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Reddito di cittadinanza, Luigi Di Maio: “Avanzerà un miliardo di euro da destinare alle famiglie”

Andrà alle famiglie con figli rispettando il modello francese, ha detto il vicepremier durante la presentazione del programma M5s per le elezioni europee. Ben venga la flat tax, ma senza aumento dell'Iva. Pd e Lega votino il salario minimo. No alle province

Reddito di cittadinanza, Luigi Di Maio: "Avanzerà un miliardo di euro da destinare alle famiglie"Il vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, non si accontenta di una crescita dello 0,2% del pil italiano e svela che dal reddito di cittadinanza è avanzato 1 miliardo di euro: andrà alle famiglie con figli. “Non mi accontento dello 0,2% del pil, ma chi annunciava la catastrofe è stato smentito e qualcuno dovrebbe mettere in dubbio le proprie convinzioni quando parla del nostro governo”, ha affermato Di Maio durante la presentazione del programma M5s per le elezioni europee.

D’altra parte, ha proseguito, “ancora devono avere impatto sul pil il reddito di cittadinanza, il decreto crescita e lo sblocca cantieri”, proprio dal reddito di cittadinanza “avanza un miliardo di euro perché ci sono persone che hanno presentato la domanda, ma non ne hanno il diritto”, ha spiegato. “Questo miliardo lo spostiamo agli aiuti alle famiglie con figli” rispettando il “modello francese”.

Anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un post su Facebook, ha osservato che si vedono i “primi frutti” del reddito di cittadinanza. Per il premier il reddito di cittadinanza è stata una riforma che ha suscitato diffidenze e reazioni ostili, “qui da noi in Italia e anche all’estero. Abbiamo dovuto intestardirci e mostrare la massima risolutezza per realizzarla”.

Il governo alla fine l’ha realizzata “e adesso sta dando i primi frutti. Sono davvero orgoglioso di questo risultato. Questa è la politica, quella con la P maiuscola, che si mostra attenta ai bisogni dei cittadini, soprattutto quelli più vulnerabili, e procede determinata in direzione dell’equità e della giustizia sociale, andando contro tutti coloro che, invece, difendono l’esistente”, ha sottolineato Conte.

Ben venga anche la flat tax, ma Di Maio chiarisce: senza un aumento dell’Iva. “Per me l’Iva non deve aumentare, non può aumentare e soprattutto non aumenta. In un Paese in cui ci sono grandi evasori che evadono decine di miliardi di euro, ben venga la flat tax, ma non aumentando l’Iva. Troveremo i soldi dalla spending review, dalla crescita e dalla lotta ai grandi evasori anche in Europa”, ha previsto il vicepremier sempre durante la presentazione del programma elettorale del M5S per le elezioni europee.

Anche il salario minimo è nel contratto di governo e nel programma delle elezioni politiche di Lega, M5s e del Pd. “Quindi queste due forze politiche mi devono spiegare perché non vogliono votare il salario minimo, non credo arriveranno a tanto, ma penso saremo in grado di convincere la Lega”, ha detto convinto Di Maio, ricordando che la prossima settimana scadono gli emendamenti in commissione al Senato sul salario minimo. Si è augurato che ci sia un’approvazione veloce così da approvarlo subito anche alla Camera “in modo che i cittadini italiani possano avere uno stipendio dignitoso per potersi definire lavoratori. Me lo chiedono anche gli imprenditori”.

Quanto alle province sono “uno spreco, è inutile che ci ammaliamo di amarcord pensando di farle ritornare. Noi neanche ci candidiamo alle province. Chi le vuole ricostituire si trovi un altro alleato. Con M5s le province si aboliscono, non si ricostituiscono”, ha puntualizzato, spiegando poi che le elezioni “non sono solo europee ma anche italiane: dobbiamo evitare che tornino quelli che c’erano prima. Quelli che non vedono l’ora di riprendersi in mano la cosa pubblica”.

Quanta gente andrà a votare alle Europee? Per il ministro dipenderà da quanto avranno percepito utile il lavoro del Parlamento europeo “che in questi anni è stato il parcheggio per i trombati della politica”. Tra i dieci punti presentati dal M5s c’è la chiusura della sede del Parlamento europeo a Strasburgo definita da Di Maio “solo un business”. Intanto sul fronte interno il Movimento 5 stelle non arretra sulla questione morale, “comunque si chiami il sottosegretario, che tu sia del Movimento o di un altro partito in coalizione”, ha concluso Di Maio, riferendosi all’inchiesta che vede coinvolto il sottosegretario leghista, Armando Siri.

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