Mancato rinvio scadenze, CUP e RPT appoggiano la protesta del Consiglio nazionale dei Commercialisti

Lo scrivono in una nota la presidente del Comitato Unitario delle Professioni, Marina Calderone, e il coordinatore della Rete delle Professioni Tecniche, Armando Zambrano

Il Comitato Unitario delle Professioni (CUP) e la Rete delle Professioni Tecniche (RPT) appoggiano la protesta del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili che, in seguito al mancato rinvio delle scadenze fiscali dal 20 luglio al 30 settembre, sta valutando concrete azioni di protesta insieme alle sigle sindacali della categoria che, domani alle ore 16, terranno in Senato una conferenza stampa per annunciare le forme di protesta dei Commercialisti contro il mancato slittamento degli adempimenti tributari.

“Dopo mesi di blocco delle attività economiche del Paese per effetto dell’emergenza sanitaria da Covid-19 – scrivono in un comunicato la presidente del CUP Marina Calderone e il coordinatore della RPT Armando Zambrano –, la mancanza di liquidità tra imprese, professionisti e contribuenti è una situazione di fatto. Ed è, quindi, quanto mai ingiustificata la scelta del Governo di non rinviare le scadenze fiscali al 30 settembre 2020, come richiesto dai Commercialisti italiani”.

Il rinvio delle scadenze fiscali è solo l’ultima proposta delle professioni italiane non accolte dal Governo, nonostante le aperture registrate dallo stesso Esecutivo durante gli Stati Generali dell’economia. “Prima c’erano state le diverse richieste dei Consulenti del Lavoro di semplificare gli ammortizzatori sociali a favore di una modalità più coerente con le esigenze delle imprese in uno dei momenti più difficili per il mercato del lavoro italiano – si legge ancora nella nota di CUP e RPT –. Ma anche la proposta di non escludere, come fatto, gli iscritti agli Ordini dai contributi a fondo perduto e la sottolineatura del mancato ampliamento delle funzioni sussidiarie degli Ordini. Due sollecitazioni, queste ultime, arrivate al premier Giuseppe Conte, facendo leva sulla legge 81/2017 (il c.d. Jobs act degli Autonomi) che ha stabilito a livello normativo, nel primo caso, l’equiparazione fra i professionisti e le imprese italiane e previsto, nel secondo caso, una delega ben precisa ma mai esercitata dai Governi precedenti”.

“L’ormai prossima scadenza delle tutele messe in campo dal Governo in assenza di una vera ripartenza dell’economia, frenata dalle preoccupazioni legate ad una nuova pandemia autunnale, rischia di far scoppiare un’emergenza sociale – concludono Marina Calderone e Armando Zambrano –. Per scongiurarla, i professionisti, che con senso di responsabilità stanno assistendo imprese, lavoratori e famiglie nella gestione e nell’attuazione delle misure messe in campo dal Governo, ancora una volta sollecitano l’Esecutivo ad ascoltare chi conosce bene il tessuto produttivo del Paese, le sue difficoltà e ha le idee per favorire le vere semplificazioni”.

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