Introdotto, a suo tempo, dalla Legge di bilancio 2018, il bonus trasporti consiste in una detrazione Irpef del 19% riconosciuta ai soggetti che utilizzano il trasporto pubblico per l’acquisto di abbonamenti per il trasporto pubblico locale. Rientrano nella detrazione quei titoli di trasporto che consentono di effettuare un numero illimitato di viaggi e per più giorni, per un periodo di tempo ben definito, fino ad un massimo di spesa di 250 euro. Tale detrazione spetta anche se le spese sono sostenute in favore di familiari fiscalmente a carico, ma nel limite di costo massimo di 250 euro, riferito cumulativamente alle spese sostenute dal contribuente per l’abbonamento proprio e dei familiari a carico. Se, ad esempio, il costo di un abbonamento è suddiviso tra più soggetti, come nel caso di un genitore che sostiene la spesa di 500 euro per l’abbonamento del figlio a carico, l’ammontare massimo di spesa sul quale calcolare la detrazione, da ripartire tra genitore e figlio, non può superare 250 euro. È importante precisare anche il fatto che la detrazione è subordinata all’applicazione del criterio di cassa, facendo riferimento alla data di pagamento della spesa, non rilevando, oltretutto, il periodo di validità dell’abbonamento di trasporto. La detrazione, infatti, va calcolata sull’intera spesa sostenuta nel 2023, nonostante il servizio di trasporto termini la sua validità nel 2024. È chiaro che la spesa è detraibile solo se avvenuta utilizzando strumenti di pagamento tracciabili (carta di credito, prepagate, bonifici, assegni). Il pagamento in contanti non ammette il beneficio della detrazione. In relazione alle spese sostenute per abbonamenti legati al servizio di trasporto pubblico nel corso del 2023, la detrazione spetta anche nel caso in cui si sia utilizzato il bonus trasporti di 60 euro. In tal caso, la spesa detraibile è commisurata alla parte di prezzo effettivamente versata dal contribuente. Istituito con l’art. 4, D.L. 5/2023, il bonus trasporti 2023 era riconosciuto alle persone fisiche che nell'anno 2022 hanno conseguito un reddito complessivo non superiore a 20.000 euro. Poteva essere richiesto, con apposita domanda da presentare tramite il portale www.bonustrasporti.lavoro.gov.it del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per sé stessi o per un beneficiario minorenne a carico. Il valore del buono è pari al 100% dell’importo dell’abbonamento per trasporto, per un valore massimo di 60 euro. Come si ottiene la detrazione? Per ottenere la detrazione è necessario inserire l’importo della spesa sostenuta per l’acquisto di abbonamenti per trasporto pubblico nel modello 730 2024 o nel modello Redditi Persone Fisiche 2024. Tuttavia, non tutti i contribuenti sono obbligati all’invio della dichiarazione dei redditi: in questo caso, non potranno beneficiare del “doppio sconto”, non potendo ricevere alcun rimborso fiscale, fermo restando che possono richiedere il bonus trasporti. Allo stesso modo, i contribuenti con partita Iva che hanno aderito al regime forfettario (legge n. 190/2014) non sono soggetti a Irpef, ma ad una imposta sostitutiva. In questa ipotesi, non si possono usufruire delle deduzioni e detrazioni Irpef, a meno che non si possiedano altri redditi soggetti a Irpef. Anche in questo caso spetterà esclusivamente il bonus trasporti, nel rispetto dei requisiti richiesti dal decreto. Si riporta di seguito un esempio che prevede l’adesione sia allo sconto sia alla detrazione. Si ipotizza il caso di un contribuente che abbia usato una sola mensilità del bonus trasporti per acquistare un abbonamento annuale di 300 euro: al contribuente spetta un rimborso di 60 euro di bonus trasporti e di 45,60 euro (il 19% dei 240 euro rimasti a suo carico) di detrazione Irpef in dichiarazione, con un risparmio complessivo di 105,60 euro (60 euro del bonus sconto + 45,60 euro di detrazione). Cosa accade al contribuente che, pur avendo fruito del bonus trasporti per tutto l’anno, ha sostenuto spese per gli abbonamenti mensili di suo figlio più il proprio? Il contribuente può aver chiesto il bonus trasporti sia per sé stesso sia per il figlio fiscalmente a carico pari a 60 euro al mese. Ciò corrisponde a un bonus trasporti annuo a persona di 720 euro, e di abbonamenti mensili per un totale di 900 euro a persona. Il contribuente ha dovuto sostenere l’onere di 180 euro per sé e l’onere di 180 euro per suo figlio non coperto dal bonus trasporti. La spesa totale sostenuta è pari 360 euro, ma il soggetto potrà portare in detrazione soltanto 250 euro, indipendentemente da quanti sono gli abbonamenti acquistati, ricevendo un rimborso di 47,5 euro in dichiarazione dei redditi. I documenti da conservare ai fini della detrazione sono il titolo di viaggio contenente durata dell’abbonamento e la ricevuta di pagamento dell’abbonamento. Se la ricevuta di pagamento è intestata a un familiare a carico, oltre alla predetta documentazione, è necessaria la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà con l’indicazione del soggetto che ha sostenuto la spesa.