I benefit offerti dall’azienda, seppur con l’intento di promuovere la propria immagine, costituiscono un arricchimento per i dipendenti, in quanto non possono considerarsi erogati nell'esclusivo interesse del datore di lavoro. Il rispettivo valore normale viene, dunque, ad essere assoggettato alla disciplina ordinaria in materia di fringe benefit, trattandosi di beni o servizi in natura forniti a titolo gratuito. Quanto può risparmiare il datore di lavoro se prevede precisi obblighi contrattuali per il loro uso? Chi Nell’ambito dei rapporti di lavoro subordinato i dipendenti possono percepire, in aggiunta e non in sostituzione della retribuzione tabellare riconosciuta dai CCNL applicati in azienda, degli ulteriori compensi in natura, consistenti in opere, servizi, prestazioni e beni, anche prodotti dallo stesso datore di lavoro. Ai fini della determinazione in denaro del valore normale dei beni e dei servizi ceduti ai dipendenti occorre la legge impone di prendere a riferimento al prezzo mediamente praticato dalla stessa azienda nelle cessioni al grossista. Rimane esente da imposizione fiscale il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati se complessivamente di importo non superiore, nel periodo d'imposta, a 1.000 euro per ciascun periodo d’imposta. Tale importo è elevato a 2.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico. Attenzione Il reddito da assoggettare a tassazione è pari al valore normale soltanto se il bene è ceduto o il servizio è prestato gratuitamente (ciò vale anche nel caso dei beni prodotti dall'azienda e ceduti gratuitamente al dipendente), se, invece, per la cessione del bene (anche in caso di bene prodotto dall'azienda e ceduto al dipendente) o la prestazione del servizio il dipendente corrisponde delle somme (con il sistema del versamento o della trattenuta), è necessario determinare il valore da assoggettare a tassazione sottraendo tali somme dal valore normale del bene o del servizio. Cosa L'art. 51, comma 1, del TUIR dispone che “Il reddito di lavoro dipendente è costituito da tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo di imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro”. Tale disposizione sancisce, quale principio base, l'onnicomprensività del reddito di lavoro dipendente, ovvero l'assoggettamento a tassazione, in generale, di tutto ciò che il lavoratore dipendente percepisce in relazione al rapporto di lavoro, salvo le tassative deroghe di esenzione contenute nei successivi commi del medesimo art. 51. L'ampia locuzione legislativa ricomprende, oltre alla retribuzione corrisposta in denaro, anche quei ''vantaggi economici'' che i lavoratori subordinati possono conseguire ad integrazione della stessa. Attenzione Tuttavia, occorre tener presente che non concorrono alla formazione della base imponibile fiscale del dipendente: le somme che non costituiscono un arricchimento per il lavoratore (ad esempio indennizzi ricevuti a mero titolo di reintegrazione patrimoniale come le indennità di mensa o i buoni pasto); le erogazioni effettuate per un esclusivo interesse del datore di lavoro. Come Nel caso di beni forniti in omaggio ai dipendenti in quanto prodotti o commercializzati dal datore di lavoro, il loro utilizzo, in assenza di obblighi contrattuali specifici, può essere finalizzato soddisfare esigenze personali. Inoltre, il lavoratore potrebbe anche decidere di non fruirne. Ne deriva che gli stessi non possono considerarsi erogati nell'esclusivo interesse del datore di lavoro. Il tema è stato affrontato dall’Agenzia delle Entrate nella risposta n. 89 dell’11 aprile 2024. Attenzione Nel caso invece in cui il datore di lavoro commercializza e vende ai propri dipendenti beni o servizi ad un prezzo scontato, l'eventuale rilevanza reddituale deve essere considerata in base alle regole ordinarie, sottraendo dal valore normale il corrispettivo trattenuto al dipendente. Quando La disciplina inerente la valutazione dei requisiti per la definizione dei fringe benefit prevista dal TUIR è strutturalmente in vigore. Attenzione La disposizione che aumenta da 258,23 euro a 1.000 euro l’importo esente da contribuzione e imposizione fiscale è valida per il periodo d’imposta 2024. Calcola il risparmio Lavoratore in forza presso un’azienda che applica il CCNL terziario Confcommercio - livello di inquadramento 4. La retribuzione di base è pari a 24.066 euro. La contribuzione ordinaria INPS a carico del datore di lavoro è di 6.738 euro. Il datore di lavoro concede in omaggio i propri dipendenti alcuni capi di abbigliamento, non brandizzati, che gli stessi possono indossare in ufficio o anche in occasione di attività extralavorative, anche al fine di diffondere la conoscenza approfondita dei prodotti e la capacità dei dipendenti di trasmettere l'eccellenza degli stessi alla clientela, nell'ambito della strategia aziendale. Il valore normale di questi beni messi a disposizione dei dipendenti è calcolato il 1.900 euro annui. Il datore di lavoro può scegliere se: - vincolare l’utilizzo dei beni resi disponibili al solo utilizzo in occasione di lavoro; - lasciare il dipendente libero di utilizzare o meno i beni concessi gratuitamente, sia in azienda che al di fuori della stessa; - in alternativa, volendo comunque premiare e motivare il dipendente, riconoscergli un importo equivalente al valore normale a titolo di superminimo. Risparmio % Dall’analisi dei dati esposti è possibile osservare che: - nel caso di un dipendente senza figli fiscalmente a carico: il vincolo all’utilizzo dei capi d’abbigliamento messi a disposizione del lavoratore incide in termini di risparmio sul costo del lavoro, sottraendo il valore normale dei beni alla rilevanza in termini di fringe benefit e consentendo al datore di lavoro di risparmiare circa l’8% sul complessivo costo del lavoro. In caso contrario, infatti, tale valore superando i 1.000 euro annui determina la totale imponibilità e di fatto parificando la fattispecie all’ipotesi di erogazione di un superminimo in denaro. - nel caso di un dipendente con figli fiscalmente a carico: il vincolo all’utilizzo dei capi d’abbigliamento messi a disposizione del lavoratore rimane indifferente, in termini di risparmio sul costo del lavoro, rispetto al libero utilizzo. In entrambi i casi, infatti, spetta la totale non imponibilità del valore del bene concesso in omaggio e si determina il risparmio, nella misura dell’8%, sul totale costo del lavoro. Dipendente senza figli fiscalmente a carico Superminimo Beni o servizi a titolo gratuito Beni e servizi (interesse aziendale) Retribuzione ordinaria 24.066 euro 24.066 euro 24.066 euro Superminimo annuo 1900 euro 0 euro 0 euro Valore normale del bene o servizio - 1.900 (totalmente imponibile perché > 1.000 euro) 0 Oneri contributivi 7.270 euro 7.270 euro 6.738 euro Totale costo annuale 33.236 euro 33.236 euro 30.804 euro Risparmio 8% Dipendente con figli fiscalmente a carico Superminimo Beni o servizi a titolo gratuito Beni e servizi (interesse aziendale) Retribuzione ordinaria 24.066 euro 24.066 euro 24.066 euro Superminimo annuo 1900 euro 0 euro 0 euro Valore normale del bene o servizio - 1.900 (totalmente esente perché < 1.000 euro) 0 Oneri contributivi 7.270 euro 6.738 euro 6.738 euro Totale costo annuale 33.236 euro 30.804 euro 30.804 euro Risparmio 8% 8%