La procura alle liti è valida anche dopo il cambio del legale rappresentante

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 2183 depositata il 25 gennaio 2019, ha stabilito che gli effetti della procura alle liti rilasciata dal legale rappresentante di una società non vengono meno se quest’ultimo cambia prima del deposito del ricorso: è infatti necessaria un’espressa revoca da parte del nuovo amministratore, in quanto la procura è un atto della società e non dell’organo che l’ha rilasciata. E’ stato inoltre precisato che se il giudice dichiara inammissibile il ricorso o l’appello, si spoglia della potestas iudicandi sul merito della vicenda e pertanto l’eventuale ulteriore analisi di tale aspetto non ha alcun valore e le relative statuizioni non rientrano in quelle giurisdizionali: pertanto la parte soccombente non può avere interesse ad impugnare tale parte della sentenza. IL FATTO A seguito di una verifica fiscale compiuta presso la sede della società, l’Ufficio notificava a quest’ultima ed ai suoi soci i relativi avvisi di accertamento con i quali recuperava somma ai fini delle imposte dirette e dell’Iva, derivante dalla rideterminazione del reddito ricostruito con metodo induttivo, a causa della mancata esibizione delle scritture contabili. Gli atti impositivi venivano impugnati e la CTP, previa riunione, li accoglieva, ritenendo violato l’art. 12 comma 7 L. 212/2000: l’Ufficio non aveva infatti atteso il relativo termine di 60 giorni tra la notifica del Pvc e degli avvisi di accertamento conseguenti. La CTR, in accoglimento dell’appello dell’Ufficio, riteneva innanzitutto che l’accertamento anticipato era giustificato da ragioni d’urgenza, quale l’approssimarsi della scadenza del termine di decadenza del potere impositivo. Ciò posto, ha dichiarato inammissibile l’originario ricorso della società, in quanto proposto da un soggetto che era legale rappresentante della società al momento della sottoscrizione del mandato al difensore ma non lo era più quando venne presentato il ricorso; i giudici sono poi entrati nel merito della vicenda confermando la correttezza della ricostruzione dei maggiori redditi effettuata dall’Ufficio. I contribuenti impugnavano tale decisione sotto tutti e tre gli aspetti. LA DECISIONE DELLA CORTE DI CASSAZIONE La Corte di Cassazione ha accolto i motivi di ricorso della contribuente, cassando con rinvio la pronuncia d’appello. Innanzitutto è stato statuito che, come più volte precisato dalla giurisprudenza di legittimità, la procura alle liti resta valida anche dopo la sostituzione o la cessazione dalla carica dell’organo che l’ha rilasciata, in quanto è un atto dell’ente e non dell’organo stesso. In sintesi, come nella fattispecie oggetto del giudizio, non si era verificata una causa di estinzione dell’efficacia della procura rilasciata, la quale continua ad operare salvo che non venga revocata dal nuovo rappresentante legale, circostanza non avvenuta nella specie. Pertanto la decisione sul punto della CTR risultava errata. La Suprema Corte ha precisato come la società non poteva avere interesse a censurare la sentenza di appello nella parte in cui ha analizzato il merito della vicenda e della pretesa impositiva: il giudice, infatti, con la declaratoria di inammissibilità, definisce il giudizio, con la conseguenza che le ulteriori considerazioni restano necessariamente fuori dalla decisione. Ciò in quanto non solo si tratta di valutazioni del tutto ipotetiche, ma soprattutto perché il giudice si era già spogliato della potestà di giudicare nel merito la fattispecie controversa con detta dichiarazione di inammissibilità: quanto affermato nella sentenza sulla correttezza della ricostruzione induttiva del reddito, pertanto, non rientra tra le statuizioni propriamente giurisdizionali. La parte soccombente non ha quindi né l’onere né l’interesse ad impugnare sul punto. Infine, in relazione alla legittimità dell’accertamento anticipato, i giudici hanno nuovamente ribadito che i legittimi motivi di urgenza che giustificano la violazione del termine dei 60 giorni non possono consistere nella semplice imminente scadenza del termine di decadenza dal potere di accertamento: l’Ufficio deve infatti dimostrare che tale situazione sia dipesa da fatti o condotte non imputabili allo stesso a titolo di negligenza o inefficienza. Di tale circostanza si dovrà accertare la CTR in sede di rinvio della sentenza cassata.

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La procura alle liti è valida anche dopo il cambio del legale rappresentante

E' infatti necessaria un’espressa revoca da parte del nuovo amministratore, in quanto la procura è un atto della società e non dell’organo che l’ha rilasciata

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