Controlli sui professionisti e gli autonomi che applicano il regime forfetario. Alert sui corrispettivi. Analisi di rischio sugli Isa effettuate incrociando altri database, come i contributi previdenziali e i dati raccolti con lo spesometro. Sono alcuni degli elementi più interessanti contenuti nelle linee guida per la programmazione 2020 dell’agenzia delle Entrate. Un documento che delinea la cornice entro cui gli uffici del Fisco dovranno mettere a punto le proprie proposte di budget per le attività di prevenzione e contrasto del 2020. Il tutto per arrivare all’obiettivo di 13 miliardi fissato per l’anno prossimo. E se possibile migliorarlo, come richiesto dalla manovra. Oltre ai controlli, si farà leva anche sulle lettere finalizzate alla compliance. Tra le diverse tipologie, nei primi mesi dell’anno prossimo ne partiranno circa 350mila dirette alle persone fisiche (titolari di partita Iva e non), relative all’anno d’imposta 2016. Flat tax delle partite Iva Il Fisco è ben consapevole del boom di adesioni al regime forfetario dopo le modifiche della legge di Bilancio per il 2019, che ha tra l’altro uniformato e aumentato il limite di ricavi o compensi a 65mila euro. Da qui l’indicazione di controlli mirati nei confronti di chi beneficia dell’aliquota flat al 15%, anche se è entrato nel regime prima di quest’anno. Attenzione anche alle partite Iva nel regime dei vecchi minimi. Autonomi e attività con il Fisco Altri controlli mirati riguarderanno gli autonomi. Si partirà dai casi di mancata presentazione della dichiarazione dei redditi o della dichiarazione Iva da parte di chi ha inviato lo spesometro o ha comunque ricevuto compensi certificati da un sostituto d’imposta. L’anno prossimo, inoltre, gli uffici territoriali avranno a disposizione le informazioni sui soggetti che, dopo aver ricevuto un alert dal Fisco nel corso del 2015, non hanno né regolarizzato né giustificato la propria posizione. Entro la fine dell’anno i funzionari dell’Agenzia potranno lavorare anche sui dati relativi all’attività svolta nel 2018 da chi ha operato con il Fisco, ad esempio: - trasmettendo dichiarazioni o comunicazioni alle Entrate; - difendendo i clienti davanti alle commissioni tributarie o assistendoli durante l’iter di reclamo; - curando pratiche di aggiornamento catastale. In tutti questi casi, il “volume d’attività” svolta sarà riscontrato con i redditi dichiarati e le altre informazioni, a partire da quelle del modello «Isa-Elementi specifici dell’attività». Software per gli Isa entro l’anno I dati comunicati con gli Isa saranno controllati anche tramite “accessi brevi” sul territorio da parte dei funzionari. Ed eventuali difformità potranno condurre a un ricalcolo della “pagella” attribuita al contribuente, con possibile revoca del regime premiale. Inoltre, entro la fine del 2020 arriverà un software che aiuterà gli uffici nell’analisi di rischio e di controllo delle partite Iva obbligate alle pagelle fiscali. Crediti d’imposta delle imprese Nutrito anche il capitolo delle verifiche nei confronti delle imprese. Tra gli aspetti sotto esame, l’utilizzo di falsi crediti in compensazione per pagare somme iscritte a ruolo o comunque altri debiti con il Fisco. Con un occhio di riguardo per due capitoli: - il credito d’imposta su ricerca e sviluppo, monitorando in particolare i codici attività incompatibili con l’attività R&S e la media storica degli investimenti; - il bonus Renzi, riscontrando le aziende prive di dipendenti o con un numero di addetti non coerente con le somme indicate. La fattura elettronica Dall’anno prossimo saranno messe a disposizione dei funzionari le liste selettive dei soggetti a rischio di evasione. Elenchi elaborati sfruttando i dati raccolti con la fattura elettronica, con l’invio dei corrispettivi e con l’esterometro. A livello pratico, l’applicativo già usato dalla scorsa primavera vedrà lievitare parecchio la mole delle informazioni precaricate. In particolare, l’analisi si concentrerà su chi ha fatto acquisti da soggetti ad alto rischio di evasione fiscale.