DDL Malattia liberi professionisti, Luchetta: “Iniziativa positiva, dare tutele a chi oggi non ne ha”

Lo ha affermato il vicepresidente del Consiglio nazionale dei commercialisti nel corso dell’audizione della Commissione Giustizia del Senato

“Il disegno di legge che intende introdurre tutele inedite per i professionisti che dovessero ammalarsi o subire un infortunio ha il grande merito di riservare attenzioni ad un pezzo di mondo del lavoro al quale fino ad oggi sono state inspiegabilmente negate”. È quanto affermato dal Vicepresidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Giorgio Luchetta, nel corso dell’audizione odierna della Commissione Giustizia del Senato sul DDL sulle malattie dei lavoratori autonomi, che ha come primo firmatario il senatore Andrea de Bertoldi, ma che è stato firmato anche dalla consulta dei parlamentari commercialisti, di cui fanno parte esponenti di tutte le forze politiche.

“Proprio in questi mesi drammatici di pandemia – ha affermato Luchetta – il Governo ci ha più volte definito “essenziali”. I professionisti, i commercialisti italiani, necessitano più che mai di quei presidi previsti dal disegno di legge per vedere finalmente tutelato il proprio lavoro, che svolgono con abnegazione e spirito di assoluto servizio, garantendo un impegno che a volte va a discapito della loro tranquillità, di quella dei propri collaboratori e delle proprie famiglie. I professionisti sono un segmento determinante del mondo del lavoro, saranno un avamposto di una possibile rinascita dopo i mesi durissimi che ci attendono. A loro vanno riservate attenzioni e tutele che oggi non hanno”.

Luchetta ha espresso inoltre apprezzamento per l’iniziativa che ha portato al disegno di legge “sia per il metodo trasversale, che ha visto lavorare fianco a fianco colleghi commercialisti appartenenti a diversi schieramenti politici, sia nel merito. Si tratta di un primo, importante passo sulla via di un’azione che, lungi dal rispondere ad una logica corporativa, pone finalmente attenzione a legittime istanze troppo spesso dimenticate dalla politica”. Luchetta ha sottolineato, infine, come il disegno di legge “è un segnale di inversione di tendenza e di un cambio di paradigma estremamente importante rispetto all’atteggiamento tenuto negli ultimi anni dalla politica nei confronti delle professioni ordinistiche. È tempo – ha concluso – che la politica torni a guardare alle professioni come ad una risorsa per il Paese, un pezzo di economia da preservare e incentivare”.

Reazioni arrivano anche dal Comitato Unitario delle Professioni. Con il DDL n. 1474 “Disposizioni per la sospensione della decorrenza di termini relativi ad adempimenti a carico del libero professionista in caso di malattia o di infortunio”, si colma “un vuoto normativo che interessa una platea potenziale di 1 milione 563 mila iscritti agli Ordini professionali che svolgono la propria attività in forma autonoma e rispetto ai quali non esiste attualmente una tutela per i rischi professionali in cui possono incorrere a seguito di infortuni o malattie gravi”. È quanto si legge in un documento che il CUP ha presentato in audizione presso la Commissione Giustizia del Senato, sull’iniziativa legislativa che riconosce al professionista la maturazione di diritto alla tutela in caso di ricovero ospedaliero, malattia grave, infortunio o cure domiciliari.

Esprimendo dunque “apprezzamento” per una proposta che persegue la valorizzazione del lavoro autonomo professionale, il CUP ha fornito alcuni suggerimenti al fine di migliorare l’efficacia del disegno di legge. In particolare, il Comitato chiedere di equiparare il concetto di malattia del professionista a quello dei lavoratori dipendenti evitando di limitare la casistica a quella di “malattia grave” in quanto “circa l’80% dei professionisti esercita la propria attività in forma individuale, pertanto anche problemi di salute che non possono essere considerati gravi, quali un’influenza o febbre alta, possono pregiudicare lo svolgimento dell’attività e il rispetto delle tempistiche previste”. Occorre poi semplificare le procedure di trasmissione della documentazione necessaria, tramite ad esempio l’istituzione di una piattaforma informatica ad hoc, così come definire in maniera puntuale il perimetro di applicazione delle disposizioni normative, e dunque sia i lavoratori autonomi che, al pari dei liberi professionisti, possono fruire delle disposizioni di legge, sia i soggetti referenti della procedura di comunicazione dell’impedimento. Secondo il CUP, infine, bisogna estendere le prerogative individuate dal provvedimento anche alla libera professione esercitata in forma associata, senza limitazioni, e definire i soggetti in capo a cui ricadono gli oneri finanziari derivanti dalla sospensione.

“Bene l’intervento legislativo che mira a creare tutele per i liberi professionisti ordinistici, ma per questo è necessario equiparare il lavoro professionale a quello dipendente”, ha dichiarato a margine dell’audizione la Presidente del CUP, Marina Calderone.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *