Il trattamento IMU e TASI dei fabbricati rurali cambia in base alla destinazione

Anche per gli operatori agricoli si avvicina la scadenza, fissata al 16 dicembre 2019, per effettuare il pagamento della seconda rata dell’IMU e della TASI, nonché dell’IMI (nei Comuni della Provincia autonoma di Bolzano) e dell’IMIS (nei Comuni della Provincia autonoma di Trento), a titolo di saldo ed eventuale conguaglio per l’anno in corso. Naturalmente i contribuenti che il 17 giugno hanno versato detti tributi in un’unica soluzione annuale (acconto e saldo già con le aliquote 2019), non devono eseguire alcun pagamento, se non sussiste nessun conguaglio a debito. Si ricorda che ai fini della determinazione del saldo occorre prendere in considerazione le aliquote e le detrazioni approvate dai Comuni per l’anno 2019, a condizione che i relativi atti (deliberazioni e regolamenti) siano stati pubblicati sul sito del Ministero dell’Economia e delle finanze entro il 28 ottobre. In caso di mancata pubblicazione entro tale termine, si applicano gli atti adottati per l’anno precedente e dunque le aliquote e le detrazioni previste per il 2018. Con riferimento ai “terreni agricoli”, come risultano dal piano di governo del territorio (PGT), la disciplina IMU ha stabilito che: - sono esenti i terreni ricadenti in aree montane o di collina, come individuati nell’elenco allegato alla C.M. n. 9/249 del 14 giugno 1993; - sono esenti i terreni posseduti e condotti da coltivatori diretti (CD) e imprenditori agricoli professionali (IAP persone fisiche o società) iscritti all’INPS, indipendentemente dalla loro ubicazione; - i terreni ubicati nelle isole minori (allegato A della L. n. 448/2001) e quelli a proprietà collettiva indivisibile e inusucapibile. Ai fini della TASI invece i terreni agricoli, da chiunque posseduti e condotti, sono totalmente esclusi dalla tassazione. Un’altra agevolazione che merita di essere rimarcata, applicabile ai fini sia dell’IMU che della TASI, è la c.d. “finzione giuridica” di cui alla lett. b) del comma 1 dell’art. 2 del DLgs. n. 504/1992, in forza della quale ai fini dell’ICI non sono considerati fabbricabili i terreni posseduti e condotti da CD o IAP, iscritti nella previdenza agricola, sui quali persiste l’utilizzazione agro-silvo-pastorale mediante l’esercizio di attività dirette alla coltivazione del fondo, alla silvicoltura, alla funghicoltura e all’allevamento di animali. Ne discende che agli effetti dell’IMU e della TASI detti immobili vanno trattati come “terreni agricoli”, pur essendo gli stessi urbanisticamente qualificati “aree fabbricabili”. Sicché l’IMU, se dovuta, va determinata applicando l’aliquota deliberata dal Comune alla base imponibile così ottenuta: reddito dominicale (vigente al catasto al 1° gennaio 2019), rivalutato del 25%, moltiplicato per il coefficiente pari a 135. Con riferimento ai “fabbricati rurali”, di cui all’art. 9 commi 3 e 3-bis del DL n. 557/1993, il trattamento IMU e TASI varia a seconda della loro destinazione. I fabbricati rurali strumentali (categoria catastale D/10) sono esenti dall’IMU, ma tassati ai fini della TASI, sia pure con un’aliquota massima dell’1 per mille, la cui base imponibile è data dalla rendita catastale (vigente al 1° gennaio 2019), rivalutata del 5%, moltiplicata per il coefficiente pari a 65; i fabbricati rurali a uso abitativo (categoria catastale A/6) sono invece assoggettati sia all’IMU che alla TASI, sempre che non costituiscano l’abitazione principale del contribuente. Non possono essere considerati né rurali né abitazioni principali i fabbricati classificati nelle categorie catastali A/1 (abitazioni signorili), A/8 (ville) e A/9 (dimore storiche). Si ricorda che, secondo i nuovi criteri stabiliti dal DM 26 luglio 2012, il fabbricato rurale strumentale è tale se classificato nella categoria catastale D/10 oppure, in caso di immobile classificato in una diversa categoria, se munito della speciale annotazione di ruralità. Poiché ai fini della TASI il presupposto impositivo è il possesso o la detenzione di unità immobiliari, la stessa è dovuta sia dal (pieno) proprietario o titolare di altro diritto reale (usufrutto, abitazione), ossia dagli stessi soggetti passivi dell’IMU, sia dal soggetto che ha la detenzione dell’immobile a qualsiasi titolo (affittuario, comodatario) con una quota che varia dal 10% al 30% dell’imposta complessivamente dovuta, a seconda della disposizione stabilita nella deliberazione comunale. Se il Comune non ha stabilito alcuna misura, il detentore deve corrispondere la TASI nella misura minima del 10%. Agevolazioni IMU estese alle società agricole Si ricorda infine che per effetto dell’art. 16-ter del DL n. 34/2019, disposizione con valenza retroattiva, le agevolazioni riconosciute ai fini dell’IMU, alle condizioni stabilite dall’art. 13, comma 2 del DL n. 201/2011, si applicano anche alle società agricole. Il versamento dell’IMU e della TASI può essere effettuato utilizzando sia il consueto modello F24 (con possibilità di compensazione), sia gli appositi bollettini postali.

Il trattamento IMU e TASI dei fabbricati rurali cambia in base alla destinazione

Rurali strumentali esenti da IMU e tassati ai fini TASI; rurali a uso abitativo assoggettati a entrambe sempre che non siano abitazione principale

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