Emissione di fatture per operazioni inesistenti e bancarotta fraudolenta: continuazione tra i due reati

Il riconoscimento del vincolo della continuazione tra due reati è legato alla verifica della commissione da parte di un medesimo soggetto, in un contiguo arco di tempo e secondo un determinato disegno criminoso, delle fattispecie illecite. La differenza che caratterizza le due condotte e cioè i reati di bancarotta fraudolenta ed emissione di fatture false per operazioni inesistenti, non costituisce elemento ostativo all’applicazione dell’istituto, con conseguente riduzione della pena. A chiarirlo la Corte di Cassazione con la sentenza n. 12632 del 22 aprile 2020. IL FATTO Il legale rappresentante di una società era indagato per aver commesso i reati di emissione di fatture per operazioni inesistenti, in violazione dell’art. 8 del DLgs 74/2000. Precedentemente era stato condannato per il reato di bancarotta. Pertanto nel corso del procedimento relativo alle false fatture chiedeva di applicare tra il reato fiscale e quello fallimentare (relativo ad altro procedimento) l’istituto della continuazione con conseguente riduzione della pena. In primo grado era condannato per il reato contestato, con esclusione della continuazione con la bancarotta fraudolenta. Detta pronuncia veniva confermata dalla Corte di Appello anche in riferimento al mancato riconoscimento della continuazione, motivato dalla presunta mancata programmazione del fallimento nonché dall’eterogeneità delle condotte. Avverso detta sentenza, la difesa dell’imputato proponeva ricorso in Cassazione. LA DECISIONE DELLA CORTE DI CASSAZIONE La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso con annullamento della sentenza e relativo rinvio alla corte di appello. I giudici di legittimità hanno ritenuto il vincolo della continuazione possa essere riconosciuto tra le fattispecie di bancarotta fraudolenta (art. 216 della L.F.) e di emissione di fatture per operazioni inesistenti (art. 8 del DLgs 74/2000). Tale conclusione poggia in primo luogo sul dato letterale dell’art. 81 del codice penale, che testualmente al comma 2 consente di applicare detta disciplina anche a chi commette, seppur in tempi diversi non necessariamente ristretti, più violazioni di differenti disposizioni di legge. Nel caso di specie, all’imputato, in qualità di amministratore della società fallita, con sentenza impugnata era applicata la pena detentiva senza riconoscere il vincolo della continuazione, pur avendo considerato il fallimento dell’ente quale evento causato anche dall’emissione delle fatture false. La bancarotta, infatti, veniva riferita ad una frode carosello ed alla conseguente distrazione dell’Iva, nonché alla mancata istituzione delle scritture contabili, entro un ben definito contesto temporale. Il riconoscimento della continuazione, in questi casi, è confermato da un consolidato orientamento giurisprudenziale, secondo cui ai fini dell’individuazione della richiesta contiguità cronologica, quale indice della sussistenza della medesima identità del disegno criminoso tra le due distinte fattispecie di reato, assume rilievo la data di commissione della condotta, nel caso in esame presente. Da qui l’accoglimento del ricorso.

Emissione di fatture per operazioni inesistenti e bancarotta fraudolenta: continuazione tra i due reati

Sì alla continuazione tra il reato di emissione di fatture inesistenti e quello di bancarotta

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