Tra le novità più interessanti introdotte dal decreto fiscale (D.L. n. 124/2019 convertito in l. n. 157/2019) collegato alla legge di Bilancio 2020 (l. n. 160/2019) è presente la nuova RC auto familiare che, in tema di responsabilità civile per la circolazione dei veicoli, ritocca il meccanismo del bonus/malus prevedendo nuove modalità di assegnazione delle classi di merito, con riferimento alle polizze individuali inserite all’interno di un nucleo familiare. Nuova disciplina della RC auto familiare In particolare, l’art. 55-bis del decreto fiscale - modificando l'art. 134 del Codice delle assicurazioni private (D.Lgs. n. 209/2005) - ha esteso l'obbligo previsto per l’impresa di assicurazione di assegnare al contratto relativo a un ulteriore veicolo, anche di diversa tipologia (in precedenza, “della medesima tipologia”), la stessa classe di merito risultante dall’ultimo attestato di rischio conseguito sul veicolo già assicurato, anche in tutti i casi di rinnovo di contratti già stipulati in precedenza (e non solo, come era già previsto, per la stipula di un nuovo contratto). Si viene così a stabilizzare una sorta di “assicurazione unica di famiglia”, in base alla quale, per il contratto di un nuovo veicolo (auto o moto), le compagnie assicurative dovranno assegnare la classe di merito più vantaggiosa fra quelle dei veicoli già posseduti in famiglia, come risulta dall'ultimo attestato di rischio del veicolo già assicurato, ma solo nel momento della scadenza della polizza e a patto che la persona fisica interessata al rinnovo non sia responsabile esclusivo, principale o paritario di un sinistro da almeno cinque anni. L’entrata in vigore della previsione riguardante la RC auto familiare è stata differita al 16 febbraio 2020, dal decreto Milleprorghe (D.L. n. 162/2019). Questa la misura in sintesi, vediamo adesso più in dettaglio alcuni aspetti di interesse legati alla sua applicazione concreta e alle relative conseguenze economiche. Proroga al 16 febbraio 2020 L’art. 12, comma 4, del D.L. 162/2019 – attualmente in corso di conversione in legge (A.C. 2325) – ha previsto la proroga dell’entrata in vigore della disciplina della RC auto familiare al 16 febbraio 2020. Questo ulteriore periodo – spiega la relazione illustrativa del provvedimento - viene inteso quale “tempo minimo” necessario per l’adeguamento tecnologico dei sistemi di tariffazione ed emissione delle polizze: il differimento si basa, infatti, sulla circostanza che “il processo di vendita delle polizze assicurative, nei suoi vari canali (presso gli intermediari o agenti e su internet delle compagnie online) avviene in modalità totalmente informatizzata, sulla base di sistemi software estremamente complessi e soggetti a tempi di riprogettazione, sviluppo, crash test e certificazione finale”. Da qui, l’esigenza di dare più tempo alle compagnie per adeguare i processi tecnologici alla nuova previsione. Come funziona e quanto si risparmia Nel 2005, l'ISVAP (Istituto per la vigilanza delle assicurazioni) ha elaborato 18 “classi di merito universali” (CU), una sorta di misuratore del livello di sinistrosità del proprietario del veicolo: quando si sottoscrive un contratto di assicurazione ex novo, le compagnie attribuiscono al nuovo assicurato la CU 14, che comporta il pagamento di un premio certamente più elevato di una prima classe: se non si fanno incidenti in un anno, scatta un bonus e dalla classe 14 si scende in 13 e così via, in caso di incidenti scatta il malus, avanzando stavolta di due classi alla volta (dalla 14 alla 16). Il Codice delle assicurazioni private – grazie alle modifiche del pacchetto Bersani – già prevedeva che in caso di acquisto di un veicolo aggiuntivo, sia nuovo che usato, il titolare della polizza o un suo familiare potessero beneficiare della classe di merito più favorevole, sia rimanendo con la “propria” assicurazione sia andando con un’altra compagnia assicurativa. Adesso, con la nuova disciplina, la possibilità di “ereditare” la classe di merito più favorevole tra quelle esistenti in famiglia, sia quando si stipula una nuova polizza sia pure quando si rinnovano quelle esistenti – e per giunta, qualunque sia il tipo di veicolo che si vuole assicurare – porterà secondo alcune stime a un risparmio compreso fra il 30% e il 40% sulle polizze Rc auto: cifra che potrebbe salire ancora di più nel caso in cui, ad esempio, nel nucleo familiare ci sia un motorino in “CU 14” e un’auto in prima, con il figlio che prende la classe virtuosa del padre. Effettivamente, “giocando” in rete a simulare i costi gravanti sui consumatori con i siti di comparazione dei prezzi, si arrivano a risultati che prospettano risparmi per le famiglie fino a 1.000 euro l’anno sulla polizza. Perché le polizze potrebbero aumentare Quella che da alcuni esponenti politici della maggioranza di Governo è stata additata come una vera e propria rivoluzione nella Rc auto per il grande risparmio di cui beneficeranno le famiglie, è stata criticata fin da subito da Codacons e ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici) come in particolare Umberto Guidoni, responsabile della Direzione Business di ANIA, che ha piuttosto parlato di vittoria di Pirro: “Questo significa che ci sarà qualcuno che pagherà di meno e qualcuno pagherà di più. Secondo Guidoni, “Se i costi rimangono inalterati e la raccolta premi, cioè il volume delle entrate delle imprese di assicurazione, diminuisce, significa che le imprese non si potrebbero sostenere. Per evitare che questi premi gravino su pochi è necessario andare a redistribuirli su tutti”. Anche Codacons ha paventato “un aumento generalizzato dei prezzi assicurativi. Il Governo deve correre ai ripari, prevedendo misure per impedire rialzi delle polizze e sanzioni pesanti contro le speculazioni legate all’Rc auto familiare”. Un effetto discriminatorio, addirittura si avrebbe, secondo l’ANIA per i single e i possessori di un solo veicolo i quali “non potrebbero avvalersi delle nuove agevolazioni. Nessuna equa ridistribuzione degli oneri e dei costi, quindi”. Inoltre, secondo i dati di una ricerca GfK Eurisko sul retail 2019, in percentuale, su 26 milioni di famiglie, sarebbero molto poche quelle che possiedono due auto (27%) o tre/quattro (solo il 4%): il 15% non ha proprio un’autovettura mentre solo il 54% ne possiede una sola. Dunque, la nuova disciplina favorirebbe le famiglie pluripossessori, pari a più di 8 milioni e dato che l’80% ha già la classe di merito più bassa, l’effetto benefico favorirebbe solo 2 milioni di famiglie circa. E i benefici sarebbero diversi anche da nord a sud, dove meno famiglie posseggono più di un’auto.