La «macchina» del reddito di cittadinanza proiettata alla partenza nei tempi previsti (ad aprile, quando i beneficiari riceveranno la «card», erogata attraverso Poste italiane ed Inps), con i circa 6.000 «navigator» che daranno la volata. Ma senza le (annunciate) 4.000 assunzioni di personale dei Centri per l'impiego pubblici (Cpi), su cui il ministero del lavoro non ha dato finora indicazioni. È quanto emerso dall'incontro di ieri pomeriggio nella sede del dicastero dello sviluppo economico tra il titolare Luigi Di Maio e gli assessori regionali, occasione per il vicepremier di rivendicare la scelta di intraprendere quanto prima il percorso del provvedimento, anche grazie alla collaborazione delle agenzie per il lavoro private, sostenendo come «tutta la parte della domanda del reddito, del ricevere la «card» alle Poste e cominciare a spendere quelle risorse per sfamare i propri figli» sia «pienamente operativa». Nel contempo, è stato annunciato ai rappresentanti delle amministrazioni che i 6.000 «navigator», che «assumeremo qui all'Agenzia nazionale per il lavoro (l'Anpal), aiuteranno a sopperire al periodo che serve ai Cpi per andare a regime». Ed è proprio su tali figure che le regioni hanno espresso le principali «perplessità», seppur confortate dalla volontà di continuare il dialogo da parte di Di Maio, nelle settimane antecedenti la conversione del decreto: «Abbiamo chiesto ci sia un accordo in conferenza Stato-Regioni prima» che entrino in servizio, ha reso noto la coordinatrice della commissione Lavoro e assessore della Toscana Cristina Grieco, spiegando come sia fondamentale che l'attuazione del reddito di cittadinanza non produca «il caos, a partire dal mese di aprile» nelle oltre 500 strutture pubbliche per l'incontro fra domanda e offerta disseminate nell'intero territorio nazionale, la cui gestione è di competenza delle regioni. In un documento sottoposto al ministro sono stati chiesti (e non ancora ottenuti) chiarimenti su «disponibilità, tempi e modalità di funzionamento delle piattaforme informatiche» previste per attuare la misura e, soprattutto, sul «loro rapporto con i sistemi informativi regionali», per «molti aspetti più avanzati» della dotazione tecnologica dell'Anpal. «La stessa celerità con la quale è stato detto che verranno reclutati i «navigator», purtroppo, non sembra riguardare gli altri 4.000 operatori regionali, di cui è stata promessa l'assunzione», e ciò «determinerà uno sfasamento nella risposta alle esigenze» dei beneficiari del reddito, è stato il commento dell'assessore del Lazio Claudio Di Berardino, che ha osservato un «evidente accentramento delle politiche del lavoro. Da questo incontro non è emersa una vera risposta al tema dell'occupazione, è trapelata più la volontà di proporre quanto prima una soluzione di tipo economico. Se, infatti, con il decreto è stata messa in discussione un'iniziativa finalizzata all'inserimento nel mercato come l'assegno di ricollocazione, è chiaro che appare privilegiata più l'assistenza, che il fronte occupazionale».