Nella lotta all’evasione il Fisco è pronto a calare i quattro assi. Dopo la fatturazione elettronica e le comunicazioni periodiche Iva, l’invio obbligatorio dei corrispettivi, la lotteria degli scontrini operativa dal 2020 salvo proroghe, con la manovra di bilancio in arrivo in Parlamento mette in pista «l’anonimometro». Un nuovo strumento che nelle pieghe degli oltre 50 articoli del Ddl di Bilancio prende il nome di «Evasometro anonimatizzato» in grado di assicurare nel suo primo anno di avvio un primo recupero dall’evasione di quasi un centinaio di milioni. Ma al di là delle somme che si stimano di recuperare, «l’anonimometro» rappresenta un cambio di rotta culturale nella gestione e nell’utilizzo di quei miliardi di dati e informazioni di cui oggi il Fisco dispone ma la cui potenzialità nell’incrocio e nella caccia agli evasori in troppi casi è limitata anche dalle regole sulla privacy. Il salto che ora l’amministrazione finanziaria potrebbe compiere con questo nuovo strumento sta nel rispettare l’anonimato dei contribuenti ma allo stesso tempo procedere con un utilizzo massivo delle informazioni oggi disponibili, soprattutto quelle della Superanagrafe dei conti. Oggi l’amministrazione nell’attività di controllo per superare i paletti posti dal Garante della Privacy ricorre prima a un’analisi dei fenomeni di evasione ed elusione, da cui elabora profili di rischio che poi cala nelle banche dati. Un meccanismo che ha dato i suoi frutti ma sempre troppo pochi rispetto alla miriade di informazioni e dati di cui oggi dispone il «fisco digitale». Per cambiare rotta e riuscire ad utilizzare in maniera massiva questa sterminata base informativa arriva l’anonimometro: tutti i contribuenti saranno anonimizzati a partire dai dati contenuti nell’anagrafe dei conti. Ad ogni soggetto sarà assegnato un numero che verrà fatto “girare” nelle diverse banche dati e piattaforme a disposizione del Fisco e in quelle in arrivo secondo specifici algoritmi. Da questo intreccio massimo di dati e informazioni i contribuenti a più alto indice di evasione e con profili ben lontani dalla fedeltà fiscale torneranno agli “occhi digitali” del Fisco in possesso del loro codice fiscale per essere chiamati a rispondere dei loro comportamenti. Un’attività di controllo di massa anonimizzata (sulla falsariga di quella profilazione di dati a cui oggi tante applicazioni su smartphone o tablet ci obbligano) che non dovrebbe incontrare, almeno, questa volta alcuna obiezione del Garante della Privacy. Per svelare le carte sull’anonimometro bisognerà attendere probabilmente tutta la settimana prima che il Governo, salvo ripensamenti dell’ultima ora, depositi in Parlamento il disegno di legge di Bilancio per l’avvio dell’iter di approvazione. L’anonimato potrebbe essere anche lo strumento per bypassare le obiezioni della Privacy sulla lotteria degli scontrini. Le Dogane e le Entrate stanno lavorando alla messa a punto della piattaforma che dovrà consentire l’estrazione a sorte, a cui il decreto fiscale (Dl 124/2019) aggiunge un nuovo concorso dedicato solo a chi paga in modalità cashless. Resta il fatto che il presupposto per partecipare è quello di fornire il proprio codice fiscale al commerciante o all’esercente. L’ipotesi allo studio è che il cliente/contribuente registrandosi sulla piattaforma elettronica della lotteria riceva un numero identificativo o addirittura un codice QR che lo identifichi. Dopo di che basterà consegnare quello per manifestare il suo consenso alla giocata senza dover quindi fornire il suo codice fiscale. Una cautela in più, anche se va considerato che già tante compagnie di retail possiedono tutti i nostri dati attraverso i programmi e le carte fedeltà a cui abbiamo prestato il consenso.