Pil -0,2% nel quarto trimestre: recessione tecnica. Occupazione a livelli pre crisi

Di Maio: "Governi prima di noi ci hanno mentito". Giù la Borsa: Piazza Affari chiude a -0,21%. Dati Istat: disoccupazione al 10,3% (-0,2%). In lieve crescita quella giovanile, al 31,9% (+0,1%)

Pil -0,2% nel quarto trimestre: recessione tecnica. Occupazione a livelli pre crisi
Di Maio Governi prima di noi ci hanno mentito Giù la Borsa Piazza Affari chiude a 021 Dati Istat disoccupazione al 103 02 In lieve crescita quella giovanile al 319 +01
Nel quarto trimestre del 2018 il Pil italiano è sceso dello 0,2% sul trimestre precedente e salito dello 0,1% su base annua. L’economia italiana entra ufficialmente in recessione tecnica. La certificazione a quanto già preannunciato dal premer Giuseppe Conte arriva dall’Istat. Si tratta – spiega l’Istituto di statistica – del secondo calo congiunturale consecutivo dopo il -0,1% segnalato nel terzo trimestre dell’anno scorso, primo segno negativo dal secondo trimestre del 2014. Il vicepremier Luigi Di Maio commenta: “Chi stava al governo prima di noi ci ha mentito, non ci ha mai portato fuori dalla crisi”. Borse in calo: Piazza Affari chiude a -0,21%, dopo aver toccato nel primo pomeriggio anche il -0,62%. Spread contenuto a 243 punti. Intanto sempre dall’Istituto di statistica arrivano i dati sull’occupazione, che a dicembre 2018 si attesta al 58,8%, in lieve aumento di 0,1 punti percentuali. L’Istat spiega: è il livello più alto da prima della crisi, ovvero da aprile 2008, quando era pari al 58,9%.

Recessione tecnica
La contrazione del Pil (-0,2%) registrata nel quarto trimestre 2018 segna per l’economia italiana l’entrata in recessione tecnica. Per l’Istat si tratta del peggiore risultato da 5 anni a questa parte. Per ritrovare un calo simile, infatti, l’Istituto di Statistica spiega che bisogna risalire al quarto trimestre del 2013, quando il Pil segnò appunto un equivalente -0,2%.

Borse in calo
Piazza Affari chiude a -0,21%, dopo aver toccato nel primo pomeriggio il -0,62%. Bper affonda del 6%, Banco Bpm del 4,8%, Ubi del 4,7%, Unicredit del 4% e Intesa Sanpaolo del 3,2%. Pesano i timori che la gelata dell’economia possa generare nuovi crediti deteriorati e rendere più difficoltoso lo smaltimento dello stock di sofferenze accumulato sotto la precedente crisi finanziaria. Intanto lo Spread chiude in lieve rialzo a 244 punti.

Disoccupazione
Il tasso di disoccupazione è sceso a dicembre 2018 al 10,3% (-0,2 punti percentuali). Lo comunica ancora l’Istat, sottolineando che dicembre è stato il secondo mese consecutivo di calo. Malgrado ciò, la diminuzione non è stata sufficiente ad evitare un aumento della disoccupazione nella media del quarto trimestre, periodo in cui – in base ai dati ancora provvisori – si è registrato un aumento dei disoccupati pari a 63 mila unità (+2,4%). Ad aumentare, seppur lievemente, è invece il tasso di disoccupazione giovanile, pari al 31,9% (+0,1%). Intanto nel quarto trimestre del 2018 il Pil italiano è sceso dello 0,2% sul trimestre precedente e salito dello 0,1% su base annua.

A dicembre 2018 – spiega l’Istat – l’occupazione è cresciuta dello 0,9% rispetto a dicembre del 2017, pari a 202 mila unità in più. Ad aumentare, in particolare, sono stati i lavoratori a termine (+257 mila) e gli indipendenti (+34 mila), mentre sono diminuiti i dipendenti permanenti (-88 mila). Nel confronto tra dicembre e novembre 2018, gli occupati sono stati 23 mila in più (+0,1%). Le dinamiche occupazionali sono state le stesse: 47 mila lavoratori a termine, +11 mila autonomi e -35 mila dipendenti.

Nel confronto per genere, cresce l’occupazione femminile e cala quella maschile. Si conferma inoltre il calo già registrato a novembre della stima delle persone in cerca di occupazione (-1,6%, pari a -44mila unità). La diminuzione si concentra prevalentemente tra gli uomini e le persone maggiori di 35 anni. In lieve calo a dicembre anche la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni: -0,1% pari a -16mila unità. Quest’ultima flessione si concentra invece tra le donne ed è distribuita tra tutte le classi di età ad esclusione dei 25-34enni (+28mila). Tasso di inattività comunque stabile al 34,3%.

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