Quando Agenzia delle Entrate-Riscossione può avvalersi di avvocati del libero foro?

L’istituzione dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, avvenuta mediante il D.L. n. 193/2016, ha comportato la necessità di ridefinire e meglio identificare il regime della rappresentanza in giudizio. Nel decreto, all’art. 1 comma 8, il Legislatore ha disposto che l’Amministrazione finanziaria è autorizzata ad avvalersi del patrocinio dell'Avvocatura dello Stato, ai sensi dell'art. 43, R.D. n. 1611/1933 relativo alle norme giuridiche sulla rappresentanza e difesa in giudizio dello Stato e sull'ordinamento della medesima, salve le ipotesi di conflitto. L’Ente può, inoltre, avvalersi del patrocinio degli avvocati del libero Foro nonché dei propri dipendenti per le controversie incardinate innanzi al Tribunale, al giudice di pace e alle Commissioni Tributarie ad eccezione dei casi in cui vengano in rilievo questioni di particolare rilievo economico, per le quali si rende necessario l’intervento dell’Avvocatura dello Stato. I differenti orientamenti In sede applicativa, a causa dell’assenza di una puntuale individuazione dei casi in cui l’attribuzione del patrocinio legale debba essere attribuito ad uno dei soggetti indicati dal D.L. n. 193/2016 e del recente intervento in materia da parte del Legislatore con una norma di interpretazione autentica (art. 4-novies del D.L. n. 34/2019) si sono formati due distinti orientamenti. Il primo orientamento itiene che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione debba avvalersi del patrocino dell’Avvocatura dello Stato a pena di nullità del mandato, se si costituisce in un nuovo giudizio oppure in uno già pendente alla data della sua istituzione (1° luglio 2017). Tale interpretazione incontra l’unico limite nella tempestiva presentazione delle fonti di potere dell’Avvocato del libero Foro, congiuntamente individuate sia in un atto organizzativo generale, sia in un’apposita delibera da sottoporre agli organi di vigilanza, ove sono indicate le ragioni di tale scelta. La suesposta conclusione è fondata su una serie di argomenti, fra i quali spicca quello letterale legato al testo del Codice dei contratti pubblici (articoli 4 e 7, D.Lgs. n. 50/2016), nel quale l’affidamento di un incarico ai legali del libero Foro è vincolato al rispetto dei criteri generali di selezione. Lo stesso regolamento di amministrazione dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, approvato dal Ministero dell’Economia e delle finanze il 19 maggio 2018, considera come prevalente l’ipotesi dell’avvalimento dell’Avvocatura di Stato. Il suddetto indirizzo è stato cristallizzato dalla Corte di Cassazione in una serie di pronunce, fra le quali le ordinanze n. 28741 e n. 33639 del 2018 e l’ordinanza n. 1992/2019. Un secondo e opposto orientamento, invece, ritiene che la scelta tra le alternative previste dal D.L. n. 193/2016 debba avvenire senza alcun vincolo, ma in modalità libera, data la sostanziale equiparazione dei professionisti e dipendenti preposti. A supporto di tale tesi, viene individuato un argomento letterale, desunto dal testo del D.L. n. 193/2016 (art. 1, comma 8), in base al quale l’Amministrazione finanziaria può altresì avvalersi dei professionisti del libero Foro e dei propri dipendenti, in un’ottica di equiparazione dei patrocinatori. La medesima impostazione emerge nelle premesse indicate nella convenzione (protocollo di intesa) tra l’Agenzia delle Entrate-Riscossione e l’Avvocatura Generale dello Stato. Il quadro delle fonti normative fondanti la predetta conclusione è completato con la norma di interpretazione autentica (art. 4-novies del D.L. n. 34/2019), secondo la quale l’interpretazione del comma 8 dell’art. 1, D.L. n. 193/2016, deve essere effettuata nel senso che il conferimento del patrocinio agli Avvocati del libero Foro, avviene quando non intende avvalersi dell’Avvocatura di Stato nei giudizi a quest’ultima riservati su base convenzionale. L’intervento delle Sezioni Unite La Corte di Cassazione a Sezioni Unite è intervenuta per dirimere l’inconciliabile contrasto giurisprudenziale relativo alla verifica della sussistenza di un qualche profilo dell’obbligatorietà o della facoltatività del conferimento all’Avvocatura dello Stato del patrocinio legale e, della conseguente rappresentanza in giudizio, da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. La vicenda specifica traeva origine dall’impugnazione del fermo amministrativo di un autoveicolo, disposta a seguito del mancato pagamento delle somme individuate nelle relative cartelle esattoriali, effettuata da un contribuente innanzi al Tribunale, che ne accoglieva le doglianze. L’Agente della Riscossione proponeva appello, ma la sentenza non veniva riformata e pertanto decideva di ricorrere in Cassazione, conferendo il patrocinio a un Avvocato del libero Foro, dando atto nel ricorso di essere subentrata nel giudizio a seguito dell’incorporazione dell’ex Equitalia, in virtù del D.L. n. 193/2016. La III Sezione civile, alla luce dell’evidente contrasto giurisprudenziale vigente in materia rimetteva la questione all’alto Consesso. Le Sezioni Unite con la sentenza n. 30008/2019 hanno chiarito l’assetto della rappresentanza in giudizio dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, con l’emissione di due principi di diritto. Leggi anche Agenzia delle Entrate-Riscossione: quando può ricorrere agli avvocati del libero foro? Nel primo, la Corte di Cassazione ha stabilito che resta impregiudicata la facoltà di avvalersi anche di propri dipendenti delegati, per le controversie incardinate innanzi al Tribunale e al Giudice di Pace; ma allo stesso tempo, il patrocinio dovrà essere conferito all’Avvocatura dello Stato nei casi previsti dalla convenzione o nelle ipotesi in cui vengono in rilievo questioni di particolare rilevanza economica. Inoltre, in via del tutto equipollente, senza alcun bisogno di formalità e della richiamata delibera di cui all’art. 43, R.D. n. 1611/1933, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione potrà avvalersi degli avvocati del libero Foro, nel rispetto dei requisiti individuati dal Codice dei contratti pubblici e dal D.L. n. 193/2016, nei casi residuali e nelle ipotesi in cui l’Avvocatura dello Stato non sia disponibile ad assumere il patrocinio. Con il secondo principio, le Sezioni Unite hanno specificato che - nelle ipotesi in cui il patrocinio debba essere attribuito necessariamente all’Avvocatura di Stato, in virtù della convenzione pattuita, ma questa risulti indisponibile - la costituzione in giudizio mediante un avvocato del libero Foro postula necessariamente e implicitamente la sussistenza del relativo presupposto di legge, senza alcun bisogno di allegazione e di prova al riguardo, nemmeno nel giudizio di legittimità.

Quando Agenzia delle Entrate-Riscossione può avvalersi di avvocati del libero foro?

Sanciti dalle Sezioni Unite i casi in cui l'Agenzia della Riscossione deve rivolgersi all'Avvocatura di Stato o può scegliere avvocati del libero foro

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