Commercialisti: “Cura Italia migliorabile, interventi più coraggiosi”

Presentate in Senato le proposte di emendamento della categoria. Trenta modifiche per garantire più liquidità a imprese e professionisti

“In questa situazione emergenziale è assolutamente indispensabile una sospensione generalizzata per tutto il territorio nazionale e per tutti i contribuenti, quanto più prolungata possibile, degli adempimenti e dei termini di versamento relativi a tributi, ritenute, contributi e premi assicurativi, sia correnti che rateizzati, nonché ai diritti camerali; somme dovute, anche in forma rateale, derivanti da avvisi bonari, accertamento con adesione, mediazione tributaria, conciliazione giudiziale, acquiescenza e definizione agevolata delle sanzioni; entrate tributarie e non tributarie, anche degli enti locali, derivanti da cartelle di pagamento o ingiunzioni o avvisi di accertamento esecutivi, nonché relativi alla rottamazione dei ruoli, al saldo e stralcio e alle altre definizioni agevolate”. E’ quanto scrive il Consiglio nazionale dei commercialisti nel documento di osservazioni al decreto “Cura Italia”, inviato oggi alla Commissione Bilancio del Senato e contenente circa trenta emendamenti con la relativa relazione illustrativa. I commercialisti tornano quindi a chiedere con forza una sospensione lunga di adempimenti e versamenti e aggiungono che “è necessario prevedere che i versamenti sospesi debbano essere effettuati, senza applicazione di sanzioni e interessi, in forma rateale non inferiore a sei mesi a decorrere dal mese successivo a quello di termine del periodo di sospensione”.

Il Consiglio nazionale dei commercialisti ritiene poi necessario “un intervento normativo a carattere generale teso all’introduzione di una clausola di salvaguardia relativamente a tutte le norme a carattere agevolativo ovvero relative all’accesso a regimi particolari di applicazione di imposte e altri tributi che fanno dipendere i benefici accordati dalla legge al rispetto di specifici termini o condizioni che, considerata la situazione di emergenza in atto, non possono essere correttamente rispettati (si pensi, ad esempio, al mancato rispetto della condizione di vendere entro l’anno l’immobile precedentemente acquistato prevista per beneficiare dell’agevolazione “prima casa” ai fini dell’imposta di registro). Tanto anche al fine di evitare inutili contenziosi”.

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