Imposta su “Bingo a distanza”, codici tributo per sanzioni e interessi
Richiesti dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ente competente per la riscossione del tributo, consentono di riscuotere le somme aggiuntive dovute per i versamenti effettuati con ritardo
Debutto per i codici tributo “5499”, “5500”, “5501” e “5502”. Istituiti dall’Agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 72/E del 20 dicembre 2023, devono essere utilizzati per versare, con il modello “F24 Accise”, le sanzioni e gli interessi dovuti per il ritardato versamento delle somme dovute dai gestori per il gioco del Bingo a distanza di pertinenza dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, e della Regione Sicilia.
Il Bingo a distanza è soggetto all’imposta unica prevista dal Dlgs n. 504/1998 pari al 20% delle somme che, in base al regolamento di gioco, non risultano restituite al giocatore. Con la risoluzione n. 117/2016, sono stati istituiti, tra l’altro, i codici tributo per il versamento del tributo tramite il modello “F24 Accise”.
I quattro codici arrivati oggi su richiesta delle Dogane, consentono la riscossione delle sanzioni e degli interessi per il ritardato versamento dell’imposta in argomento.
Eccoli nel dettaglio:
- “5499” denominato “Sanzione per ritardato versamento dell’imposta unica sul bingo a distanza – Articolo 31, comma 2, decreto legge 124/2019”
- “5500” denominato “Sanzione per ritardato versamento dell’imposta unica sul bingo a distanza di competenza della regione Sicilia – Articolo 31, comma 2 decreto legge 124/2019”
- “5501” denominato “Interessi per ritardato versamento dell’imposta unica sul bingo a distanza – Articolo 31, comma 2, decreto legge 124/2019”
- “5502” denominato “Interessi per ritardato versamento dell’imposta unica sul bingo a distanza di competenza della regione Sicilia – Articolo 31, comma 2, decreto legge 124/2019”.
Compilazione del modello F24
Il loro spazio è nella “Sezione Accise/Monopoli e altri versamenti non ammessi in compensazione” del modello “F24 Accise”, in corrispondenza della colonna “importi a debito versati”, indicando:
- nel campo “ente”, la lettera “M”
- nel campo “provincia”, nessun valore
- nel campo “codice identificativo”, il codice della concessione
- nel campo “mese”, il mese di riferimento per cui si effettua il pagamento, nel formato “MM”;
- nel campo “anno di riferimento”, l’anno d’imposta per cui si effettua il pagamento, nel formato “AAAA”.
Nessun valore, infine, nei campi “rateazione”, “codice atto” e “codice ufficio”.