Scade il 31 dicembre l’accertamento di UNICO 2011 se c’è raddoppio per violazioni penali

Entro il prossimo 31 dicembre, a pena di decadenza, devono essere notificati gli accertamenti di imposte sui redditi, IVA e IRAP relativi all’annualità 2014 modello UNICO 2015 (2013 modello UNICO 2014 qualora ci sia stata l’omessa dichiarazione). Il sistema prevede comunque alcune cause di proroga dei termini, la più importante delle quali è rappresentata dal raddoppio per violazioni penali. A decorrere dall’anno 2016 (dichiarazioni presentate nel 2017), il raddoppio dei termini indicato è stato abrogato, ma opera ancora per le annualità sino al 2015 (dichiarazioni presentate nel 2016). Se ricorrono i requisiti, l’Agenzia delle Entrate può notificare l’accertamento entro il 31 dicembre: - dell’ottavo anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione; - del decimo anno successivo a quello in cui avrebbe dovuto essere presentata la dichiarazione, nel caso di dichiarazione omessa o nulla. Quindi, entro fine anno vanno notificati gli accertamenti sull’anno 2010 (UNICO 2011), o 2008 (UNICO 2009) se si tratta di omessa dichiarazione. È importante precisare che, grazie alle modifiche del DLgs. 128/2015, il raddoppio opera se la denuncia è trasmessa entro il termine decadenziale per l’accertamento. Nel sistema pregresso, era sufficiente, ai fini del raddoppio, l’astratta sussistenza degli estremi per presentare la denuncia (non la denuncia stessa), anche rinvenuti a termini ordinari decaduti. Comunque, sono fatti salvi gli atti impositivi notificati entro il 2 settembre 2015 in applicazione della previgente disciplina. Il raddoppio opera solo se la denuncia riguarda uno dei reati tributari disciplinati dal DLgs. 74/2000 e solo in merito alle violazioni che possono avere rilevanza penale: quindi, mai per l’IRAP (cfr. circ. Agenzia delle Entrate 9 aprile 2019 n. 7, § 8, che si è uniformata alla costante giurisprudenza di Cassazione) e non per le violazioni sulla mancata applicazione/dichiarazione infedele delle ritenute fiscali (Ctp Milano 21 marzo 2018 n. 1256/16/18). Niente raddoppio per l’infedele dichiarazione delle ritenute La Corte di Cassazione, ormai da anni, è orientata verso un’applicazione assai ampia del raddoppio, essendo pacifico che il suo utilizzo pretestuoso si ha solo ove si è in presenza di denunce infondate o calunniose (Cass. 7 ottobre 2015 n. 20043). In via speculare, trova applicazione se la notizia di reato è astrattamente riconducibile a un illecito (Cass. 15 maggio 2015 n. 9974), ad esempio per il semplice superamento della soglia di punibilità (Cass. 13 febbraio 2019 n. 4205). Non ha rilevanza la prescrizione del reato, circostanza propria del solo processo penale (da ultimo, Cass. 18 maggio 2019 n. 13487).

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