie e catastali a seguito di rettifica; avvisi di pagamento per omesso, insufficiente o tardivo versamento dell’accisa o dell’imposta di consumo dovuta sulla base delle dichiarazioni, dei dati relativi alle contabilità nonché dei documenti di accompagnamento della circolazione; avvisi di pagamento per indebita compensazione di crediti di accisa ovvero per omesso, insufficiente o tardivo versamento di somme e di diritti dovuti. Atti di pronta liquidazione comunicazioni degli esiti del controllo automatizzato (36-bis del d.P.R. 600/1973); comunicazioni degli esiti dei controlli previsti dagli articoli 54-bis, 54-ter e 54-quater del d.P.R. 633/1972; avvisi di liquidazione dell’imposta, nonché di irrogazione delle sanzioni, per i casi di omesso, insufficiente o tardivo versamento, omessa o tardiva registrazione degli atti e tardiva presentazione delle relative dichiarazioni, dei seguenti tributi: imposta di registro; imposte ipotecaria e catastale e tasse ipotecarie; imposta sulle successioni e donazioni; imposta sui premi delle assicurazioni; imposta sostitutiva sui finanziamenti; imposta di bollo; tributi speciali (**); inviti al pagamento del contributo unificato e irrogazione delle sanzioni per i casi di omesso, insufficiente o tardivo versamento. Atti di controllo formale delle dichiarazioni Ogni atto emesso dall’Amministrazione finanziaria a seguito di un riscontro formale dei dati contenuti nelle dichiarazioni presentate dai contribuenti o dai sostituti d’imposta con i documenti che attestano la correttezza dei dati dichiarati (***). (*) Atti previsti dall’articolo 50, comma 2, e dagli articoli 77 e 86 del d.P.R. 602/1973 (**) Tabella A allegata al D.L. 533/1954 (***) La definizione determina l’esclusione dal contraddittorio preventivo di tutti gli atti da controllo formale in base all’articolo 36-ter del d.P.R. 600/1973 Considerazioni finali Il decreto sottolinea che, nonostante queste esclusioni, restano valide altre forme di contraddittorio, di interlocuzione preventiva e di partecipazione del contribuente al procedimento amministrativo, come previsto dall’ordinamento tributario. Pertanto, anche se certi atti sono esclusi dal contraddittorio preventivo, il contribuente mantiene diverse vie per interagire e influenzare i procedimenti fiscali. Questo sistema mira a equilibrare l’efficienza amministrativa con i diritti dei contribuenti, assicurando che la trasparenza e la giustizia rimangano al centro del processo fiscale.

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