Corsi di scuola guida esenti da IVA solo nella formazione professionale

In occasione del terzo Forum dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, l’Agenzia delle Entrate è tornata sul tema del trattamento, ai fini IVA, delle prestazioni didattiche rese ai fini del conseguimento delle patenti di guida, fornendo un criterio per l’applicazione dell’esenzione, ma non dissipando del tutto alcuni dubbi emersi a pochi giorni dall’entrata in vigore del novellato art. 10 comma 1 n. 20 del DPR 633/72. Le disposizioni contenute nell’art. 32 del DL 124/2019, così come modificato in sede di conversione dalla L. 157/2019, hanno inteso recepire i principi contenuti nella sentenza del 14 marzo 2019, pronunciata dalla Corte di Giustizia Ue e relativa alla causa C-449/17. I giudici europei hanno richiamato le disposizioni della direttiva 2006/112/Ce, ricordando che, ai sensi dell’art. 132, paragrafo 1, lettera i), sono da intendersi esenti “l’educazione dell’infanzia o della gioventù, l’insegnamento scolastico o universitario, la formazione o la riqualificazione professionale”. La nozione di “insegnamento scolastico o universitario”, in particolare, non deve intendersi circoscritta alle sole attività formative che si concludono con esami volti all’ottenimento di una qualifica professionale, comprendendo altresì una serie di ulteriori attività volte a sviluppare “le conoscenze e le attitudini degli allievi” (punto 22 della causa C-447/17 citata). In questo senso le lezioni di guida, pur prevedendo, per la loro stessa natura, precetti di carattere teorico ed esercitazioni pratiche, costituiscono un insegnamento di natura “specialistica” che non può essere assimilato alla nozione di prestazione didattica che consentirebbe di garantire l’agevolazione. Posto inoltre che, secondo la consolidata giurisprudenza comunitaria, il perimetro di applicazione delle esenzioni IVA deve essere definito in modo restrittivo, dal momento che “tali esenzioni costituiscono deroghe al principio generale” secondo cui l’imposta “è riscossa per ogni prestazione di servizi effettuata a titolo oneroso da un soggetto passivo” (punto 19 della sentenza C-449/17), il legislatore nazionale ha ritenuto necessario modificare la disciplina dettata dall’art. 10 comma 1 n. 20 del DPR 633/72. Mentre l’art. 32 del DL 124/2019 prevedeva, nella sua originaria formulazione, che venissero escluse dall’agevolazione tutte le prestazioni di insegnamento che non avessero carattere scolastico o universitario, successivamente alla conversione in legge, l’esenzione da IVA è disposta: - per le prestazioni educative dell’infanzia e della gioventù e per quelle didattiche di ogni genere, anche con riferimento alla formazione, all’aggiornamento, alla riqualificazione e alla riconversione professionale, se rese da istituti o scuole riconosciute da pubbliche amministrazioni e da ONLUS (sono comprese anche le prestazioni di vitto, alloggio fornitura di libri e materiali didattici); - per le lezioni relative a materie scolastiche e universitarie impartite dagli insegnanti a titolo personale. Tra le suddette prestazioni, come precisato nel modificato art. 10 comma 1 n. 20 del DPR 633/72, non è compreso l’insegnamento della guida automobilistica “ai fini dell’ottenimento delle patenti di guida per i veicoli delle categorie B e C1”. Considerata la formulazione letterale della norma, ci si è chiesti se i corsi per l’ottenimento delle patenti di guida diverse da quelle indicate nell’art. 10 potessero beneficiare dell’esenzione da imposta. L’Agenzia delle Entrate, nel corso del Forum tenutosi il 13 gennaio, ha ricordato che i giudici europei hanno ritenuto imponibili le lezioni delle autoscuole per l’ottenimento delle licenze di guida B e C1, trattandosi di un “insegnamento specialistico”. Tale nozione potrebbe estendersi anche alle prestazioni didattiche necessarie per il conseguimento di tutte le altre licenze di guida, tuttavia, ad avviso dell’Amministrazione finanziaria, “i corsi per l’ottenimento delle patenti differenti dalle categorie A e B potranno essere riconducibili alla «formazione professionale»”. Viene precisato, infine, che il beneficio dell’esenzione può essere accordato, in coerenza con quanto affermato dall’Avvocato generale nelle conclusioni relative alla causa C-449/17, esclusivamente ai corsi che costituiscano “parte integrante di una formazione professionale”. Secondo quanto affermato dall’Amministrazione finanziaria nel corso dell’evento, quindi, fra le patenti che non possono essere oggetto di corsi “professionali” sembrerebbero essere incluse anche quelle di categoria A, cui la norma, invece, non faceva esplicita menzione (l’art. 10 fa esclusivo riferimento alle categorie B e C1). Se tale interpretazione venisse confermata, potrebbero dunque ritenersi esenti soltanto le prestazioni volte all’ottenimento di patenti strettamente professionali (come, ad esempio quelle di categoria CE, D1, ecc.), che comportano, per usare le parole dell’Avvocato generale, l’acquisizione “di conoscenze e competenze utilizzate esclusivamente o principalmente ai fini dell’attività professionale” (punto 42 delle conclusioni relative alla causa C-449/17).

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Corsi di scuola guida esenti da IVA solo nella formazione professionale

Imponibili le prestazioni didattiche per il conseguimento delle patenti B e C1

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