Passano i giorni e con l’arrivo del mese di ottobre sarà presentata la legge di Bilancio 2025. Il perimetro degli interventi inizia ad essere chiaro. Si va dal taglio del cuneo fiscale all’auspicabile riduzione delle imposte, ma per avere certezze sarà necessario attendere ancora qualche giorno. Il Ministero dell’Economia ha recente ribadito che l’impegno del Governo non è limitato a replicare per un solo anno la riduzione del cuneo fiscale. L’idea di fondo, ribadita ancora una volta, è quella di rendere strutturale la riduzione del cuneo. La legge di Bilancio 2025 è un puzzle ancora da comporre, ma gli interventi in favore delle famiglie saranno numerosi. I possibili interventi all’assegno unico Ad esempio, si sta pensando di intervenire anche sulla disciplina dell’assegno unico, sempre con l’intento di favorire le famiglie più numerose. Il primo intervento riguarda la misura minima dell’assegno di 57 euro per un figlio minore a carico spettante alle famiglie aventi un ISEE pari o superiore a 45.574,96 euro. Il massimo raggiunge 199,40 euro per figlio minore a carico nel caso in cui l’ISEE risulti pari o inferiore a 17.090,61 euro. Per tutte le fasce ISEE che intercorrono tra la minima e la massima, le somme aumentano in misura proporzionale. La misura minima dell’assegno unico è, come detto, “sganciata” dal valore dell’indicatore ISEE. Pertanto, la manovra economica 2025 potrebbe in questo caso prevedere una diminuzione della somma spettante ai nuclei familiari con indicatore ISEE elevato con l’incremento dell’importo dell’assegno spettante ai nuclei familiari con un valore dell’ISEE inferiore. In base alla disciplina attualmente in vigore, gli importi erogati a titolo di assegno unico incidono in aumento del valore dell’ISEE. Anche in questo caso è allo studio l’ipotesi di “sterilizzare” dai dati che incidono sulla determinazione del predetto indicatore le somme ricevute per l’assegno unico. La misura dovrebbe però interessare esclusivamente i nuclei familiari più numerosi e quelli con un indicatore ISEE non elevato. L’indennità di 100 euro esce dalla manovra Il varo di ulteriori misure è stato anticipato e non troverà così spazio nella legge di Bilancio. Con un emendamento al decreto Omnibus è stato previsto che nel corso del mese di dicembre prossimo sarà riconosciuta in favore dei lavoratori dipendenti un’indennità di 100 euro netti, quindi completamente esente dall’IRPEF. L’indennità riguarda esclusivamente i lavoratori dipendenti, con esclusione degli incapienti, con redditi complessivi nel 2024 fino a 28.000 euro. Il riconoscimento del beneficio non sarà automatico. Il lavoratore dipendente dovrà presentare al datore di lavoro apposita istanza attestando di essere nelle condizioni per fruire del beneficio indicando il coniuge fiscale del coniuge e dei figli. L’indennità richiede che il dipendente sia coniugato, quindi sono escluse le coppie di fatto. Il lavoratore non deve essere legalmente ed effettivamente separato e deve avere almeno un figlio a carico anche se nato al di fuori del matrimonio, riconosciuto, adottivo o affidato. Il beneficio spetta anche ai lavoratori che hanno almeno un figlio a carico se l’altro genitore manca o non ha riconosciuto i figli naturali e il contribuente non è coniugato o, se è coniugato, si è successivamente legalmente ed effettivamente separato. In caso di assunzione nel corso dell’anno l’importo del bonus sarà proporzionato al periodo durante il quale il contribuente ha prestato l’attività lavorativa. Ai fini della determinazione del reddito non si tiene conto della rendita dell’unità abitativa utilizzata quale abitazione principale. Invece, si deve tenere conto della quota esente dei redditi esenti dei contribuenti che hanno trasferito la propria residenza in Italia. Ragionevolmente l’indennità di 100 euro non solo risulta esclusa espressamente dall’applicazione dell’IRPEF, ma presumibilmente non risulterà neppure soggetta a contribuzione. Ciò anche se la norma non afferma espressamente ciò.