Responsabilità del terzo: niente sanzioni al contribuente in assenza di condotta colpevole

Non può essere sanzionato il contribuente che dimostra la completa attribuzione della condotta evasiva alla responsabilità di un terzo che ha regolarmente denunciato all’autorità giudiziaria. A prevederlo è il decreto legislativo n. 472/97 in tema di sanzioni, ma, la Corte di Cassazione nell’ordinanza n. 22745 del 20 ottobre 2020, ha chiarito che un ulteriore requisito imprescindibile ai fini dell’applicazione dell’esimente è anche l’accertamento della correttezza della condotta del contribuente, ossia dell’assenza di qualsiasi responsabilità anche sotto il profilo della cosiddetta culpa in vigilando. IL FATTO L’Agenzia delle Entrate notificava ad un contribuente un avviso di accertamento per recuperare a tassazione le maggiori imposte evase, con la rispettiva applicazione delle sanzioni. In particolare, l’Ufficio disconosceva la detrazione dell’Iva di rivalsa su alcune operazioni di acquisto e riteneva assoggettabile ad Irap l’attività svolta. Il provvedimento veniva impugnato innanzi alla CTP che in primo grado ne rigettava le doglianze. La decisione non veniva confermata in secondo grado dalla CTR, che in accoglimento parziale dell’impugnazione riconosceva la deducibilità dei maggiori costi esposti dal contribuente, rideterminando di conseguenza l’Iva ed escludendo in conseguenza l’applicazione dell’Irap e delle sanzioni comminate dall’Ufficio, in quanto il mancato pagamento del tributo era dovuto solamente ad un fatto addebitabile ad un terzo denunciato all’autorità giudiziaria. Avverso la suddetta sentenza l’Agenzia delle Entrate proponeva ricorso in Cassazione. LA DECISIONE DELLA CORTE DI CASSAZIONE La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dall’Amministrazione finanziaria. In particolare, i giudici di legittimità hanno chiarito che in riferimento alla detrazione dell’Iva, il diritto può essere riconosciuto solamente se il contribuente ha correttamente adempiuto agli obblighi prescritti dalla normativa (DPR 633/1972), ossia quelli di fatturazione e di registrazione. Il contribuente, nel caso in esame, non aveva adempiuto ai suddetti obblighi. Per quanto riguarda, invece, l’esclusione dell’applicazione delle sanzioni, a norma del D.Lgs. n. 472/97, in ragione dell’attribuzione ad un terzo della violazione, i giudici della Corte hanno puntualizzato che è necessaria anche l’analisi della condotta del contribuente. La norma (art. 6, 3c, del D.Lgs. 472/1997), infatti, prescrive che oltre all’accertamento dell’imputabilità al soggetto terzo della responsabilità, che deve essere regolarmente denunciato, occorre altresì appurare che il contribuente non abbia tenuto una condotta colpevole, nemmeno sotto il profilo della “culpa in vigilando”. Nel caso di specie, la CTR aveva riconosciuto l’applicazione dell’esimente senza, però, verificare il rispetto delle regole di prudenza, perizia e diligenza da parte del contribuente rispetto al comportamento del terzo. Da qui l’accoglimento del ricorso.

Responsabilità del terzo: niente sanzioni al contribuente in assenza di condotta colpevole

Con la denuncia all’autorità giudiziaria scatta l’esimente in caso di mancato pagamento di un tributo per responsabilità di un terzo

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