Commercianti al minuto: come attestare l’operazione ai clienti che chiedono la fattura

Per determinate operazioni (cessioni e prestazioni in locali aperti al pubblico, prestazioni alberghiere, somministrazioni di alimenti e bevande, prestazioni di trasporto, ecc.) l'emissione della fattura non è obbligatoria, se non è richiesta dal cliente non oltre il momento di effettuazione dell'operazione (art. 22 del D.P.R. n. 633/1972). In questi casi l’esercente può emettere, alternativamente, ricevuta fiscale o scontrino (ai sensi dell’art. 3, comma 3, del D.P.R. n. 696/1996) in luogo della fattura. Nel contesto più ampio della fatturazione elettronica sono sorti dubbi sulle modalità operative da seguire sia in ipotesi di richiesta di fatturazione immediata che differita. In particolare, nel caso di fatturazione immediata ci si è chiesti che tipo di documento rilasciare al cliente al momento dell’effettuazione dell’operazione. Infatti, data la facoltà di emettere - senza subire sanzioni - la fattura elettronica entro la liquidazione del mese di competenza (facoltà ora confermata fino al 30 settembre 2019 dal decreto fiscale n. 119/2018), la copia cartacea da consegnare al cliente (soggetto privato) non sarebbe disponibile al momento di effettuazione dell’operazione. Nel caso di fattura differita, i dubbi hanno riguardato la possibilità di emettere ricevuta o scontrino e come tenere conto degli importi così certificati ai fini della liquidazione dell’IVA. I chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate Con le FAQ pubblicate il 21 dicembre 2018 l’Agenzia delle Entrate ha fornito utili indicazioni agli esercenti commercio al dettaglio, qualora venga loro richiesto di emettere la fattura. In proposito occorre ricordare che: - gli imprenditori che acquistano beni che formano oggetto dell'attività propria dell'impresa da commercianti al minuto ai quali è consentita l'emissione della fattura sono obbligati a richiederla (art. 22, comma 3, D.P.R. n. 633/1972). In questo caso, l’eventuale copia cartacea della fattura consegnata al soggetto passivo IVA non ha validità fiscale e, pertanto, sarebbe opportuno che sulla stessa fosse apposta la dicitura “Stampa priva di valenza giuridico-fiscale ai sensi dell’articolo 21 D.P.R. n. 633/1972”; - qualora il cliente sia un consumatore finale (operazione B2C), l’esercente dovrà comunque mettere a disposizione della controparte, al momento dell’emissione della fattura elettronica, una copia analogica o elettronica della fattura, salvo che il cliente non vi rinunci. Questa copia ha valenza fiscale come confermato dall’Agenzia delle Entrate già con le FAQ pubblicate il 28 novembre 2018, ove in tema di condomini, equiparati ai consumatori finali, ha precisato che nella copia consegnata al condominio dovrà essere esplicitamente detto che si tratta della copia della fattura trasmessa. Ma cosa succede se la copia della fattura non è ancora disponibile perché, ad esempio, sarà trasmessa allo SdI entro la liquidazione IVA del periodo di riferimento? In tal caso, poiché comunque il cliente privato deve essere dotato di un documento con rilevanza fiscale, si potrebbe ritenere che sia sufficiente il rilascio di documenti come la ricevuta fiscale/scontrino che attestano l’operazione (il cui importo viene poi scorporato dal totale dei corrispettivi giornalieri), opportunamente compilati in modo da consentire al privato l’utilizzo “fiscale” degli stessi come per deducibilità o detrazione del costo. Premesso questo e venendo ai chiarimenti dell’Agenzia, in caso di fattura immediata, gli esercenti devono trasmettere al SdI, entro i termini della liquidazione periodica, la fattura elettronica richiesta dal cliente all’atto dell’acquisto, che deve recare anche l’indicazione della data di effettuazione dell’operazione. Al momento di effettuazione dell’operazione, deve essere rilasciato un documento che attesta l’avvenuto pagamento (una quietanza ex art. 1199 del codice civile), che assume rilevanza solo commerciale e non fiscale. Una stampa della fattura (peraltro difficilmente disponibile se la fattura elettronica sarà emessa entro il temine di liquidazione del mese) ovvero la ricevuta del POS, in caso di pagamento elettronico, può avere la stessa efficacia della quietanza. L’esercente può comunque anche scegliere di rilasciare ricevuta fiscale o lo scontrino (ovvero il “documento commerciale” se obbligato ad effettuare la memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi mediante registratore telematico di cui all’art. 2 del D.Lgs. n. 127/2015). In tutti i casi di rilascio della ricevuta fiscale o dello scontrino l’ammontare dei corrispettivi oggetto di fatturazione andrà evidentemente scorporato dal totale dei corrispettivi giornalieri, come già indicato dalla circolare 11 ottobre 1996, n. 249/E. Infine, l’Agenzia precisa che, tuttavia, l’emissione di una quietanza sarà valida anche nelle operazioni tra un fornitore che, non effettuando operazioni rientranti tra quelle dell’art. 22 del D.P.R. n. 633/1972, è obbligato ad emettere solo fatture e un altro operatore IVA. Per quanto riguarda la fatturazione differita, gli esercenti devono emettere una ricevuta fiscale o uno scontrino fiscale - ai sensi dell’art. 3, comma 3, del D.P.R. n. 696/1996 - da utilizzare come documenti idonei (proprio come un DDT) per l’emissione di una “fattura differita” ai sensi dell'art. 21, comma 4, terzo periodo, lett. a), del D.P.R. n. 633/1972. Anche in questo caso l’ammontare dei corrispettivi certificati da ricevuta/scontrino fiscale e oggetto di fatturazione differita deve essere scorporato dal totale giornaliero dei corrispettivi. Commercianti al minuto: cosa fare se il cliente richiede la fattura Tipologia di fattura Soggetto passivo IVA che chiede la fattura Cliente privato consumatore che chiede la fattura Fattura immediata Rilascio di documenti senza rilevanza fiscale: - “quietanza” - stampa della fattura (se disponibile) - ricevuta POS - “documento commerciale” se il corrispettivo è soggetto a memorizzazione e trasmissione telematica Obbligo di mettere a disposizione del cliente copia (se disponibile) della fattura elettronica Rilascio di documenti con rilevanza fiscale: - ricevuta fiscale/scontrino che attestano l’operazione (il cui importo viene poi scorporato dal totale dei corrispettivi giornalieri) Se la copia della fattura non è ancora disponibile (perché la fattura sarà trasmessa al SdI nei tempi più lunghi concessi), si potrebbe ritenere che sia sufficiente il rilascio di documenti con rilevanza fiscale quali: - ricevuta fiscale/scontrino che attestano l’operazione (il cui importo viene poi scorporato dal totale dei corrispettivi giornalieri) Fattura differita Rilascio ricevuta fiscale/scontrino che attestano l’operazione Rilascio ricevuta fiscale/scontrino che attestano l’operazione e-fattura nel caso di rilascio di ricevuta fiscale/scontrino Altro chiarimento importate riguarda la compilazione della fattura elettronica. Infatti, quando le fatture elettroniche (immediata o differita) sono precedute dall’emissione di scontrino o ricevuta fiscale (o, nel caso di trasmissione telematica dei corrispettivi, da un “documento commerciale”), nel corpo della fattura elettronica devono essere riportati gli estremi identificativi dello scontrino/ricevuta. In particolare, il blocco informativo “AltriDatiGestionali” deve essere compilato come segue: - nel campo “TipoDato” le parole “NUMERO SCONTRINO” (oppure “NUMERO RICEVUTA” oppure “NUMERO DOC. COMMERCIALE”); - nel campo “RiferimentoTesto” l’identificativo alfanumerico dello scontrino (o della ricevuta o del documento commerciale); - nel campo “RiferimentoNumero” il numero progressivo dello scontrino (o della ricevuta o del documento commerciale); - nel campo “RiferimentoData” la data dello scontrino. Qualche esempio Riflettendo con attenzione sulle indicazioni dell’Agenzia delle Entrate, si coglie il riconoscimento di un ruolo centrale della certificazione a mezzo di ricevuta fiscale o scontrino anche in tutti i casi in cui sia emessa (per obbligo o solo dietro richiesta del cliente) la fattura elettronica. Per le cessioni di beni al minuto in locali aperti al pubblico, l’esercente dovrà quindi emettere la fattura immediata al SdI entro le ore 24 del giorno di effettuazione (o, comunque, entro il termine della relativa liquidazione), ma anche consegnare: - al cliente privato copia cartacea della fattura (se già disponibile) oppure una quietanza come la ricevuta del POS che attesta il pagamento avvenuto; - al cliente soggetto passivo IVA una quietanza che avrà soltanto natura commerciale e non fiscale. Nel caso di fattura differita, potrà essere utilizzata proprio la ricevuta fiscale o lo scontrino per attestare l’operazione e consentire il differimento della fatturazione. Le medesime considerazioni valgono nel caso di fattura differita emessa in relazione a prestazioni di servizi, come ristorazione o trasporti. Al riguardo, la circolare n. 18/E/2014 ha precisato che può essere utilizzata la documentazione commerciale prodotta e conservata per poter individuare con certezza la prestazione eseguita, la data di effettuazione e le parti contraenti, come ad esempio, una quietanza attestante l’avvenuto incasso.

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