La violazione del termine di permanenza dei verificatori fiscali non invalida l’accertamento

Nell’ambito delle verifiche tributarie, la violazione del termine di permanenza degli operatori dell’Amministrazione finanziaria presso la sede del contribuente, disposto dal comma 5, dell’articolo 12 della legge 212/2000, non determina la sopravvenuta carenza del potere di accertamento ispettivo, né l’invalidità degli atti compiuti o l’inutilizzabilità delle prove raccolte, considerato che nessuna di tali sanzioni è stata prevista dal Legislatore, la cui scelta risulta razionalmente giustificata dal mancato coinvolgimento di diritti del contribuente costituzionalmente tutelati. A tale conclusione è giunta la Corte di Cassazione con l'ordinanza n. 31631 del 4 dicembre 2019. IL FATTO A seguito di processo verbale di verifica redatto a conclusione di una verifica contabile del Nucleo di Polizia tributaria di Napoli, l'Agenzia delle Entrare notificava ad una società due avvisi di accertamento ai fini IRES, IRAP ed IVA. In particolare erano state disconosciute, ai fini IVA, le detrazioni fiscali derivanti da fatture passive emesse ed, ai fini IRES, i correlativi costi, per l'importo imponibile di euro 26.458.234,90 per l'anno 2005 e di euro 82.431.240,23 per l'anno 2006, in quanto ritenuti riferibili ad operazioni soggettivamente inesistenti. Con apposito ricorso in cassazione la società ha dedotto, tra i vari motivi, la violazione dell'art. 12, comma 5 della legge n. 212/2000 poiché le verifiche fiscali si erano protratte oltre il termine di 30 giorni. LA DECISIONE DELLA CORTE DI CASSAZIONE La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso. In particolare, la Suprema Corte osserva che in tema di verifiche tributarie, la violazione del termine di permanenza degli operatori dell'Amministrazione finanziaria presso la sede del contribuente, previsto dall'art. 12, comma 5, della legge n. 212 del 2000, non determina la sopravvenuta carenza del potere di accertamento ispettivo, né l'invalidità degli atti compiuti o l'inutilizzabilità delle prove raccolte, atteso che nessuna di tali sanzioni è stata prevista dal legislatore, la cui scelta risulta razionalmente giustificata dal mancato coinvolgimento di diritti del contribuente costituzionalmente tutelati.

La violazione del termine di permanenza dei verificatori fiscali non invalida l’accertamento

La violazione del termine di permanenza degli operatori dell'Amministrazione finanziaria presso la sede del contribuente non determina la sopravvenuta carenza del potere di accertamento ispettivo, né l'invalidità degli atti compiuti o l'inutilizzabilità delle prove raccolte

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