Si va completando il quadro definitivo del nuovo “tassa e vinci", originariamente previsto dall'art. 1, comma 540 e ss., legge n. 232/2016 e rinviato al 1° gennaio 2020 dall'art. 18 del D.L. n. 119/2018 e, secondo altre anticipazioni, il nuovo gioco a premi consentirà di partecipare a plurime estrazioni mensili, con vincite fino a 50.000 euro e a un'estrazione finale annuale con un premio di un milione di euro a favore di quei consumatori finali che effettueranno acquisti di beni o servizi, fuori dall'esercizio di attività di impresa, arte o professione, presso soggetti tenuti alla trasmissione telematica dei corrispettivi. Per partecipare alla lotteria nazionale occorre fornire il proprio codice fiscale ma, ad oggi, nessuna norma avrebbe imposto all’esercente di accettare e comunicare tale codice al Fisco. Stante, quindi, l’assenza di una specifica sanzione per il rifiuto o mancato invio dell’identificativo fiscale, qualche commerciante avrebbe potuto immaginare di non trasmettere uno degli elementi indispensabili per la partecipazione del cliente a questa riffa di Stato. Cosa prevede il decreto fiscale Ecco, allora, arrivare con il decreto fiscale 2020 la sanzione dissuasiva per i comportamenti omissivi illegittimi degli esercenti commerciali che - secondo la Relazione tecnica governativa - lascerebbe ipotizzare un incremento di introiti erariali plausibilmente quantificabile in circa 13,5 milioni di euro dovuto ad un effetto deterrenza, in quanto questa nuova previsione sanzionatoria spingerebbe l’adempimento fedele dell’obbligo della trasmissione telematica anche da parte di quell’esercente non proprio entusiasta nel trasmettere l’operazione. La nuova misura tende particolarmente a dissuadere l’infedeltà fiscale nel caso di pagamento in contanti da parte del cliente, in quanto l'utilizzo di pagamenti elettronici dei consumatori renderebbe già di suo molto più rischiosa un’eventuale mancanza di trasmissione telematica del corrispettivo e del nominativo legato allo stesso, omissione che, ovviamente, sarebbe facilmente contestabile dagli organi verificatori. Al riguardo, appare utile ricordare che la probabilità di vincita dei premi sarà aumentata del 100% per chi effettuerà pagamenti elettronici, rispetto alle transazioni effettuate mediante denaro contante. Dal prossimo anno, quindi, come già in Portogallo, Malta e Slovacchia, anche in Italia partirà questo nuovo gioco dal quale il Governo si attende grandi effetti nel contrasto all’evasione fiscale, ma rimane una certa perplessità sulla cifratura ipotizzata nella stima del recupero di gettito quantificata con la stretta sanzionatoria sui commercianti restii a comunicare al Fisco il codice fiscale dei clienti. Il gettito atteso Per il Governo, infatti, poiché l’ammontare IVA associato alle cessioni B2C da parte di soggetti con volume d’affari inferiore a 5 milioni, con l’esclusione di esercenti di arti e professioni, è pari a circa 35 miliardi di euro, applicando il tasso di incremento ipotizzato dello 0,03% a tale ammontare, si otterrebbe un aumento di gettito IVA di 10,5 milioni di euro e a questo si andrebbe ad aggiungere un recupero di gettito di imposte dirette stimato in ragione di 0,289 euro per ogni euro di IVA recuperata. Non è mai stato chiarissimo il fondamento logico-statistico dell’elaborazione delle stime ipotizzate sul versante delle entrate del bilancio pubblico ed è proprio per questo che le stesse vengono ritualmente accolte da generale scetticismo e come profezie spesso illusorie. Per dare copertura finanziaria seria a impegni di spesa programmati, servirebbe invece un preventivo delle entrate pubbliche con definizione di obiettivi più verosimili e non con mere speranze, spesso declinate in introduzione di misure che promettono prodigi per sconfiggere l'evasione fiscale o in stratagemmi a cui troppo spesso viene fatto ricorso solo per decorare i bilanci con previsioni aleatorie. Anche questa norma che, minacciando la punizione del commerciante refrattario a trasmettere i codici fiscali dei suoi clienti, ritiene sia plausibile ipotizzare un aumento di gettito erariale di circa 13,5 milioni di euro, sembra appartenere a questa categoria. Potrebbe, infatti, garantire anche un introito anche triplo rispetto a quello stimato, ma è una misura troppo incerta per poterla cifrare con ragionevole certezza.