Calabria e Molise: maggiorazioni Irap e Irpef per rinforzare il sistema sanitario

Le istruzioni dell’Agenzia delle entrate per calcolare l’acconto dell’imposta sulle attività produttive dovuta nelle due regioni, uniche rimaste a dover ripianare il deficit

Dopo il consueto monitoraggio annuale sull’attuazione dei piani di rientro dei deficit sanitari delle Regioni, effettuato dal Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti e il Comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza, e diffuso dal ministero dell’Economia e delle Finanze, è emerso che, nel 2019, la Calabria e il Molise si sono trovati in posizione debitoria, non raggiungendo gli obiettivi contenuti nei rispettivi piani di risanamento economico del settore sanitario. Quindi, per l’anno d’imposta 2020, in queste regioni scattano le maggiorazioni automatiche dell’aliquota Irap e dell’addizionale regionale all’Irpef.

L’entità degli incrementi è, come negli anni passati, dello 0,15% per l’Irap e dello 0,30% per l’addizionale Irpef. Si tratta di una variazione automatica prevista dall’articolo 2, comma 86, della legge n. 191/2009: una misura introdotta con lo scopo di ripianare il “buco” finanziario causato dalla spesa sanitaria, quando l’ammontare delle perdite raggiunge determinati limiti.

Considerato che entro il prossimo novembre i contribuenti sono chiamati a calcolare e versare il secondo o unico acconto 2020 delle imposte dirette, compreso quello Irap, l’Agenzia delle Entrate, con un comunicato, spiega a calabresi e molisani come determinare l’importo eventualmente dovuto, tenendo conto della maggiorazione dell’aliquota.

Come funziona la maggiorazione Irap
Tanto premesso, veniamo al dunque, vale a dire come i contribuenti Irap di Calabria e Molise dovranno effettuare il calcolo di tale imposta. Questi i due procedimenti:

  • il metodo storico, considerando quale imposta del periodo precedente quella determinata applicando l’aliquota del 2019 già comprensiva della maggiorazione di 0,15 punti percentuali
  • il metodo previsionale, prendendo come imposta di riferimento quella determinata applicando, al volume della produzione previsto, l’aliquota d’imposta maggiorata di 0,15 punti percentuali.

Come funziona l’addizionale regionale Irpef
L’incremento di 0,30 punti percentuali dell’addizionale regionale Irpef, relativo all’anno d’imposta 2020, previsto per le regioni Calabria e Molise, invece produce effetti nel 2021. Tuttavia l’Agenzia precisa, riguardo ai lavoratori dipendenti che cessano il rapporto di lavoro in corso d’anno, che i datori di lavoro devono trattenere, in sede di conguaglio, l’importo dell’addizionale regionale 2020 applicando l’aliquota maggiorata, e quello delle rate residue dell’addizionale regionale 2019, alle quali si applica la previgente aliquota.
In particolare, in caso di cessazione del rapporto di lavoro avvenuta nel corso del 2020, i sostituti d’imposta dovranno applicare l’aliquota maggiorata pari a 2,03 punti percentuali per il versamento dell’addizionale regionale con riferimento alla regione Calabria, mentre, per il Molise, la maggiorazione delle aliquote è prevista sulla base degli scaglioni di reddito come di seguito indicata:

fino a 15.000 euro 2,03%
da 15.001 a 28.000 euro 2,23%
da 28.001 a 55.000 euro 2,43%
da 55.001 a 75.000 euro 2,53%
oltre 75.000 euro 2,63%

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