Valorizzazione edilizia e rigenerazione urbana: imposta di registro in misura fissa (200 euro) fino al 2021

Nell’ambito delle misure fiscali per lo sviluppo economico, il decreto Crescita (D.L. 30 aprile 2019, n. 34) prevede diversi interventi finalizzati a sostenere il settore edilizio. Tra questi, l’art. 7 introduce un regime agevolato sulle imposte d’atto (registro, ipotecarie e catastali) gravanti sui trasferimenti di interi fabbricati a favore di imprese di costruzione e ristrutturazione immobiliare che procedano alla loro demolizione e ricostruzione in chiave energetica e antisismica e alla successiva vendita entro dieci anni. Cosa prevede il regime ordinario In base al regime ordinario, l’acquisto di un edificio effettuato da parte di un’impresa con atto fuori campo IVA, sconta l’imposta di registro nella misura del 9% sul valore dell’immobile dichiarato nell’atto, oltre le imposte ipotecarie e catastali nella misura fissa complessiva pari a 100 euro. In caso di acquisto di un fabbricato strumentale soggetto a IVA (o in regime di esenzione), invece l’imposta di registro è dovuta in misura fissa, mentre le imposte ipotecarie e catastali sono applicate rispettivamente nella misura del 3% e dell’1%. Si tratta di imposte indetraibili per l’impresa che, come tali, incidono in misura significativa sui costi di costruzione. Cosa prevede il regime agevolato Pertanto, come indicato nella relazione illustrativa, allo scopo di rendere economicamente sostenibili le operazioni di valorizzazione edilizia e rigenerazione urbana, il decreto Crescita prevede una riduzione temporanea della tassazione sugli acquisti di interi stabili condominiali effettuati dalle imprese con lo scopo di demolirli e ricostruirli e reimmetterli sul mercato con caratteristiche energetiche e strutturali migliorate rispetto alla situazione preesistente. Nel dettaglio la norma introduce, in via temporanea fino al 31 dicembre 2021, un regime di tassazione agevolata, consistente nell’applicazione delle imposte di registro, ipotecarie e catastali in misura fissa (200 euro ciascuna, per un importo complessivo di 600 euro), ai trasferimenti di fabbricati, acquisiti da imprese di costruzione o di ristrutturazione immobiliare che, entro i successivi 10 anni, provvedano alla loro demolizione e ricostruzione in chiave antisismica e con il conseguimento della classe energetica A o B, anche con variazione volumetrica, e alla loro successiva vendita. La norma non pone limitazioni sulla forma giuridica dell’attività, che può quindi essere indistintamente esercitata in forma di impresa individuale o di società edilizia. L’acquisto agevolato deve avere ad oggetto l’intero fabbricato, a prescindere dalla relativa tipologia (residenziale, commerciale, industriale, etc.) purché l’impresa acquirente provveda alla relativa demolizione o ricostruzione dell’edificio - anche con variazione volumetrica rispetto al fabbricato preesistente ove consentita dalle vigenti norme urbanistiche - e alla sua integrale rivendita. La ricostruzione deve essere effettuata in chiave antisismica, ossia nel rispetto della normativa nazionale e regionale in materia. È infine necessario che il nuovo edificio consegua la classe energetica A o B. La vendita del fabbricato deve essere effettuata entro i successivi dieci anni dalla data dell’acquisto. Cosa prevede il regime sanzionatorio La stessa norma prevede un regime sanzionatorio in caso di mancato rispetto delle condizioni d’accesso all’agevolazione. In tal caso, infatti, si ristabilisce l’applicazione delle imposte di registro, ipotecaria e catastale nella misura ordinaria, nonché una sanzione pari al 30 per cento delle stesse. Sono altresì dovuti gli interessi di mora a decorrere dall’acquisto dell’immobile.

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