Passano i giorni e cresce l’attesa. Si “sfoglia la margherita” e le ipotesi che si avvicendano per il varo della riforma fiscale sono le più disparate. Una soluzione allo studio riguarda la stabilizzazione della riduzione del cuneo fiscale ridisegnando anche la curva delle aliquote IRPEF, ma in questo momento ha ripreso quota l’ipotesi della riforma ispirata al sistema fiscale tedesco, con la totale eliminazione degli scaglioni di reddito e con l’applicazione di un’aliquota personalizzata e progressiva in continuità a seconda del diverso livello di reddito. Oltre questi temi dovrà essere affrontato anche il tema dei criteri di tassazione dei lavoratori autonomi e delle imprese di medie piccole dimensioni. La tassazione dovrebbe essere effettuata con l’applicazione di un criterio di “cassa puro”. Invece, dovrebbero restare al di fuori della novità le società di capitali. Il criterio di cassa puro Le nuove modalità di tassazione degli autonomi, che la riforma dovrebbe prevedere, sono oramai note. Il reddito dovrebbe essere determinato con periodicità mensile o trimestrale tenendo conto degli incassi e dei pagamenti effettivi. Non si comprende ancora come l’Agenzia delle Entrate sarà a conoscenza di tali dati, ma in linea di principio la differenza tra incassi e pagamenti sarà oggetto del prelievo tributario con periodicità mensile o trimestrale. Il nuovo meccanismo, come confermato dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate nel corso di un’audizione, dovrebbe prevedere l’eliminazione della ritenuta d’acconto sui compensi professionali. Quest’ultima misura è sicuramente positiva in quanto dovrebbe eliminare sul nascere quelle situazioni in cui alcuni professionisti si trovano ogni anno a maturare un credito IRPEF strutturale. Ciò in quanto le ritenute sono operate sui compensi percepiti, invece le imposte sono determinate sul reddito imponibile. Pertanto, se l’ammontare dei compensi è particolarmente elevato, le ritenute del 20 per cento risultano addirittura superiori al livello impositivo determinato in base al reddito imponibile. I professionisti che si trovano in questa situazione sono di fatto obbligati a chiedere l’apposizione del visto di conformità per fruire della compensazione con l’IRAP e le relative addizionali, oltre la soglia di 5.000 euro. Il “nodo” dell’aliquota Uno dei temi che dovrà essere affrontato riguarda la determinazione dell’aliquota da applicare con riferimento ai prelievi delle imposte, da effettuare con periodicità mensile o trimestrale. È evidente, però, che non potrà essere un’aliquota progressiva. Il reddito mensile o determinato con periodicità trimestrale non potrà che essere stimato rispetto a quello che risulterà essere il risultato finale al termine dell’esercizio. Ad esempio Potrebbe verificarsi che, nel mese di dicembre, il lavoratore autonomo abbia sostenuto solo spese che contribuiranno alla riduzione del reddito complessivo rispetto a quello determinato nei mesi precedenti e sul quale sarà stato effettuato il prelievo tributario. La soluzione potrebbe essere l’applicazione di un’aliquota proporzionale, ma a questo punto il sistema sarebbe destinato a fallire immediatamente essendo necessario, dopo 12 prelievi mensili o 4 prelievi trimestrali, effettuare il versamento del saldo delle imposte. Un sistema da semplificare Il nuovo sistema, secondo gli “annunci” della maggioranza politica, dovrebbe essere ispirato da esigenze di semplificazione. In realtà, i problemi da superare sono così tanti che sussiste il concreto rischio di concepire un sistema ancor più complicato e farraginoso del precedente. Negli ultimi anni le maggiori complicazioni sono sorte a seguito della tecnica legislativa utilizzata. Infatti, si sono stratificati numerosissimi interventi normativi che si sono sovrapposti l’uno all’altro dando vita ad un sistema completamente ingestibile che si fa fatica a “smontare”. Sarebbe paradossale procedere con una riforma fiscale che, invece, di intervenire complessivamente sull’intero sistema, effettui una serie di micro-interventi mirati che rendono ancor più complesso il quadro normativo di riferimento. Sembra mancare una visione di sistema manifestando la volontà di intervenire un giorno sugli scaglioni di reddito, un giorno “tagliando” deduzioni e detrazioni, un altro ancora manifestando la volontà di introdurre il sistema tedesco e un prelievo mensile o trimestrale a carico degli autonomi. Le idee non sembrano proprio chiare. Tralasciando, invece, il problema delle cartelle di pagamento e della riscossione dell’Agenzia delle Entrate che ripartirà inesorabilmente, anche con gli atti esecutivi, dal 16 ottobre 2020. Infatti, allo stato attuale, la riscossione riprenderà da tale data, nonostante il Governo abbia già annunciato la proroga dello stato di emergenza fino al 31 gennaio 2021.