Reati tributari: il sequestro opera anche in presenza di un accordo rateale col Fisco

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 25990 del 15 settembre 2020, ha chiarito che solo l’integrale pagamento del debito tributario, al fine di evitarne la sostanziale duplicazione, può condurre alla non operatività della confisca e, contestualmente, alla rimozione del sequestro. Pertanto, la mera assunzione dell’impegno da parte dell’interessato in ordine al versamento del dovuto all’Erario non è idoneo ad incidere sul volume della misura. IL FATTO Un contribuente era indagato per aver commesso il reato di indebita compensazione, in violazione dell’art. 10-quater del D.Lgs. n. 74/2000. Nelle more, veniva attinto dalla misura cautelare reale del sequestro preventivo diretto e per equivalente, per un valore pari al profitto conseguito con il reato. Avverso detto provvedimento, la difesa decideva di presentare un’istanza di riesame innanzi al Tribunale competente, che però ne rigettava le doglianze. Il mancato accoglimento era motivato con il sostanziale convincimento che il contribuente avesse utilizzato, in qualità di legale rappresentante di un ente, crediti inesistenti a seguito di un accollo di un debito tributario da parte di due società, nonché ulteriori crediti inesistenti per la compensazione delle addizionali e dei contributi INPS. L’indagato, contro l’ordinanza di rigetto, proponeva ricorso in Cassazione, per evidenziare fra i vari motivi anche l’erronea applicazione della legge penale da parte del Tribunale del Riesame nella misura in cui non aveva disposto la riduzione del sequestro, in proporzione alla somma pagata e della conciliazione avvenuta con l’Agenzia delle Entrate nelle more del giudizio. LA DECISIONE DELLA CORTE DI CASSAZIONE La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del prevenuto. I giudici di legittimità, richiamando un consolidato orientamento in materia, hanno chiarito che la disposizione di cui all’art. 12 bis del DLgs 74/2000, in virtù della quale la confisca diretta o di valore dei beni costituenti profitto o prodotto del reato non opera per la parte che il contribuente si impegna a versare all’erario anche in presenza di un eventuale sequestro, deve essere interpretata nel senso che la misura cautelare reale opera anche in presenza dell’impegno assunto dal contribuente in ordine al pagamento. Tuttavia, prosegue la Corte, produrrà effetti solamente nel momento in cui si verifica l’evento futuro ed incerto costituito dal mancato pagamento del debito. In sostanza, la locuzione non equivale a ritenere che la misura, ossia la confisca od il sequestro ad essa preordinato, non può operare a fronte di un eventuale accordo rateale intervenuto, ma semplicemente che non diviene efficace solo per la parte garantita dall’impegno assunto, salvo essere disposta quando lo stesso non sia rispettato ed il versamento promesso non si verifichi. Nel caso di specie, non essendo intervenuto il pagamento del debito, correttamente il Tribunale del riesame non aveva disposto la rimodulazione della misura cautelare.

Reati tributari: il sequestro opera anche in presenza di un accordo rateale col Fisco

Ai fini della non operatività della misura cautelare è necessario l'integrale pagamento del debito tributario

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