Via libera ai benefici fiscali anche se tardivi

La fruizione di benefici di natura fiscale o l'accesso a regimi fiscali opzionali, subordinati all'obbligo di preventiva comunicazione ovvero ad altro adempimento di natura formale non tempestivamente eseguiti, non è preclusa, sempre che la violazione non sia stata constatata o non siano iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altra attività amministrative di accertamento delle quali l'autore dell'inadempimento abbia avuto formale conoscenza. Lo ha ribadito la Corte di Cassazione con l'ordinanza n. 17225 del 26 giugno 2019. IL FATTO A seguito di comunicazione di adesione di una società ai processi verbali di constatazione relativi ad IRES per l'anno 2009, l'Agenzia delle entrate emetteva atto di accertamento con adesione. Successivamente la predetta società - in qualità di consolidante - presentava istanza di computo in diminuzione delle perdite, inviata telematicamente, previo pagamento della sola sanzione dovuta per la richiesta di rimessione in bonis ex art. 2, comma 1, D.L. 16/2012. L'Ufficio emetteva provvedimento di diniego poiché, contrariamente a quanto previsto dall'art. 9 bis del d.lgs. n. 218/1997, l'istanza per lo scomputo delle perdite non era stata presentata unitamente alla comunicazione di adesione. Avverso il provvedimento di diniego la società contribuente proponeva ricorso dinanzi alla Commissione tributaria provinciale, che lo accoglieva. La Commissione tributaria regionale della Lombardia accoglieva l'appello proposto dall'Agenzia delle entrate. Osservava, in particolare, la Ctr che «nella fattispecie non può trovare applicazione l'istituto della rimessione in bonis ex art. 2, comma 1, D.L. 16/2012» in quanto «per potersi avvantaggiare della regolarizzazione è necessario che la violazione non sia stata constatata o non siano stati iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altre attività amministrative di accertamento delle quali l'autore dell'inadempimento abbia avuto formale conoscenza». «Nella fattispecie, che ci occupa, era già stata avviata l'attività accertatrice e la stessa era stata conosciuta pacificamente dalla contribuente». Avverso tale sentenza ha proposto ricorso per cassazione la società contribuente, censurando la decisione della Ctr per non avere considerato che la contestazione e l'accertamento avevano ad oggetto il maggior reddito accertato rispetto a quello dichiarato per l'anno d'imposta 2009, ma non anche il tardivo invio dell'istanza di computo in diminuzione delle perdite. LA DECISIONE DELLA CORTE DI CASSAZIONE La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso. L'art. 2, comma 1, d.l. 16/2012 stabilisce: «1. La fruizione di benefici di natura fiscale o l'accesso a regimi fiscali opzionali, subordinati all'obbligo di preventiva comunicazione ovvero ad altro adempimento di natura formale non tempestivamente eseguiti, non è preclusa, sempre che la violazione non sia stata constatata o non siano iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altra attività amministrative di accertamento delle quali l'autore dell'inadempimento abbia avuto formale conoscenza, laddove il contribuente: a) abbia i requisiti sostanziali richiesti dalle norme di riferimento; b) effettui la comunicazione ovvero esegua l'adempimento richiesto entro il termine di presentazione della prima dichiarazione utile; c) versi contestualmente l'importo pari alla misura minima della sanzione stabilita dall'articolo 11, comma 1, del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471, secondo le modalità stabilite dall'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, e successive modificazioni, esclusa la compensazione ivi prevista». Dal tenore della disposizione normativa si evince che la preclusione del beneficio non può essere riferita - come sostiene la società - alla contestazione del tardivo invio dell'istanza di computo in diminuzione delle perdite, dovendosi - per contro - ritenere rilevanti, ai fini della preclusione, le attività correlate all'accertamento, nelle specie già espletate con la redazione dei processi verbali di constatazione, ai quali la società contribuente ha prestato adesione, con conseguente emissione dell'atto di accertamento con adesione.

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