Istat: pressione fiscale al 38%, ai massimi dal 2015
Si tratta del dato riferito al primo trimestre 2019: la media annua è più alta (42,1%). Anche il dato del deficit, 4,1%, in lieve calo, si riferisce solo al periodo
La pressione fiscale nei primi tre mesi del 2019 è risultata del 38,0%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E’ il dato più alto dal 2015. Lo rileva l’Istat, precisando che il dato si riferisce al confronto annuo, tra stessi trimestri (la media annua della pressione fiscale è infatti più alta). Nel primo trimestre la pressione fiscale, come sempre si osserva, mostra un livello più basso rispetto al resto dell’anno.
In lieve miglioramento invece l’indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni in rapporto al Pil, che è stato pari al 4,1% (4,2% nello stesso trimestre del 2018 e 1,7% nell’ultimo trimestre 2018). Il saldo primario è risultato negativo, con un’incidenza sul Pil dell’1,3% (-0,9% nel primo trimestre del 2018). Il saldo corrente è stato anch’esso negativo, con un’incidenza sul Pil dell’1,6% (-1,5% nel primo trimestre del 2018). Il saldo primario registra il valore peggiore da inizio 2016.
Migliorano anche i dati sulle famiglie: il potere d’acquisto è aumentato dello 0,9% nel primo trimestre del 2019, il primo aumento dopo due flessioni di fila. Un marcato recupero favorito anche dalla frenata dell’inflazione, e che però non si è tradotto in un aumento dei consumi, ma del risparmio, segno dell’incertezza delle prospettive dell’economia che si riflette sui comportamenti degli italiani. Infatti i consumi sono cresciuti in termini nominali dello 0,2%. Di conseguenza, la propensione al risparmio è stata pari all’8,4%, in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.
L’Istat pubblica anche i dati sulla crescita del Pil per area territoriale nel 2018. Nel Nord Est la crescita del prodotto interno lordo è pari all’1,4%, con una dinamica particolarmente vivace del settore dell’industria in senso stretto (+3,2%). La performance è modesta nel Mezzogiorno (+0,4%), nonostante il risultato positivo delle costruzioni (+4,1%).
Anche sul fronte dell’occupazione si registra una simile dinamica. L’indicatore segna il maggiore incremento nel Nord-Est (+1,1%), soprattutto nell’industria (2,3%). Nelle regioni del Mezzogiorno l’espansione dell’occupazione è più contenuta (+0,7%) ma con un marcato aumento nel settore dei servizi finanziari, immobiliari e professionali (+3%).
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