Autoriciclaggio anche con operazioni tracciabili tra conto corrente

La sentenza n. 5719/2019 della Cassazione precisa che l'autoriciclaggio è ravvisabile potenzialmente in ogni prelievo o trasferimento di fondi, indipendentemente dalla tracciabilità, se l’operazione è conseguente a distrazioni penalmente rilevanti. IL FATTO Nel caso specifico, al ricorrente erano stati contestati i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e autoriciclaggio, sulla base di una condotta distrattiva rappresentata dalla sottrazione alla società fallita di somme di denaro, dirottate verso la società controllante con finanziamenti infragruppo. LA DECISIONE DELLA CORTE DI CASSAZIONE Rigettando il ricorso, i giudici hanno ritenuto che le azioni integrassero anche la fattispecie di autoriciclaggio, consistente in attività di impiego, sostituzione o trasferimento dei beni o altre utilità poste in essere dallo stesso autore del reato presupposto e idonee a ostacolare concretamente l’identificazione della provenienza. Ai fini del reato, la condotta deve essere idonea a provare che l’autore del delitto presupposto abbia effettivamente voluto attuare un impiego finalizzato a occultare l’origine illecita dell’oggetto del profitto. Ribadendo quanto affermato in precedenza, la Cassazione interpreta la clausola di non punibilità configurabile solamente in caso di utilizzo diretto dei beni proventi del delitto presupposto, senza che si verifichi il compimento di alcuna operazione atta a ostacolare concretamente l’identificazione della provenienza delittuosa delle somme oggetto di contestazione.

Autoriciclaggio anche con operazioni tracciabili tra conto corrente

L'autoriciclaggio è ravvisabile potenzialmente in ogni prelievo o trasferimento di fondi, indipendentemente dalla tracciabilità, se l’operazione è conseguente a distrazioni penalmente rilevanti

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