Indennità di 600 euro anche per i commercialisti. In un primo momento esclusi dagli aiuti pensati per i lavoratori piegati dall’emergenza Coronavirus, ora anche i professionisti con partita IVA iscritti a un ordine professionale, potranno ricevere un bonus una tantum di 600 euro facendo domanda alla propria Cassa di competenza. L’aiuto economico non sarà dunque erogato dall’INPS, ma dal Fondo per il “reddito di ultima istanza”. Si tratta di una misura introdotta con l’articolo 44 del decreto Cura Italia, messa a punto per fronteggiare l’emergenza. Chi ne può beneficiare? Nel caso dei commercialisti, al cui Ente di riferimento, la CNPADC - Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Dottori commercialisti - sono iscritti 70mila dottori commercialisti, l’indennità di 600 euro una tantum per il mese di marzo spetta a: - quei lavoratori che, nell’anno di imposta 2018, abbiano percepito fino a 35.000 euro di reddito esentasse; - quei lavoratori che, nell’anno di imposta 2018, abbiano percepito un reddito complessivo compreso tra 35.000 euro e 50.000 euro per cessazione dell’attività (con chiusura della partita IVA, nel periodo compreso tra il 23 febbraio 2020 e il 31 marzo 2020) o per riduzione o sospensione dell’attività lavorativa (bisogna dimostrare di aver subito una riduzione di almeno il 33% del reddito dei primi tre mesi del 2020, rispetto al reddito del primo trimestre dell’anno precedente). Attenzione È in fase di discussione una proposta, legata al c.d. decreto di aprile, atteso in Consiglio dei Ministri in questi giorni, che potrebbe modificare importo (da 600 a 800 euro) e condizioni per il bonus. Inoltre il decreto Liquidità imprese specifica che ai fini della fruizione dell’indennità di 600 euro (art. 44, D.L. n. 18/2020), i professionisti devono risultare iscritti, in via esclusiva, agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria e, pertanto, non devono percepire redditi da lavoro dipendente; inoltre non devono essere titolari di pensione di anzianità e vecchiaia. Quando e come richiedere il bonus? Il bonus di marzo può essere richiesto dal 1° al 30 aprile 2020, alla Cassa Commercialisti - CNPADC, completando il modulo online. La domanda deve essere corredata da: - dichiarazione del lavoratore interessato; - copia del documento d’identità; - copia del codice fiscale; - coordinate bancarie o postali per l’accreditamento dell’importo. Misure di sostegno della Cassa previdenziale Il bonus, predisposto dal Governo, si aggiunge agli aiuti di carattere economico e sanitario messi in atto dalla Cassa dei Commercialisti: - sospensione fino al 31 ottobre 2020 dei contributi e adempimenti sospesi, anche quelli rateizzati. Sospeso anche il versamento dei minimi previsti per il 2020; - ampliamento della polizza sanitaria base ai ricoverati per Covid-19, cui si aggiunge anche quella relativa alla quarantena per coloro che sono stati trovati “positivi” al test. L’estensione della copertura è applicabile anche ai nuclei familiari ai quali gli iscritti abbiano esteso la polizza base; - aiuti agli studi in crisi di liquidità. Le modalità per farlo sono in corso di definizione; - interventi assistenziali per i professionisti in comprovato stato di bisogno anche per effetto dell'epidemia da Covid-19; - proroga al 30 aprile, per gli iscritti più giovani, del bando per l'acquisto di hardware e software ad uso ufficio, di particolare utilità per lavorare in smart working. Voucher baby-sitting e congedi COVID-19 Rimane da ricordare che, in base all’art. 23 del D.L. n. 18/2020, anche i liberi professionisti iscritti alle Casse possono accedere al bonus per l'acquisto di servizi di baby-sitting nel limite massimo complessivo di 600 euro. Gli interessati potranno usare il modello di domanda predisposto dall’Inps, prenotando il relativo budget. Nella circolare 24 marzo 2020, n. 44 dell’INPS, viene precisato che le domande saranno processate in ordine cronologico e una volta sforati i limiti di spesa fissati dalla norma, le richieste potranno trovare accoglimento solo in caso di ulteriori risorse disponibili. Infine, si potranno chiedere i “Congedi COVID-19” per lavoratori autonomi e gestione separata sulla base delle indicazioni dell'INPS.