I contributi previdenziali versati dall’erede per conto del de cuius non sono deducibili in assenza di rapporto causa-effetto

Agenzia delle Entrate - Risposta n. 267 del 18 luglio 2019 I contributi pagati dagli eredi di un amministratore di società di servizi e di assistenza in materia societaria e fiscale non si possono portare in deduzione, quando sono versati a seguito di un avviso di accertamento e non sono indirizzati a ottenere il conseguimento del trattamento pensionistico a favore dei discendenti del de cuius. Questa in sintesi la risposta fornita dall’Agenzia delle entrate con l’interpello n. 267 del 18 luglio 2019. IL QUESITO Gli importi liquidati a seguito della successione ereditaria fanno riferimento, nel caso specifico, a un avviso di accertamento emesso per annualità precedenti nei confronti della società e degli eredi del socio amministratore relativamente, tra l’altro, ai contributi previdenziali non versati e determinati sulla quota di reddito accertato eccedente il minimale contrattuale. L’importo è stato definito a seguito di accertamento con adesione. L’erede istante vuole sapere se è possibile, per gli eredi, dedurre dal loro reddito complessivo i contributi previdenziali che hanno versato, in base all’articolo 10, comma 1, lettera e), del Tuir. LA RISPOSTA DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE L’Agenzia, nelle motivazioni della risposta data all’erede, ripercorrendo le condizioni di deducibilità, ricorda che i soggetti Inps possono dedurre i contributi previdenziali riportando gli importi pagati nella dichiarazione dei redditi (quadro RR del modello Redditi PF), quando sono versati a seguito di obbligo di legge o volontariamente per la gestione della forma pensionistica obbligatoria, anche relativi a un familiare fiscalmente a carico (articolo 10, comma 1 e 2 del Tuir). I soggetti iscritti alla gestione dei contributi e delle prestazioni previdenziali degli artigiani e degli esercenti attività commerciali devono quindi determinare il contributo compilando la dichiarazione e versa il dovuto nei termini previsti. In caso di maggior reddito accertato, quindi, devono essere ricalcolati anche i contributi previdenziali. Per la deducibilità dei contributi corrisposti alla forma pensionistica del de cuius, l’onere deve essere integralmente assolto dall’erede e il versamento deve avere un rapporto di causa-effetto rispetto al trattamento pensionistico di cui beneficerà lo stesso erede (risoluzione n. 114/2009). Nel caso in questione l’erede ha versato l’importo non volontariamente, ma a seguito di un avviso dell’Amministrazione finanziaria e il versamento dei contributi non è preordinato al conseguimento di una controprestazione di natura previdenziale in favore degli eredi. I discendenti in questione, inoltre, non hanno alcun interesse specifico e personale nel pagare, ai fini pensionistici, i contributi previdenziali del de cuius, il quale non è fiscalmente a carico dei vari eredi. L’Agenzia conclude, quindi, che non è possibile per gli eredi, che hanno provveduto in nome e per conto del de cuius al versamento dei contributi previdenziali obbligatori di cui era lo stesso debitore, fruire del diritto alla deduzione fiscale, prevista dall’articolo 10, comma 1, lettera e), del Tuir.

I contributi previdenziali versati dall’erede per conto del de cuius non sono deducibili in assenza di rapporto causa-effetto

Le somme versate in qualità di erede relative a contributi previdenziali in nome e per conto del de cuius non sono deducibili se il versamento non è finalizzato a una controprestazione pensionistica

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