Omessa dichiarazione: la prescrizione decorre dal 91° giorno successivo alla scadenza del termine di presentazione

Il delitto di omessa dichiarazione, di cui all’art. 5 del D.Lgs. n. 74/2000 si consuma alla scadenza del novantesimo giorno dal termine ultimo, previsto dalla legge ai fini fiscali, per la presentazione della dichiarazione annuale. La prova della mancata presentazione del documento fiscale nei termini sanciti ricade sulla pubblica accusa. E' il principio di diritto emanato dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 8340 del 2 marzo 2020. IL FATTO Un contribuente veniva condannato per il delitto di omessa dichiarazione, in violazione dell’art. 5 del D.Lgs. n. 74/2000. Questi, infatti, in qualità di amministratore di una società, al fine di evadere le imposte sui redditi e l'IVA, non presentava essendovi obbligato la dichiarazione annuale, sottraendosi così alla corrispettiva pretesa fiscale. A suo carico si apriva un processo penale, che si concludeva sia in primo sia in secondo grado, previo riconoscimento delle attenuanti generiche, con la condanna del contribuente. Avverso la predetta sentenza la difesa dell’imputato proponeva ricorso in Cassazione, per evidenziare il mancato accertamento dell’eventuale presentazione della dichiarazione nel termine per il ravvedimento operoso, di cui all’art. 7, D.P.R. n. 322/1998, invertendo altresì l’onere della prova. L’organo inquirente, secondo la difesa, avrebbe dovuto accertare l’eventuale mancato rispetto del termine tardivo per la presentazione della dichiarazione e, quindi della data di consumazione del reato. LA DECISIONE DELLA CORTE DI CASSAZIONE La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dal contribuente. In particolare, i giudici di legittimità richiamando un consolidato orientamento, asseriscono che il termine di 90 giorni, previsto a favore del contribuente ai fini della presentazione della dichiarazione dei redditi, dopo la scadenza del termine ordinario, di fatto non configura una causa di non punibilità, ma rappresenta un termine ulteriore per adempiere agli obblighi dichiarativi e per individuare l’effettivo momento consumativo. Pertanto, prosegue la Corte, il termine di prescrizione del reato di omessa dichiarazione decorre dal giorno 91 successivo alla scadenza del termine ultimo sancito dalla legge per la presentazione della dichiarazione annuale. Inoltre, trattandosi di un reato omissivo a consumazione istantanea, questo può considerarsi tale solo alla scadenza dei 90 giorni decorrenti dal momento ultimo stabilito ai fini fiscali, per la presentazione della dichiarazione annuale. Il contribuente, infatti, potrà adempiere dopo la scadenza del suddetto termine, ma prima di quello ulteriore dei 90 giorni e, come tale occorre fornire la prova che allo spirare di quest’ultima scadenza effettivamente sia stata omessa la presentazione. Nel caso di specie, non era emersa detta prova nel corso del processo. Da qui l’accoglimento del ricorso.

Omessa dichiarazione: la prescrizione decorre dal 91° giorno successivo alla scadenza del termine di presentazione

Ai fini del reato di omessa dichiarazione e ai fini di evasione la prescrizione decorre dal 91° giorno successivo alla scadenza ultima. Onere della prova della mancata presentazione della dichiarazione annuale a carico dell'accusa

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