Niente più tasse sugli affitti non riscossi. Non più 10 ma 15 giorni per l’emissione della e-fattura. Possono ridursi a tre le comunicazioni periodiche sulle liquidazioni Iva: quella del quarto trimestre potrà essere assorbita in quella complessiva di fine anno. Estesa anche ai crediti Iva trimestrali la possibilità di essere ceduti a terzi così come già avviene per quelli annuali. Restyling del calendario fiscale dal 2020: il termine per la trasmissione telematica dei modelli Redditi e Irap passerà dal 30 settembre al 30 novembre mentre per la dichiarazione Imu-Tasi ci sarà tempo fino al 31 dicembre. Inoltre il modello F24 potrà essere utilizzato sempre dal 2020 anche per il versamento delle imposte sulle concessioni governative e delle tasse scolastiche. Sono alcune delle principali novità approvate oggi dall’Aula di Montecitorio (265 voti a favore, nessun contrario, ma 188 astenuti) con il primo via libera alla proposta di legge sulle semplificazioni fiscali. Semplificazioni che, come hanno sottolineato la relatrice e presidente della Commissione Finanze, Carla Ruocco (M5S) e il vicepresidente della stessa commissione Alberto Gusmeroli (Lega), ora potranno salire sul treno del decreto crescita che ha iniziato il suo iter di conversione proprio alla Camera. Era stato infatti lo stesso Governo nel Piano nazionale delle riforme a indicare espressamente tra le priorità le semplificazioni fiscali contenute nella proposta «Ruocco-Gusmeroli». Oggi scadono i termini per i correttivi al Dl crescita e quindi si capirà quanta parte, se non tutta, della proposta di legge andrà a rinforzare il pacchetto fiscale del decreto. Ma tornando al merito del provvedimento licenziato ieri spicca sicuramente la non tassabilità, per i contratti di affitto stipulati a partire dal 1° gennaio 2020, dei canoni non riscossi dai proprietari degli immobili o dei fondi. In particolare la norma taglia i tempi sul riconoscimento della morosità dell’inquilino ai fini della detassazione dei canoni non percepiti. Quest’ultima decorrerà non più dal momento della conclusione del procedimento di convalida di sfratto per morosità, ma dall’intimazione di sfratto o dall’ingiunzione di pagamento. Dopo un lungo confronto parlamentare che ha portato la maggioranza e il Governo a respingere, per mancanza di coperture, la riduzione dell’aliquota Iva del 22% a quella agevolata del 5% (costo del taglio Iva di oltre 300 milioni) sugli assorbenti e più in generale sui prodotti di igiene intima femminile, vanno segnalate almeno due tra le modifiche approvate ieri alla proposta di legge licenziata a metà aprile dalla Commissione finanze. In primo luogo viene aggiustata la decorrenza dal 1° gennaio 2020 della validità della dichiarazione sostitutiva unica ai fini dell’Isee: questa resterà valida dal momento della presentazione fino al 31 dicembre successivo. Con un altro correttivo delle opposizioni viene ridotta da 5 a 2 volte (con un minimo di 200 euro) la sanzione applicabile a chi, nel corso dell’anno d’imposta, non comunica il superamento della franchigia per compensi o rimborsi all’associazione sportiva dilettantistica di appartenenza. Al di là degli ultimi ritocchi approvati ieri, nel testo va ricordata anche il ricorso alla leva fiscale per incentivare l’economia circolare dei rifiuti e il loro riuso. Per l’anno 2020 viene riconosciuto un contributo del 25% del costo di acquisto di semilavorati e prodotti finiti derivanti, per almeno il 75% della loro composizione, dal riciclaggio di rifiuti o di rottami, o ancora dal riuso di semilavorati o di prodotti finiti, nonché per il “compost di qualità” derivante dal trattamento della frazione organica differenziata dei rifiuti. Si punta anche a un cambio di atteggiamento dell’amministrazione nei controlli formali e negli accertamenti. Nel primo caso viene sancito il principio che il Fisco non possa chiedere dati o documenti di cui è già in possesso. Nel secondo si punta a un allargamento del contraddittorio obbligatorio prima dell’emissione dell’atto in modo, almeno nelle intenzioni, di consentire al contribuente di fornire le proprie spiegazioni sui rilievi degli uffici. Sempre sul filone di non consentire al Fisco di chiedere dati e informazioni già note, si muove anche la semplificazione delle nuove pagelle fiscali (Isa). Una mezza vittoria per la stessa maggioranza che puntava alla completa abolizione dei nuovi indicatori chiamati a sostituire gli studi di settore. Ma il miliardo e mezzo atteso dall’emersione del maggior gettito attribuito allo strumento ha costretto a ripiegare su un meccanismo di precompilazione dei modelli di dichiarazione di almeno alcuni dei dati degli Isa.