Caos ISA, dai Commercialisti un pacchetto di proposte al Mef

Il Consiglio nazionale della categoria ricevuto al Ministero. Miani: “Categoria in estremo disagio, la politica ci ascolti”

Caos ISA, dai Commercialisti un pacchetto di proposte al MefUn articolato pacchetto di proposte che consentirebbe di risolvere le evidenti criticità riscontrate in questo primo anno di applicazione degli Isa. Lo ha presentato oggi una delegazione del Consiglio nazionale dei commercialisti, della quale facevano parte il presidente della categoria, Massimo Miani, e il consigliere nazionale delegato alla Fiscalità, Maurizio Postal, nel corso di un incontro convocato al MEF dal viceministro Antonio Misiani. All’incontro hanno partecipato anche i vertici dello stesso Ministero e quelli dell’Agenzia delle Entrate.

Sulla questione ISA, Miani ha ricordato le prese di posizione dei Garanti del Contribuente di tutto il territorio nazionale, che hanno ritenuto fondate le istanze presentate dagli Ordini dei commercialisti e dalle associazioni di categoria con cui è stata denunciata la violazione delle norme dello Statuto dei diritti del Contribuente a causa dei ritardi nell’implementazione degli stessi ISA. Miani ha ribadito con forza le ragioni dello sciopero dei Commercialisti e l’aggravarsi della situazione di estremo disagio in cui gli studi professionali si sono venuti a trovare dall’inizio di quest’anno per ragioni del tutto indipendenti dalla loro volontà.

“Preso atto dell’impossibilità di una disapplicazione totale degli ISA per l’anno 2018 a causa delle pressanti esigenze di gettito”, ha affermato Miani, “riteniamo che ci sia comunque spazio per interventi che provino con successo a mettere ordine nel caos generatosi su questo adempimento. Auspichiamo vivamente che politica e amministrazione finanziaria ci ascoltino, fornendo risposte concrete alle nostre proposte”.

Nello specifico i commercialisti hanno richiesto innanzitutto la rimozione delle criticità riscontrate nel funzionamento di alcuni indici di anomalia con riferimento a tutti i 175 ISA approvati e non solo per gli 89 ISA in revisione quest’anno (come ad esempio la rilevanza delle imposte nell’indice relativo ai costi residuali di gestione). La categoria ha proposto anche la codificazione normativa del principio che gli ISA evoluti si applicano, se più favorevoli per il contribuente, anche ai periodi d’imposta precedenti e la sperimentalità degli ISA per il 2018 ai fini della formazione delle liste selettive di controllo. Altra richiesta avanzata dai professionisti è quella di introdurre l’obbligo di parere preventivo della Commissione degli esperti in sede di individuazione delle premialità.

Per l’immediato, il Consiglio nazionale ha anche proposto la proroga dei termini di versamento con la maggiorazione dello 0,40% dal 30 ottobre al 30 novembre, al fine di poterli allineare con il termine di presentazione delle dichiarazioni.

Miani ha anche ribadito l’impegno quotidiano dei Commercialisti per garantire il corretto assolvimento degli obblighi tributari da parte di tutti i cittadini, ma ha affermato “che ipotesi di interventi punitivi apparsi sulla stampa del tipo “Daspo” ai Commercialisti sono del tutto inaccettabili”. Nel corso dell’incontro la delegazione del Consiglio nazionale dei commercialisti ha consegnato infine un documento congiunto Commercialisti – Confindustria, contenente un nutrito pacchetto di proposte di semplificazioni fiscali, che sarà presentato in un evento in programma il 9 ottobre presso la Camera dei Deputati.

Sull’incontro è arrivata anche una dichiarazione del sottosegretario del Mef, Alessio Villarosa, il quale ha affermato che la discussione con i commercialisti è stata “costruttiva”. Villarosa ha sottolineato di aver chiesto che “venga istituita una task force operativa in tempi rapidi, aperta anche alle categorie, che possa dialogare e trovare soluzioni sia ai problemi tecnici per l’invio o la compilazione dei modelli ISA, nonché accogliere le proposte che possano evitare anomalie di risultato o errate impostazioni. E’ stato un incontro proficuo e sono ottimista, peraltro abbiamo già delle proposte condivise con l’Ordine dei commercialisti attualmente al vaglio degli uffici tecnici”.

Miani: “Daspo a commercialisti? Siamo sconcertati”. Villarosa: “La proposta non esiste”

“Non esiste alcuna proposta che voglia mettere un Daspo per i commercialisti nei confronti dei quali esistono già delle sanzioni e delle segnalazioni all’Ordine”. Lo dice il sottosegretario al Mef del M5s Alessio Villarosa, che sembra così chiudere, almeno per il momento, la polemica nata dopo che alcune testate avevano anticipato la misura allo studio del Governo. “Non viene da noi questa proposta”, afferma Villarosa, “e non capisco perché venga attribuita al governo” ricordando come proprio questa mattina ha incontrato i rappresentanti dei commercialisti sugli Indicatori sintetici di affidabilità su cui “abbiamo entrambi proposte in campo che torneremo a verificare nei prossimi giorni”.

In mattinata il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani aveva affermato che “Il Daspo ai commercialisti che rilasciano attestazioni per crediti fiscali inesistenti è una misura inutile per il semplice fatto che già ora i commercialisti che così si comportano sono soggetti non solo a sanzioni amministrative, ma anche a responsabilità penali, perché anche di recente la Corte di Cassazione ha affermato che la condotta integra il reato di “dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici”, punibile da 1,5 a 6 anni di reclusione ex art. 3 del DLgs. 74/2000”.

“Come liberi professionisti a cui lo Stato chiede attività di controllo e presidio, gravandoci di stringenti responsabilità anche penali – aveva proseguito Miani – restiamo francamente sconcertati da un approccio enfatico che lascia intendere che fino a oggi queste responsabilità non ci fossero. Come cittadini e contribuenti, manifestiamo invece preoccupazione, perché non è certo con norme inutili a uso e consumo di titolo di giornale che si possono trovare i 7 miliardi che attualmente mancano all’appello nella NaDef. Restiamo come sempre a disposizione delle istituzioni e della politica – conclude Miani – ma chiediamo rispetto”.

Le critiche dell’opposizione
Sulla vicenda arrivano anche i duri commenti dell’opposizione. In una nota congiunta i deputati della Lega Massimo Garavaglia, già viceministro dell’Economia, Massimo Bitonci, già sottosegretario del governo Lega-5 Stelle e Alberto Gusmeroli vicepresidente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati, affermano che “è a dir poco vergognosa la proposta del governo giallorosso di una Daspo ai commercialisti, che vengono equiparati ai delinquenti. È assurdo l’atteggiamento di un governo, che pensa di recuperare 7 miliardi di coperture per disinnescare l’aumento dell’Iva, sulle spalle di professionisti, che già sono soggetti a sanzioni amministrative e responsabilità penali nel caso in cui rilascino attestazioni per crediti inesistenti. Siamo a fianco di una categoria già pesantemente impegnata nel far fronte alle assurdità degli Isa, eredità di Renzi, che ora il governo vuole anche far passare per collaborazionisti degli evasori. L’evasione fiscale si riduce se si semplifica il sistema e si riduce la tassazione”.

Di analogo tenore anche le dichiarazioni del responsabile economico di Forza Italia, Renato Brunetta, il quale sottolinea come “l’istituzione del Daspo, vale a dire sospensione piena dall’ordine professionale, è di per sé delegittimante: i commercialisti non possono essere, allo stesso tempo, controllori con funzioni di presidio alla lotta all’evasione fiscale, e controllati da uno Stato etico che non riconosce il loro ruolo professionale. Se questo serve per recuperare 7,2 miliardi di euro dalla lotta all’evasione fiscale, ci troviamo per l’ennesima volta di fronte ad un Governo di sinistra-sinistra che, pur di fare cassa, non tutela i corpi intermedi”.

Altrettanto critica la presa di posizione  di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. “Vogliono il Daspo per i commercialisti che fanno attestazioni infedeli”, ha detto, “ma non ascoltano la stragrande maggioranza dei commercialisti onesti quando dicono che gli ISA sono una follia vessatoria peggio degli studi di settore, che la pressione fiscale in Italia è fuori controllo e spesso crea purtroppo evasione di sopravvivenza da parte delle aziende, soprattutto piccole, che la quantità di passaggi burocratici in cui sbatte chi vuole solo lavorare e dare lavoro è inaccettabile, che lo Stato in Italia è troppo spesso il primo nemico di chi intraprende. Appaltano ai commercialisti funzioni di presidio nella lotta anti-evasione, già li puniscono severamente quando sbagliano, ora vogliono anche decretarne la morte civile. Ma non ascoltano mai la loro voce, la voce di chi è a contatto ogni giorno con l’economia reale, anzi fanno il contrario. È uno Stato arcigno e masochista”.

Riserve, infine, vengono espresse anche dalle fila della maggioranza. In una nota la senatrice Donatella Conzatti, capogruppo di Italia Viva (la nuova formazione capitanata da Matteo Renzi) in Commissione bilancio afferma di “capire e condividere lo sconcerto espresso dal presidente dell’Ordine dei Dottori commercialisti e degli esperti contabili Miani per le funamboliche ipotesi di Daspo ai commercialisti, a fronte di condotte per le quali questi ultimi sono già sottoposti a sanzioni amministrative ed anche penali”. “Si tratta”, aggiunge, “di spettacolarizzazioni gratuite che nulla aggiungono alla importante lotta all’evasione e molto tolgono alla serietà del dibattito. In ogni caso, con Italia Viva, cose simili non potranno mai diventare qualcosa più di un titolo di giornale”.

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