Reddito di cittadinanza, Tridico: «Potrebbero trovare lavoro oltre 700.000»
"Il Reddito di cittadinanza, e così il decreto dignità, non creano lavoro in senso letterale, aiutano ad ad allocare il lavoro sul mercato attraverso incrocio tra domanda e offerta, come qualsiasi altra politica attiva. Per creare lavoro servono investimenti"
Reddito di cittadinanza e quota 100, ecco gli argomenti toccati da Tridico oggi. Il tiraggio di Quota 100 «è molto inferiore a quello preventivato» ma per i lavoratori pubblici ha rappresentato sicuramente una via di uscita che insieme agli altri canali di pensionamento anticipato si sta traducendo in un vero e proprio esodo. Tanto che nel 2019 il numero di chi ha lasciato un ufficio pubblico senza aspettare la vecchiaia è triplicato. L’alert è nelle cifre snocciolate dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, ascoltato in Commissione parlamentare sugli enti di previdenza.
«Il sistema è sostenibile», ha assicurato pur gettando qualche dubbio sulla consistenza degli assegni che potranno avere in futuro i giovani di oggi. Per far sì che le nuove generazioni possano mirare a qualcosa in più, Tridico rilancia il progetto di un fondo integrativo gestito dall’Istituto stesso. L’idea era stata accarezzata già quest’estate. Adesso però è entrata anche nelle riflessioni del governo. «Ci sono diverse proposte, il dibattito si sta arricchendo. Credo che il ministero del Lavoro stia pensando a una legge delega e a un confronto con i sindacati», dice Tridico. Da via Veneto, la sede del dicastero, fanno infatti sapere che la ministra Nunzia Catalfo «sta valutando l’eventualità». Si vedrà quindi se la questione farà capolino già al tavolo con le parti convocato per il 27 gennaio.
La Uil intanto si affretta a replicare all’ipotesi con un secco no. Ma la contrarierà dei sindacati era già emersa quando se ne parlò la prima volta. Eppure per Tridico il fondo pubblico sul pilastro complementare, ad adesione volontaria, offrirebbe soluzioni su più livelli: permetterebbe di investire nel Paese e darebbe «garanzia» a giovani precari e donne, che magari potrebbero essere avvicinati attraverso maggiori incentivi. Oggi invece, sostiene il presidente dell’Inps, «il 75% della raccolta viene investito all’estero«. Partendo da un fatto: »solo il 25% dei lavoratori ha una pensione complementare, prevalentemente uomini e i più ricchi« mentre l’obiettivo starebbe nel raggiungere »chi non ha redditi elevati«.
Per adesso è certo che con Quota 100 nel 2019 sono usciti in 150 mila: così divisi: 42 mila nel pubblico, 74 mila nel privato e 33 mila tra gli autonomi. In media chi si è ritirato fatti 62 anni di età e 38 di contributi gode di una pensione che sfiora i due mila euro. Il deflusso qualcosa ha smosso pure sul mercato del lavoro con un impatto giudicato dall’Inps lievemente positivo. Ancora di più potrebbe fare il reddito di cittadinanza. Degli oltre 2,5 milioni di beneficiari – corrispondi a un milione di famiglie – sarebbero 739 gli “occupabili”, coloro quindi che attraverso i patti per il lavoro potrebbero trovare posto. Ma la cautela è d’obbligo. Tridico tiene a precisare: «Il Reddito di cittadinanza, e così il decreto dignità, non creano lavoro in senso letterale, aiutano ad allocare il lavoro sul mercato attraverso l’incrocio tra domanda e offerta, come qualsiasi altra politica attiva. Per creare lavoro servono investimenti».