La riforma dell’IRPEF, con la rimodulazione delle aliquote, dovrà essere a costo zero. Questo sembra emergere dalle ultime indiscrezioni nei giorni che precedono il varo della legge di Bilancio 2021. Si tratta del provvedimento più importante dell’intero anno, ancor di più oggi, per effetto dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. La riforma a “costo zero” La riforma fiscale deve essere a costo “zero”, nel senso che si deve autofinanziare. Per tale ragione le risorse dovrebbero essere reperite su due versanti. Da una parte, le maggiori entrate dovrebbero essere ottenute con il contrasto all’evasione fiscale. Dall’altra si sta studiando, un taglio alle detrazioni e deduzioni d’imposta. Si tratta di una misura che catalizza l’attenzione ogni anno, in concomitanza dell’approvazione della legge di Bilancio, ma almeno fino a questo momento non ha mai visto la luce. Ora, però, la necessità di “finanziare” la risorsa fiscale dovrebbe far superare le difficoltà incontrate fino a questo momento. La misura allo studio non prevede un taglio selettivo delle detrazioni. Si vuole evitare, infatti, di scontentare le singole categorie di soggetti interessati. È scongiurato anche il rischio di un “taglio lineare” con la riduzione della percentuale di detrazione dal 19 al 17 per cento. Tetto massimo del 2% del reddito Il meccanismo che si sta pensando di introdurre riguarda la previsione di un limite pari al 2 per cento del reddito complessivo lordo. Ad esempio I contribuenti che dichiareranno un reddito di 200.000 euro, potrebbero beneficiare delle detrazioni di imposta con un tetto massimo pari a 4.000 euro (200.000 x 2%). La misura dovrebbe interessare tutte le detrazioni del 19%. Ad esempio Si tratta degli interessi passivi relativi ai mutui contratti per l’acquisto dell’abitazione principale, delle spese mediche, delle spese sostenute per la frequenza degli asili nido e relative all’istruzione, compresi i corsi universitari, delle spese veterinarie e delle spese per la frequenza di palestre, di centri sportivi, etc. Dovrebbero essere escluse, invece, le detrazioni spettanti in misura diversa dal 19%. Ad esempio Il limite non dovrebbe interessare le liberalità effettuate in favore delle ONLUS, delle Organizzazioni di volontariato e delle Associazioni di promozione sociale. Saranno sicuramente esclusi dal tetto i bonus dell’edilizia riguardanti le spese sostenute per il recupero del patrimonio edilizio, la cui detrazione ammonta al 50% e gli ecoincentivi la cui detrazione è stata elevata, in presenza di taluni presupposti, al 110%. Non è ancora stato stabilito, però, il livello di reddito a partire dal quale troverà applicazione il nuovo limite del 2 per cento. L’importo in “gioco” dovrebbe essere compreso tra 55.000 e 75.000 euro. Pertanto, i possessori di un reddito inferiore alla soglia che sarà stabilita potranno beneficiare integralmente delle detrazioni spettanti in misura del 19% senza ulteriori limiti. Un’altra soluzione allo studio prevede un graduale incremento del limite per le detrazioni del 2 per cento al crescere del reddito. Inizialmente potrebbe essere individuato anche un limite inferiore, fino a raggiungere con gradualità il 2 per cento per i redditi più elevati. Per il momento, invece, dovrebbero essere esclusi “tagli” alle deduzioni, cioè agli oneri che concorrono alla riduzione del reddito imponibile. Gli effetti sulla curva delle aliquote IRPEF Uno dei principali obiettivi della riforma è quello di alleggerire il prelievo fiscale per il ceto medio. L’operazione dovrebbe essere effettuata ridisegnando la “mappa” delle aliquote per i redditi medi. È necessario, però, che il tetto alle detrazioni sia fissato in corrispondenza di un livello di reddito più elevato rispetto alle modifiche degli scaglioni che il legislatore intende effettuare. In buona sostanza, se la riduzione delle aliquote IRPEF viene controbilanciata dall’introduzione di un tetto che fa perdere, sia pure in parte, il beneficio delle detrazioni che concorrono alla riduzione dell’IRPEF, sussiste il concreto rischio di vanificare gli effetti della riduzione delle aliquote. Invece, la riduzione del prelievo tributario dovrebbe essere finanziata con l’incremento del tributo per i contribuenti che dichiareranno redditi più elevati e che, per tale ragione, perderanno, sia pure in parte, il beneficio delle detrazioni fiscali. Sarà dunque fondamentale effettuare una corretta valutazione nell’introduzione dei limiti e nel posizionamento dell’asticella che farà venire meno, sia pure in parte, il beneficio delle detrazioni di imposta nella misura del 19%.