Definizione agevolata Pvc: in due interpelli alcuni chiarimenti del Fisco

Via libera alla regolarizzazione mediante la definizione agevolata del contenuto dei processi verbali di constatazione a fronte dell’irregolare assolvimento dell’Iva che si verifica quando l’operazione doveva essere assoggettata al meccanismo del reverse charge, ma, invece, è stata oggetto di applicazione dell’imposta in via ordinaria. Le soluzioni fornite dall’Agenzia nelle risposte 144/2019 e 145/2019. INTERPELLO N. 144/2019 - IL QUESITO La prima delle due istanze di interpello è stata presentata da un contribuente che, all’esito di un’attività di verifica, ha ricevuto un processo verbale di constatazione (pvc) dal quale risultano una serie di rilievi derivanti dalla sua partecipazione a una frode Iva realizzata mediante cessioni di manufatti in argento a cui è stato applicato l’ordinario meccanismo della rivalsa dell’imposta in fattura anziché l’istituto dell’inversione contabile. L’istante chiede chiarimenti in merito alla corretta modalità di regolarizzazione dei rilievi contenuti nel pvc tramite la specifica procedura di definizione agevolata introdotta dal Dl 119/2018. In particolare, vuole sapere se può definire la violazione consistente nell’applicazione dell’Iva nel modo ordinario anziché mediante l’inversione contabile determinata da un intento di evasione o di frode del quale sia provato che il cessionario o committente era consapevole, ricordando che per questa violazione è prevista la sanzione proporzionale compresa fra il 90% e il 180% dell’imposta. LA RISPOSTA DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE La possibilità di definire in via agevolata il contenuto integrale dei processi verbali di constatazione è prevista dall’articolo 1, Dl 119/2018. Sulla procedura di regolarizzazione l’Agenzia ha fornito chiarimenti con la circolare n. 7/2019, mentre le relative disposizioni di attuazione sono state adottate con il provvedimento 23 gennaio 2019. Nella circolare, tra l’altro, è stato precisato che nell’ambito oggettivo della definizione: rientrano soltanto le violazioni di carattere sostanziale, ovvero quelle che hanno inciso sulla determinazione della base imponibile o sul versamento del tributo e che determinano l’applicazione di sanzioni irrogabili con atto contestuale all’avviso di accertamento relativo al tributo cui si riferiscono non rientrano le violazioni formali, ossia le irregolarità, le infrazioni e le inosservanze di obblighi o adempimenti di natura formale che non rilevano sulla determinazione della base imponibile né sul pagamento dei tributi. Con riferimento al caso oggetto dell’istanza di interpello, quindi, l‘Agenzia evidenzia la necessità di esaminare le caratteristiche della violazione in esame, sanzionata dall’articolo 6, comma 9-bis.1, terzo periodo, Dlgs 471/1997. A tal proposito, l’Amministrazione fa presente che, in linea generale, il legislatore, nel disciplinare l’irregolare assolvimento dell’Iva che si verifica quando l’operazione doveva essere assoggettata al meccanismo dell’inversione contabile (reverse charge), ma è stata oggetto di applicazione dell’imposta in via ordinaria, distingue l’ipotesi in cui l’irregolarità sia determinata: da un errore, ma l’imposta è stata comunque assolta dal cedente o prestatore per effetto dell’avvenuta registrazione, con conseguente confluenza nella liquidazione di competenza da una finalità di evasione o frode di cui sia provata la consapevolezza del cessionario o committente (come nel caso concreto). Nel primo caso, la violazione può astrattamente rientrare nell’ambito di applicazione della definizione agevolata delle irregolarità formali (articolo 9, Dl 119/2018. Viceversa, nella seconda ipotesi, alla violazione non è possibile applicare la sanatoria delle irregolarità formali in quanto, in presenza di comportamenti fraudolenti o prodromici all’evasione che hanno, di norma, comportato un debito d’imposta non assolto, il cessionario o committente è punito con la più grave sanzione proporzionale, nella misura compresa tra il 90% e il 180% dell’imposta. Pertanto, conclude l’Agenzia, tenuto conto che nel caso in esame l’errata applicazione del meccanismo dell’inversione contabile ha comportato anche la presentazione di dichiarazioni Iva infedeli (l’istante, infatti, ha indebitamente detratto l’Iva), con conseguente recupero dell’imposta dovuta, si ritiene che la violazione sanzionata in base all’articolo 6, comma 9-bis.1, terzo periodo, Dlgs 471/1997 possa essere definita attraverso la definizione del contenuto integrale del processo verbale di constatazione. INTERPELLO N. 145/2019 - IL QUESITO A rivolgersi all’Amministrazione è una società a cui, mediante pvc, viene contestato di essere stata destinataria di fatture di vendita concernenti operazioni erroneamente assoggettate al regime ordinario in luogo del reverse charge nell’ambito di una frode Iva. In particolare, l’errata applicazione del regime ordinario le ha consentito, secondo i verificatori, di maturare un notevole credito che, per effetto dell’adesione al regime di liquidazione dell’Iva di gruppo, è stato trasferito mensilmente alla capogruppo che ha provveduto, a sua volta, a liquidare in maniera unitaria le situazioni debitorie e creditorie periodiche delle singole società consorelle. La società chiede se può definire in via agevolata il pvc, versando integralmente l’imposta illegittimamente detratta corrispondente al credito trasferito nell’ambito della liquidazione di gruppo all’allora controllante, in parte già compensato nell’ambito della predetta procedura, ed in parte non ancora utilizzato ed ora nella disponibilità dell’istante a seguito della sua fusione con la controllante. LA RISPOSTA DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE Secondo l’Agenzia delle entrate, l’integrale versamento di quanto indicato nel pvc (pari al credito Iva indebitamente detratto dalla società istante) è idoneo a ripristinare la capienza iniziale del credito trasferito all’ex controllante e, a sua volta, all’istante per effetto della fusione. Pertanto, il credito così ripristinato, al netto di quanto già eventualmente fruito sia dall’ex controllante sia dall’istante, una volta perfezionatasi la definizione agevolata, può essere utilizzato in compensazione o chiesto a rimborso al verificarsi dei presupposti previsti dalla legge.

Definizione agevolata Pvc: in due interpelli alcuni chiarimenti del Fisco

Le questioni descritte dai contribuenti riguardano operazioni erroneamente assoggettate al regime ordinario in luogo dell’inversione contabile nell’ambito di una frode Iva

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