Pensioni: nel 2019 cresce il numero di quelle anticipate, in diminuzione le liquidazioni di vecchiaia

Raggiunta l’armonizzazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia tra uomini e donne

Pensioni: nel 2019 cresce il numero di quelle anticipate, in diminuzione le liquidazioni di vecchiaiaNel 2018 si è concluso il percorso di equiparazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia tra uomini e donne nel settore dei dipendenti privati e dei lavoratori autonomi. La pensione di vecchiaia nel 2018 è stata infatti erogata al raggiungimento dei 66 anni e 7 mesi di età sia per gli uomini che per le donne, arrivando quindi alla completa armonizzazione dei requisiti per tutti i lavoratori dipendenti privati ed i lavoratori autonomi. A riportarlo è l’Inps in una nota di monitoraggio dei flussi di pensionamento aggiornati al 30 giugno 2019.

Inoltre, per la pensione anticipata, nel 2018 è entrata stabilmente a regime la possibilità di pensionamento anticipato con soli 41 anni di contributi, per i cosiddetti “lavoratori precoci” (12 mesi di contributi maturati entro il compimento dei 19 anni di età), nei limiti dei Fondi annualmente stanziati e con richiesta di certificazione dei requisiti per l’accesso al beneficio entro il 1° marzo 2018.

Nel primo semestre del 2019 si registra un numero complessivo di liquidazioni di vecchiaia decisamente inferiore al corrispondente valore del 2018. Il numero delle pensioni anticipate, invece, nella rilevazione del 2019 risulta molto elevato rispetto al corrispondente valore dell’anno precedente, anche perché, a partire dal mese di aprile, cominciano ad essere percepibili gli effetti derivanti dall’applicazione del DL 4/2019 in merito alla nuova forma di pensionamento anticipato da esso introdotta, e cioè la cosiddetta “Quota 100”.

Per gli assegni sociali è previsto nel 2019 l’innalzamento del requisito di età da 66 anni e 7 mesi a 67 anni per effetto dell’incremento della speranza di vita. Per questo tipo di prestazione, oltre al requisito anagrafico, il diritto è accertato anche in base al reddito personale per i cittadini non coniugati e in base al reddito cumulato con quello del coniuge, per i cittadini coniugati.

Nel complesso, osservando poi gli indicatori statistici del 2019, – spiega l’Istituto di previdenza – quanto alla composizione per categoria, si rileva un peso triplicato delle pensioni di anzianità/anticipate su quelle di vecchiaia rispetto al dato annuo del 2018, poiché i requisiti richiesti per quest’ultimo tipo di trattamento si sono innalzati per effetto dell’incremento per speranza di vita, mentre per quelli relativi alle pensioni di anzianità/anticipate tale incremento è stato disapplicato con DL 4/2019, e soprattutto è stata introdotta una nuova possibilità di uscita anticipata con la cosiddetta “Quota 100”. Sempre a causa dell’innalzamento del requisito di vecchiaia per effetto dell’incremento della speranza di vita, anche per quanto riguarda il peso delle pensioni di invalidità su quelle di vecchiaia l’indicatore statistico risulta più elevato nel 2019 rispetto all’analogo valore del 2018. Anche nell’indicatore che rappresenta il peso percentuale delle pensioni femminili su quelle maschili il 2019 presenta un valore superiore a quello del 2018 a causa dell’innalzamento nel 2018 dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia delle donne. Infine si registra a livello territoriale nei due anni in esame un peso delle pensioni liquidate a residenti nel Nord Italia sostanzialmente analogo.

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