Omesso versamento ritenute: irregolarità sanabile entro 24 mesi

È stato approvato un emendamento al decreto Semplificazioni da parte delle Commissione riunite Affari costituzionali e Lavori pubblici del Senato che eleva a 24 mesi il termine per sanare l’omesso versamento delle ritenute previdenziali ed assistenziali da parte del datore di lavoro. Contribuzione e versamento delle ritenute La contribuzione complessivamente dovuta dal datore di lavoro è comprensiva della quota a carico del lavoratore, detratta dall’imponibile complessivo e trattenuta a quest’ultimo, al momento della corresponsione della retribuzione. Le ritenute previdenziali e assistenziali, operate dal datore di lavoro sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti, devono essere comunque versate e possono essere portate a conguaglio con le somme anticipate dal datore di lavoro per conto dell’ente previdenziale (art. 2 comma 1 della legge 11.11.1983, n. 638) soltanto se la somma algebrica tra i contributi dovuti e le somme anticipate produce un saldo a credito del datore di lavoro. La norma si applica per tutti i datori di lavoro, comprese i datori di lavoro agricolo, che abbiano alle proprie dipendenze lavoratori a tempo determinato e indeterminato, con l’unica eccezione dei datori di lavoro domestico. I committenti, che si avvalgono delle prestazioni di collaboratori, tenuti al versamento della contribuzione all’INPS nella Gestione separata, rientrano nell’applicazione della norma per tutte le prestazioni rientranti nell’alveo delle collaborazioni ed i compensi corrisposti agli amministratori. Il datore di lavoro, in quanto soggetto tenuto al versamento dell’intera contribuzione, quindi anche delle ritenute previdenziali e assistenziali, è l’unico responsabile della regolare esecuzione di questo adempimento. Proprio a questa disciplina, di tutela dei lavoratori dipendenti, si applica l’emendamento al Decreto Semplificazioni, approvato in Commissione riunite Affari costituzionali e Lavori pubblici del Senato, che porta a 24 mesi il termine per sanare l’omesso versamento delle ritenute previdenziali ed assistenziali operate dal datore di lavoro. Depenalizzazione del reato A seguito della depenalizzazione di numerose ipotesi di reato in materia di lavoro e previdenza obbligatoria, operata dal D.Lgs. n. 8 del 2016 è stata prevista la trasformazione di molte violazioni in illeciti amministrativi. In materia di omesso versamento delle ritenute previdenziali, la depenalizzazione è stata solo parziale, prevedendo una soglia economica, pari a 10.000 euro, al di sotto della quale al datore di lavoro viene applicata una sanzione amministrativa pecuniaria che va da euro 10.000 a euro 50.000. Ne deriva che: - l’omesso versamento delle ritenute per un importo superiore a euro 10.000 annui è punito con la reclusione fino a tre anni e la multa fino a 1032 euro; – l’omesso versamento per un importo fino a 10.000 euro annui non costituisce reato ed è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 10.000 a euro 50.000. L’arco temporale da considerare per la corretta determinazione della soglia dell’importo di euro 10.000 è quello che intercorre tra il 1° gennaio ed il 31 dicembre di ciascun anno civile. I versamenti che concorrono alla determinazione della soglia, sono quelli relativi al mese di dicembre dell’anno precedente all’annualità considerata, da versare entro il 16 gennaio, fino a quelli relativi al mese di novembre dell’annualità considerata, la cui scadenza di versamento è il 16 dicembre. Vantaggi per i datori di lavoro Il decreto semplificazioni, con l’emendamento approvato, prevede la non punibilità a fronte di un comportamento attivo da parte del datore di lavoro, qualora il versamento venga effettuato entro 24 (oggi 3) mesi dalla contestazione o dall’accertamento della violazione. Il datore di lavoro che non provveda entro i 24 mesi, potrà versare, entro i successivi 60 giorni, l’importo della sanzione in misura ridotta pari alla terza parte del massimo della sanzione o, qualora più favorevole, pari al doppio del minimo. In questo caso l’importo sarà pari ad euro 16.666, ovvero un terzo del massimo. L’assenza del pagamento nei termini assegnati consentirà l’avvio del procedimento di emissione dell’ordinanza ingiunzione per l’irrogazione della sanzione pecuniaria fino alla misura edittale di 50.000 euro. Il superamento della soglia conferma la natura penale dell’illecito. Tale condizione sarà verificabile solo alla scadenza dell’annualità considerata, dopo il 16 gennaio dell’anno successivo. Anche per questa fattispecie, verrà assegnato al datore di lavoro un termine di 24 mesi per il versamento delle ritenute omesse, il versamento nei termini costituisce causa di non punibilità. Il mancato pagamento entro i termini assegnati, sarà seguito dalla denuncia di reato all’Autorità Giudiziaria. L’intervento del legislatore si è reso necessario, anche a seguito delle numerose richieste inoltrate dai Consulenti del Lavoro, per consentire una completa armonizzazione della disciplina del DURC con riferimento alle attuali possibilità di regolarizzazione legate alla rottamazione dei ruoli. Rottamazione e DURC In caso di notifica di un provvedimento di contestazione della violazione in esame alle aziende che hanno aderito alla rottamazione delle cartelle, il termine di 3 mesi attualmente previsto si poneva in aperto contrasto con i termini di pagamento previsti per chi aderisce alla definizione agevolata. Accade spesso, infatti, che il pagamento delle prime rate della rottamazione non copra l'intero importo delle ritenute omesse, che devono comunque essere integralmente versate entro i tre mesi dalla diffida, per evitare l’applicazione delle sanzioni. Il nuovo termine, fissato a 24 mesi, consente ai soggetti richiedenti di fruire pienamente dei termini, da quest’anno fissati a 5 anni, per il pagamento delle rate. Al riguardo va ricordato che è previsto il rilascio del documento unico di regolarità contributiva (DURC), in favore dei contribuenti che hanno presentato dichiarazione di adesione alla definizione agevolata dei carichi affidati agli Agenti della Riscossione.

Omesso versamento ritenute: irregolarità sanabile entro 24 mesi

L'omesso versamento delle ritenute previdenziali ed assistenziali operate dal datore di lavoro sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti è sanato se il pagamento avviene entro 24 mesi dalla contestazione o dalla notifica dell'avvenuto accertamento della violazione

Lascia un commento Annulla risposta