Legge di Bilancio 2019: stop a maggiori deduzioni e credito d’imposta IRAP

La legge di Bilancio 2019 elimina dallo scenario fiscale italiano le maggiori deduzioni IRAP e il credito d'imposta del 10% riconosciuto alle imprese senza lavoratori dipendenti. La cancellazione ai fini IRAP è stata disposta durante l'iter di approvazione della legge di Bilancio, in seno al maxi-emendamento n. 1.9000 che ha riscritto e, dunque, disposto l'abrogazione delle deduzioni e del credito d'imposta in materia di IRAP. Il traguardo della novità è approdato poi definitivamente nell'art. 1, commi da 1085 a 1087, legge n. 145/2018. La novità La novella introduce dal 2019 un cambiamento che interviene direttamente nelle norme che regolano la determinazione della base imponibile ai fini IRAP e al contempo elide la previsione normativa che riconosceva un credito d'imposta del 10% ai fini IRAP alle aziende e le imprese che non ricorrevano a lavoratori dipendenti. L'abrogazione disposta dalla norma in commento riguarda nello specifico: - la deduzione, di cui all'art. 11, comma 1, lettera a), n. 3), D.Lgs. n. 446/1997; - il credito d'imposta, di cui all'art. 1, comma 21, legge n. 190/2014. Si parla, rispettivamente, delle maggiori deduzioni IRAP previste per le assunzioni a tempo indeterminato di under 35 e delle donne nelle regioni del Sud Italia e del credito d'imposta riconosciuto a chi invece non avesse dipendenti. Il legislatore è intervenuto in materia di IRAP con lo scopo di incrementare, con le risorse correlate all'abrogazione, il Fondo interventi strutturali di politica economica di cui all’art. 10, comma 5, D.L. n. 282/2004 disponendo, in tal senso, un incremento del Fondo pari a 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020. Maggiore deduzione Niente più sconti, dunque, sul valore della produzione. L'intervento è diretto e cambia parte dell'art. 11, D.Lgs. n. 446/1997 contenente le disposizioni, in materia di deduzioni, ai fini della determinazione del valore della produzione netta. La legge di Bilancio 2019 interviene in materia di deduzioni abrogando quelle che, nella determinazione dell'IRAP, contrastavano il c.d. cuneo fiscale. Per comprendere la novità normativa ripercorriamo le disposizioni inerenti le deduzioni per lavoro dipendente spettanti su base annua ovvero quelle accolte all'art. 11 ai numeri 2 e 3) della lettera a) del comma 1. Secondo queste norme, le deduzioni spettanti ai soggetti passivi d'imposta - indicati all’art. 3, comma 1, lettere da a) a e), D.Lgs. n. 446/1997, escluse le imprese operanti in concessione e a tariffa nei settori dell’energia, dell’acqua, dei trasporti, delle infrastrutture, delle poste, delle telecomunicazioni, della raccolta e depurazione delle acque di scarico e della raccolta e smaltimento rifiuti, erano alternativamente: - al n. 2), la deduzione pari a 7.500 euro, su base annua, per ogni lavoratore dipendente a tempo indeterminato impiegato nel periodo di imposta; aumentata a 13.500 euro per i lavoratori di sesso femminile nonché per quelli di età inferiore ai 35 anni; - al n. 3), la deduzione di 15.000 euro, su base annua per i lavoratori a tempo indeterminato impiegati nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia; ulteriormente incrementata a 21.000 euro per i lavoratori di sesso femminile nonché per quelli di età inferiore ai 35 anni impiegati nelle medesime regioni. Nota bene La maggiore deduzione (15.000 o 21.000 euro):- non spettava neanche a banche, altri enti finanziari e imprese di assicurazione; - era alternativa a quella di cui al n. 2); - era soggetta alle regole in materia di aiuti de minimis di cui al regolamento (UE) n. 1407/2013. In seguito alla legge di Bilancio 2019, è abrogata esclusivamente la "maggiore" deduzione prevista dall'art. 11, comma 1, lettera a), n. 3), mentre rimane in essere la deduzione forfettaria di cui al n. 2). Pertanto, la deduzione fruibile dal 2019 è quella forfettaria pari a un importo di: - 7.500 euro, su base annua, per ogni lavoratore dipendente a tempo indeterminato impiegato nel periodo di imposta; - 13.500 euro nel caso di lavoratori di sesso femminile nonché per quelli di età inferiore ai 35 anni. Nota bene Ai sensi dell’art. 11, comma 4-bis.2, sia la deduzione forfetaria di base, sia quella maggiorata, andavano ragguagliate:- in caso di periodo d’imposta di durata inferiore o superiore a 12 mesi e in caso di inizio e cessazione dell’attività in corso d’anno; - per i lavoratori non impiegati per l’intero periodo d’imposta, occorre considerare gli effettivi giorni di calendario in cui gli stessi fanno parte della forza lavoro (circolare n. 61/E/2007); - in caso di contratti di lavoro a tempo indeterminato e parziale le deduzioni ridotte in misura proporzionale. Infine, sempre nell'ambito delle deduzioni il Dossier di commento alla legge di Bilancio 2019 pubblicato dal Governo evidenzia come il venire meno della facoltà di fruire della deduzione prevista dall'art. 11, comma 1, lettera a), n. 3), ha come diretta conseguenza anche la modifica di coordinamento al comma 4-bis.2 del medesimo articolo, ovvero la norma che dispone la deducibilità anche dei contributi assistenziali e previdenziali riguardanti i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato. In essa i riferimenti al n. 3) vengono abrogati, infatti, l'art. 1, comma 1085, della legge di Bilancio 2019 prevede testualmente l'elisione al comma 4-bis.2 delle parole: «numeri 2) e 3)» e la sostituzione dalle seguenti: «numero 2)». Credito d'imposta La legge di Bilancio 2019 pone uno stop alla possibilità di fruire del credito d'imposta istituito a suo tempo dalla legge di Stabilità 2015 per tutti quei contribuenti che nell'esercizio delle loro attività non si avvalevano di lavoratori alle proprie dipendenze. È contenuta nel comma 1086 e dispone in modo incisivo che "il comma 21 dell’articolo 1 della legge 23 dicembre 2014, n. 190, è abrogato". Il credito d'imposta cessa, dunque, di esistere e, non essendo esplicitato dal legislatore alcun termine di decorrenza, tale abrogazione si pone in linea con l'entrata in vigore della stessa legge di Bilancio - ovvero dal 1° gennaio 2019. Il credito d'imposta in oggetto è quello previsto dalla legge di Stabilità 2015 per i contribuenti che non si avvalevano di lavoratori dipendenti. Il credito d'imposta ai fini IRAP era previsto nella misura del 10 % dell'imposta lorda determinata, secondo le disposizioni ordinarie, e spettava ai contribuenti - senza dipendenti - che determinavano il valore della produzione netta ai sensi degli articoli da 5 a 9, D.Lgs. n. 446/1997 ovvero: - società di capitali e gli enti commerciali; - società di persone e le imprese individuali; - alcuni soggetti del settore agricolo (art. 9, D.Lgs. n. 446/1997); - banche e gli altri enti e società finanziari; - imprese di assicurazione; - persone fisiche e le società semplici esercenti arti e professioni. Il credito d'imposta si applicava dall'anno 2015 per i soggetti con esercizio coincidente con l'anno solare - posto che l'art. 1, comma 21, legge n. 190/2014 ne disponeva l'applicazione a partire dal periodo successivo al periodo d'imposta a quello in corso al 31 dicembre 2014. Per espressa previsione del legislatore, la fruizione del credito era subordinata alla circostanza che i contribuenti non disponessero in alcun caso di lavoratori dipendenti, qualunque fosse la tipologia contrattuale adottata. Nota bene La circolare n. 22/E/2015 dell'Agenzia delle Entrate chiariva che il beneficio non era fruibile dai soggetti che si avvalevano di personale dipendente con contratto a tempo determinato o indeterminato. Inoltre, il contribuente non doveva effettuare alcun ragguaglio nel caso in cui avesse avuto nel corso dell'anno un lavoratore alle proprie dipendente per un periodo limitato di tempo. Sul valore dell'IRAP - al lordo del credito d'imposta - si poteva anche calcolare una deduzione forfettaria del 10%, ai fini IRES/IRPEF, ai sensi dall'art. 6, comma 1, D.L. n. 185/2008, così come precisato dalla circolare n. 22/E/2015. Ai fini delle imposte dirette, il credito d'imposta IRAP partecipava alla determinazione dal reddito complessivo in relazione alla tipologia di reddito e precisamente: - reddito d'impresa: concorreva integralmente a titolo di sopravvenienza attiva; - reddito lavoro autonomo: non partecipava ai fini della determinazione del reddito (circolare n. 6/E/2015). Il credito d'imposta era utilizzabile con il modello F24 esclusivamente in compensazione orizzontale, ai sensi dell'art. 17, D.Lgs. n. 241/1997, a decorrere dall'anno di presentazione della corrispondente dichiarazione.

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