Arriva il bonus sociale per ridurre il prelievo sui rifiuti. Con un emendamento al decreto legge fiscale presentato dall’opposizione (Roberto Pella, Fi) e riformulato viene previsto che i cittadini in condizioni economico-sociali disagiate potranno accedere a condizioni tariffarie agevolate per la fornitura del servizio di gestione integrato dei rifiuti urbani. Con lo stesso correttivo, su cui c’è il via libera preliminare di Governo e maggioranza e su cui si attende solo il voto della commissione Finanze della Camera, viene fissato al 30 aprile di ogni anno il termine di approvazione delle tariffe Tari, svincolandolo così dalla data di deliberazione del bilancio di previsione. Lo sconto sulla Tari Proprio mentre i cittadini sono chiamati a saldare il conto sulla tassa rifiuti, Governo e maggioranza, trovano l’intesa per introdurre dal prossimo anno un bonus sociale sulla Tari. Entro 90 giorni dalla legge di conversione del decreto legge fiscale collegato alla manovra, parliamo dunque del 23 aprile 2020, sarà il presidente del Consiglio con un suo provvedimento a fissare i criteri che daranno diritto ai cittadini in difficoltà di ottenere lo sconto sulla Tariffa rifiuti per le sole utenze domestiche. Criteri che come dispone la modica al Dl fiscale saranno in analogia quelli già utilizzati per i bonus sociali di cui usufruisco i cittadini in difficoltà relativi sulle bollette elettriche, quelle del gas o del servizio idrico integrato. Sarà l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) a definire le modalità attuative, tenuto conto del principio del recupero dei costi efficienti di esercizio e di investimento. Le tariffe dei Comuni L’emendamento in arrivo oltre allo sconto in bolletta per i cittadini consente ai sindaci, anche per il biennio 2019-2020, la possibilità di adottare i coefficienti ritoccati al minimo o al massimo del 50% necessari per definire in misura graduale la Tari ed evitare così cambiamenti troppo marcati del prelievo su alcune categorie di contribuenti. Per garantire poi una semplificazione e un processo “ordinato” di determinazione della tariffa rifiuti, viene fissato al 30 aprile di ciascun anno il termine per deliberare a tariffa dovuta sui rifiuti. In questo modo si svincola la deliberazione comunale sulla tari da quella del bilancio di previsione. In questo modo le tariffe Tari sono aggiornate coerentemente ai piani finanziari di gestione dei rifiuti urbani predisposti ed inviati all’ente locale da parte del soggetto che svolge il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. L’impossibilità di acquisire tempestivamente il piano finanziario di gestione ha spesso esposto i Comuni al rischio di non potere approvare per tempo le tariffe Tari (o non poterle aggiornare).