Enti non commerciali esonerati dal versamento IRAP

Il decreto Rilancio (D.L. n. 34/2002, art. 24) indica espressamente i soggetti esclusi dal beneficio, che quindi sono tenuti al versamento del saldo 2019 e della prima rata di acconto IRAP per il 2020. Si tratta delle imprese di assicurazione, delle Amministrazioni e degli enti pubblici, delle banche e degli intermediari finanziari. Inoltre, l’esonero dagli obblighi di versamento non trova applicazione per le imprese il cui ammontare dei ricavi conseguiti nel periodo di imposta precedete ha superato i 250 milioni di euro. Ambito applicativo dall’esonero del saldo/acconto IRAP Nella circolare n. 25/E del 2020 l’Agenzia delle Entrate, richiamando la risoluzione n. 28/E del 2020, ha osservato come le disposizioni di cui all’art. 24 abbiano “applicazione generalizzata con esclusione dei soli soggetti espressamente individuati”. Per tale ragione, non essendo gli enti non commerciali indicati tra i soggetti esclusi, possono essere ricondotti nel perimetro applicativo della disposizione in rassegna. La stessa relazione illustrativa al decreto, con riferimento ai soggetti che determinano il valore della produzione netta secondo gli articoli 7 e 10-bis del D.Lgs. n. 446/1997, e ai soggetti di cui all’art. 162-bis TUIR afferma che “l’applicazione della norma è esclusa per le banche e gli altri intermediari finanziali nonché per le imprese di assicurazione, le Amministrazioni e gli enti pubblici”. Ancora una volta, quindi, non viene effettuata alcuna menzione degli enti non commerciali. Pertanto, l’esonero dal versamento del saldo IRAP 2019 e dalla prima rata di acconto del 2020, riguarda sia gli enti che esercitano in via esclusiva l’attività istituzionale, ma anche gli enti che esercitano, in modo non prevalente e non esclusivo, attività commerciali. Enti non commerciali con attività anche commerciale Se l’ente in questione esercita anche attività aventi natura commerciale e, di conseguenza, l’IRAP viene determinata con il metodo “commerciale” ai sensi dell’art. 10, comma 2, e dell’art. 5, D.Lgs. n. 446/1997 è comunque possibile applicare la disposizione in commento e quindi fruire dell’esonero del versamento. Deve però essere osservata l’unica condizione costituita dal limite di ricavi conseguiti nel periodo di imposta precedente che, come detto, non deve superare la soglia di 250 milioni di euro. Enti non commerciali con sola attività istituzionale La norma è applicabile anche agli enti non commerciali che esercitano esclusivamente attività di tipo istituzionale, tenuti a determinare l’IRAP con l’applicazione del metodo retributivo ai sensi dell’art. 10, comma 1, D.Lgs. n. 446/1997. In tale ipotesi, non troverà applicazione la parte della disposizione che subordina il beneficio alla circostanza che i ricavi dell’anno precedente 2019 non abbiano superato il limite di 250 milioni di euro. In mancanza di ricavi commerciali, tale limite diviene irrilevante. Pertanto, non assume rilievo, ai fini dell’agevolazione in rassegna, l’ammontare delle entrate istituzionali conseguite nel periodo di imposta precedente. Enti non commerciali pubblici Le previsioni di esonero dal versamento di cui all’art. 24 non si applicano, invece, per espressa previsione normativa, con riferimento ai soggetti che determinano il valore della produzione netta secondo l’art. 10-bis del D.Lgs. n. 446/1997 (enti non commerciali pubblici). Associazioni sportive Nel riconoscere l’applicazione dell’esonero agli enti che esercitano, marginalmente, attività di tipo commerciale, la circolare n. 25/E del 2020 non ha preso in considerazione che, in taluni casi, questi enti possono anche esercitare prevalentemente attività di tipo commerciale. È questo il caso delle associazioni sportive dilettantistiche i cui proventi commerciali potrebbero essere superiori alle entrate istituzionali a causa, ad esempio, della sottoscrizione di un contratto di sponsorizzazione. Tale situazione è fisiologica per gli enti sportivi verificandosi con una certa frequenza. Per tale ragione il legislatore ha disposto l’inapplicabilità, nei confronti dei predetti soggetti, dell’art. 149 TUIR. Tale disposizione indica una serie di indici che possono essere presi in considerazione dagli uffici locali al fine di verificare che l’ente in questione abbia svolto prevalentemente attività aventi natura commerciale per l’intero periodo di imposta. Ciò al fine di disconoscerne la natura di enti non commerciali. Uno degli indici è costituito dalla prevalenza dei proventi commerciali rispetto a quelli istituzionali, ma la disposizione, per espressa previsione, non si applica nei confronti dei sodalizi sportivi. Pertanto, anche laddove si dovesse verificare tale ipotesi di prevalenza delle entrate commerciali, l’associazione sportiva potrà fruire del beneficio non versando né il saldo IRAP 2019, né la prima rata di acconto del successivo periodo di imposta 2020.

Enti non commerciali esonerati dal versamento IRAP

Il decreto Rilancio ha previsto la cancellazione del saldo IRAP 2019 e dell’acconto per il 2020. Tale disposizione risulta valida anche per gli enti non commerciali

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