Decreto fiscale, l’analisi dei Consulenti del Lavoro

Con la circolare n. 1 datata 3 gennaio 2019 la Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro ha tracciato un quadro riepilogativo delle novità previste dal decreto fiscale collegato alla Legge di bilancio 2019. Per quanto attiene nello specifico alle misure inerenti alla c.d. pace fiscale, nonché alle misure previste in materia di fatturazione elettronica e di detrazione dell’imposta su valore aggiunto, è opportuno rilevare quanto segue. Pace fiscale Il decreto in esame ha in primis previsto, a favore dei contribuenti, la possibilità di procedere con la definizione in via agevolata: - dei processi verbali di constatazione; - degli atti relativi al procedimento di accertamento; - carichi affidati all’agente della riscossione (anche a titolo di risorse proprie dell’Unione Europea); - controversie tributarie. È stato altresì previsto lo stralcio dei debiti affidato all’agente della riscossione di importo non superiore a euro 1.000 (comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo, sanzioni). Per quanto riguarda nello specifico i processi verbali di constatazione: - è possibile procedere con la definizione integrale dei verbali consegnati entro il 24 ottobre 2018 (data di entrata in vigore del decreto), a condizione che non sia stato nel frattempo notificato un avviso di accertamento ovvero ricevuto in invito al contraddittorio ai sensi dell’art. 5, primo comma, del decreto legislativo n. 218/1997; - è possibile procedere con la regolarizzazione delle violazioni in materia di imposte sui redditi, e relative addizionali, contributi previdenziali e ritenute, imposte sostitutive, Irap e Iva, IVIE e IVAFE; - la dichiarazione di adesione deve essere presentata entro il 31 maggio 2019 (facendo riferimento alle modalità previste con apposito provvedimento dell’Agenzia delle Entrate). Con riferimento agli atti del procedimento di accertamento, potevano essere definiti (entro il 23 novembre scorso): - gli avvisi di accertamento; - gli avvisi di rettifica e liquidazione; - gli atti di recupero; - gli inviti al contraddittorio; notificati entro il 24 ottobre 2018, nonché gli accertamenti con adesione sottoscritti entro la predetta data. Per quanto attiene alle controversie tributarie, il decreto stabilisce che possono essere definite quelle pendenti in ogni stato e grado del giudizio nel quale è parte l’Agenzia delle Entrate (compreso quello di legittimità e anche a seguito di rinvio). Sono conseguentemente escluse dalla definizione le controversie che riguardano atti che non hanno natura impositiva, ma che sono unicamente finalizzati alla liquidazione e riscossione delle somme che sono dovute (possono essere definite le cartelle di pagamento derivanti da controlli formali effettuati dall’Agenzia delle Entrate, avendo contenuto nella sostanza di tipo accertativo). È necessario che il ricorso si stato notificato entro la data del 24 ottobre 2018 e che il giudizio non si sia concluso con pronuncia divenuta definitiva. In linea generale le controversie possono essere definite con il versamento: - del 90 per cento del valore della lite in caso di iscrizione a ruolo del ricorso presso la Commissione Tributaria Provinciale; - del 40 per cento del valore della lite nel caso in cui l’Agenzia risulti soccombente nel primo grado di giudizio (pronuncia non cautelare depositata entro il 24 ottobre 2018); - del 15 per cento del valore della lite nel caso in cui l’Agenzia risulti soccombente nel secondo grado di giudizio (pronuncia non cautelare depositata entro il 24 ottobre 2018); - nell’ipotesi di soccombenza parziale dell’Agenzia delle Entrate, di quella parte di tributo confermata dall’ultima sentenza non cautelare depositata entro il 24 ottobre 2018 del 40% o del 15% della parte di tributo annullata, a seconda che la suddetta sentenza sia stata emessa in primo o in secondo grado; - del 5 per cento del valore della lite nell’ipotesi in cui l’Agenzia delle Entrate sia risultata soccombente in entrambi i gradi di giudizio e il giudizio sia pendente presso la Corte di Cassazione alla data di entrata di entrata in vigore della legge di conversione del decreto fiscale. Disposto altresì lo stralcio dei debiti fino a 1.000 euro (comprensivi di capitale, interessi da ritardata iscrizione a ruolo, sanzioni) facenti riferimento ai carichi affidati all’agente della riscossione nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2010. Per beneficiare dello stralcio è necessario verificare che il debito residuo non superi la soglia suindicata alla data del 24 ottobre 2018. Ai fini dello stralcio il soggetto debitore non deve presentare alcuna richiesta (provvede direttamente l’agente della riscossione, entro la data del 31 dicembre 2018, all’annullamento del debito residuo). Non possono essere annullati i debiti facenti riferimento a: - somme che sono dovute a titolo di recupero di aiuti di Stato in base a quanto stabilito dall’art. 16 del regolamento UE 2015/1589 del Consiglio del 13 luglio 2015; - crediti che derivano da pronunce di condanna della Corte dei Conti; - ammende, multe, sanzioni pecuniarie che sono dovute a seguito di provvedimento nonché sentenze penali di condanna; - risorse propri tradizionali. Possono essere definiti anche i carichi affidati all’agente della riscossione (anche a titolo di risorse proprie tradizionali dell’Unione Europea) nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2017. Sono esclusi dalla suddetta definizione: - le somme che sono dovute a titolo di recupero di aiuti di Stato in base a quanto stabilito dall’art. 16 del regolamento UE 2015/1589 del Consiglio del 13 luglio 2015; - i crediti che derivano da pronunce di condanna della Corte dei Conti; - le ammende, multe, sanzioni pecuniarie che sono dovute a seguito di provvedimento nonché sentenze penali di condanna; - le sanzioni che differiscono rispetto a quelle che sono irrogate per violazioni in ambito tributario ovvero per violazioni inerenti agli obblighi relativi a contributi e premi dovuti a enti previdenziali. I contribuenti hanno altresì la possibilità di procedere con la regolarizzazione delle irregolarità di carattere formale, ossia delle irregolarità che non hanno alcuna rilevanza in materia di: - determinazione della base imponibile delle imposte sui redditi, dell’Irap, dell’imposta sul valore aggiunto; - pagamento dei tributi; e che sono state commesse non oltre la data del 24 ottobre 2018. Fatturazione elettronica In ragione delle probabili difficoltà che dovranno essere affrontate nella fase di avvio dell’obbligo della fatturazione elettronica, il decreto ha apportato alcune modifiche alla disciplina sanzionatoria relativa alla fatturazione: - non verrà applicata la disciplina sanzionatoria nell’ipotesi in cui la fattura elettronica non venga emessa entro il termine stabilito dall’art. 21 del decreto Iva, ma comunque entro il termine per far concorrere l’Iva all’interno della liquidazione del periodo; - verranno applicate sanzioni in misura ridotta all’80 per cento qualora la fattura partecipi alla liquidazione periodica successiva rispetto al periodo di riferimento. Le predette disposizioni trovano applicazione fino al 30 settembre del 2019 per quanto riguarda i contribuenti che effettuano con periodicità mensile la liquidazione periodica. Il decreto ha stabilito l’esclusione, dall’ambito di applicazione dell’obbligo della fatturazione elettronica, anche delle associazioni sportive senza scopo di lucro che hanno proceduto con l’esercizio dell’opzione di cui alla Legge n. 398/1991, artt. 1 e 2, e che hanno conseguito proventi di tipo commerciale non eccedenti il limite di euro 65.000 nel corso del precedente periodo (l’esonero opera anche in caso di superamento della soglia, tuttavia in tale ipotesi le associazioni devono assicurare che la fattura venga emessa per loro conto dal committente/cessionario soggetto passivo d’imposta). Gli obblighi di fatturazione elettronica vengono adempiuti dai cessionari per quanto concerne i contratti di sponsorizzazione e pubblicità che sono stati stipulati dai soggetti di cui agli artt. 1 e 2 della Legge n. 398/1991. Prevista altresì una riduzione dell’ambito applicativo, per l’annualità d’imposta 2019, dell’obbligo di fatturazione elettronica. In particolare, sono esonerati dall’obbligo i soggetti che devono procedere con l’invio dei dati al Sistema tessera sanitaria per l’elaborazione della dichiarazione dei redditi precompilata: - le aziende sanitarie locali, le aziende ospedaliere e i policlinici universitari; - gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico; - le farmacie (pubbliche e private) e i presidi di specialistica ambulatoriale; - le strutture che erogano prestazioni di assistenza protesica e di assistenza integrativa; - altri presidi e strutture accreditati per l'erogazione dei servizi sanitari e gli iscritti all'Albo dei medici chirurghi e degli odontoiatri. L’esonero interessa unicamente le fatture i cui dati vengono trasmessi al Sistema tessera sanitaria. In merito agli operatori che offrono servizi di pubblica utilità è stata introdotta una disciplina specifica in relazione alle fatture elettroniche emesse nei confronti di persone fisiche che non operano nell’ambito di arte o professione ovvero nell’ambito di attività d’impresa. Il riferimento è alle operazioni che sono effettuate nei seguenti settori: - telecomunicazioni; - servizi connessi alla gestione dei rifiuti solidi urbani e assimilati, di fognatura e depurazione i cui corrispettivi sono addebitati tramite bolletta. In particolare, la specifica disciplina trova applicazione sulle fatture che sono state emesse nei confronti di consumatori finali con cui sono stati stipulati contratti antecedentemente al 1° gennaio 2005. Detrazione dell’imposta su valore aggiunto Ai fini dell’esercizio del diritto alla detrazione dell’Iva devono ricorrere due presupposti: - di tipo sostanziale, ossia deve essere effettuata l’operazione di cessione di beni/prestazione di servizi; - di tipo formale, ossia il cessionario/committente deve essere in possesso di una valida fattura d’acquisto. Il dies a quo da cui decorre il termine per l’esercizio del diritto alla detrazione decorre dal momento in cui entrambe le condizioni citate sono soddisfatte. Orbene, il decreto fiscale, intervenendo sulla disciplina relativa alla detrazione dell’imposta sul valore aggiunto, stabilisce espressamente che il diritto alla detrazione può essere esercitato entro il giorno 16 di ogni mese a condizione che i documenti di acquisto siano ricevuti e annotati entro il giorno 15 del mese successivo rispetto a quello in cui l’operazione è stata effettuata. La disposizione in questione non viene applicata sulle fatture d’acquisto inerenti a operazioni effettuate nel corso del precedente anno.

Decreto fiscale, l’analisi dei Consulenti del Lavoro

Quadro riepilogativo delle novità previste dal decreto fiscale collegato alla Legge di bilancio 2019

Lascia un commento Annulla risposta