Bonus per i datori che assumono i percettori del reddito di cittadinanza: in arrivo la circolare

Presto disponibile una circolare con le regole per l’applicazione del bonus da riconoscere ai datori di lavoro che assumono chi percepisce il reddito di cittadinanza

Bonus per i datori che assumono i percettori del reddito di cittadinanza: in arrivo la circolarePresto disponibile una circolare con le regole per l’applicazione del bonus da riconoscere ai datori di lavoro che assumono chi percepisce il reddito di cittadinanza. A renderlo noto il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, durante il suo intervento di ieri alla prima giornata del Festival del lavoro, che si sta svolgendo a Milano.

Il presidente dell’Istituto previdenziale ha assicurato che l’attesa circolare è in fase avanzata di elaborazione e potrebbe vedere la luce in tempi brevi: “penso manchino pochi giorni”.

Inoltre, lo stesso presidente ha anche ricordato i risultati finora ottenuti dalla misura di contrasto alla povertà e per il reinserimento lavorativo: 1,3 milioni di nuclei familiari hanno già presentato la domanda, pari a quasi 4 milioni di persone, ma l’intento dell’Inps è quello di raggiungere circa 50mila senza tetto che, grazie ad accordi con i servizi sociali delle amministrazioni delle principali città, potranno presentare la richiesta.

Anche il rapporto con i professionisti è stato oggetto di analisi da parte di Tridico.

Il presidente Inps ha, infatti, rassicurato i consulenti del lavoro sul fatto che in futuro i rapporti tra Istituto e professionisti dovrebbero migliorare, asserendo che: “Maggiore efficienza e dialogo con consulenti e imprese sono una sfida importante. Ci sono già delle realtà territoriali in cui lo scambio con i consulenti è proficuo, come in Veneto e in Friuli Venezia Giulia. Ieri abbiamo chiuso a Roma un accordo con l’Ordine provinciale per favorire il dialogo e lo scambio di informazioni”.

Questo modello potrebbe essere replicato – secondo l’Inps – e con ciò si è voluto dare una risposta anche a tutte quelle critiche della categoria su alcune decisioni recenti, come per esempio l’esclusione dei consulenti dalla gestione degli assegni nucleo familiare.

Festival del lavoro, Calderone su salario minimo

Tema centrale dell’intervento di Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, è stato invece il salario minimo.

La presidente ha riportato alcuni dati frutto dell’elaborazione fatta dalla Fondazione studi consulenti del lavoro, in collaborazione con il Consiglio nazionale, che è stata presentata proprio ieri nella giornata inaugurale della decima edizione del Festival del lavoro.

Sul salario minimo ho un approccio tecnico”, ha dichiarato la presidente: “Tutto è possibile, ma bisogna creare prima le condizioni affinché i provvedimenti possano essere accettati dal mercato. C’è il forte rischio che il costo della misura cada interamente sulle spalle delle aziende e che questo porti una spinta alle delocalizzazioni. Il lavoro non si fa per decreto”.

Il timore della Calderone è che arrivando ai 9 euro orari minimi per tutti i dipendenti, si andrebbe incontro ad una disparità tra i lavoratori per cui diventerebbe, poi, necessario garantire anche l’equo compenso ai professionisti. La Calderone, infatti, ha puntualizzato di non voler vedere “un mondo del lavoro di serie A e B, in cui si parli di reddito minimo garantito per i lavoratori subordinati e invece non si applichi il giusto compenso per i professionisti: su questo siamo pronti a dare battaglia per una componente importante del Paese che dà lavoro a tanti subordinati”.

Tale considerazione arriva dai dati sul salario minimo presentati, ieri, in rapporto ai competitor internazionali. L’Italia, secondo dati Wsi, fissando il valore minimo a 9 euro diventerebbe una delle nazioni con il più alto livello salariale, sotto solo a Lussemburgo, Francia, Olanda e Belgio. Inoltre, con questi livelli, il nostro Paese avrebbe la maggiore differenza in termini di proporzione del salario minimo rispetto a quello mediano, al numero di occupati e di dipendenti a tempo pieno.

Questa preoccupazione ha portato la Calderone a concludere auspicando: “bisogna abbassare il costo del lavoro in maniera strutturale. È questo il primo intervento che bisogna fare per rilanciare l’occupazione. Con l’introduzione del solo salario minimo, purtroppo, non solo non si raggiunge questo obiettivo, ma si aumenta l’aggravio per le imprese”.

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