Aumento dei tributi: il momento è strettamente connesso allo scopo

In caso di modifiche normative, l’aumento dei tributi legati alla trascrizione, iscrizione e rinnovazione, da eseguirsi nei Pubblici registri immobiliari, si applica alle formalità richieste a partire dalla data di entrata in vigore della nuova norma, prescindendo da quella di stipula dell’atto al quale si riferisce la formalità. È questo il principio sancito dalle sentenze nn. 4571 e 4572 della Corte di cassazione, entrambe del 15 febbraio 2019, con riferimento agli aumenti dell’imposta ipotecaria disposti dall’articolo 7 del decreto legge 7/2005. IL FATTO È stata, pertanto, respinta la tesi sostenuta da un notaio, il quale aveva impugnato numerosi avvisi di liquidazione, ritenendo che gli aumenti previsti da tale decreto, non potevano trovare applicazione agli atti notarili stipulati in data antecedente all’entrata in vigore della nuova normativa. In merito alla vicenda descritta, occorre precisare che il decreto legge 7/2005, entrato in vigore il 1° febbraio dello stesso anno, aveva modificato l’ammontare: delle imposte di registro, ipotecaria e catastale dovute in misura fissa (da 129,11 a 168 euro) delle tasse sulle concessioni governative dell’imposta di bollo, con particolare riferimento agli atti registrati con procedura telematica dai pubblici ufficiali dei tributi speciali catastali delle tasse ipotecarie. Gli avvisi di liquidazione in questione erano stati impugnati dal notaio con riferimento alle imposte ipotecaria e di bollo. La tesi sostenuta dal professionista, sull’inapplicabilità degli aumenti per gli atti stipulati prima dell’entrata in vigore del richiamato decreto legge, era stata accolta sia dalla Ctp di Brindisi che dalla Ctr della Puglia. Prima di esaminare l’orientamento espresso dalla Corte suprema con le sentenze in commento, occorre precisare che l’Amministrazione finanziaria, con la circolare n. 1/2005 aveva fornito importanti chiarimenti in merito alla modifica normativa sopra descritta. Con particolare riferimento alla decorrenza delle nuove disposizioni, il documento di prassi ha evidenziato che l’articolo 7 del Dl 7/2005 prevede espressamente che le norme relative agli aumenti dei tributi sopra indicati, hanno effetto dal 1° febbraio 2005. Lo stesso articolo 7, sempre in merito alla decorrenza delle nuove disposizioni, attribuisce rilievo alla forma dell’atto e al tipo di formalità da eseguire. In particolare, con riferimento alla forma dell’atto dispone che tali modifiche si applicano: agli atti giudiziari pubblicati o emanati, agli atti pubblici formati e alle scritture private autenticate a partire dal 1° febbraio 2005 alle scritture private non autenticate registrate dal 1° febbraio 2005. Con riferimento alle formalità da eseguire, la stessa norma prevede che le modifiche normative si applicano: alle formalità di trascrizione, iscrizione, rinnovazione, eseguite dal 1° febbraio 2005 alle domande di annotazione presentate a decorrere dal 1° febbraio 2005. LA DECISIONE DELLA CORTE DI CASSAZIONE Sovvertendo l’esito del giudizio di primo e secondo grado, la Corte di cassazione ha ritenuto che, quando il citato articolo 7 menziona le formalità (trascrizione, iscrizione, rinnovazione) eseguite, fa riferimento ai tributi che sono in diretta correlazione con il servizio reso e, quindi, con l’esecuzione della formalità. Si tratta, pertanto, dei tributi riscossi dagli uffici provinciali del Territorio. Al riguardo, le sentenze in esame, hanno evidenziato che, in base all’articolo 12 del Testo unico sulle imposte ipotecaria e catastale (Dlgs 347/1990): gli uffici territoriali dell’Agenzia delle entrate sono competenti per l’imposta ipotecaria e l’imposta catastale relative ad atti che importano costituzione o trasferimenti di diritti reali immobiliari gli uffici provinciali del Territorio sono competenti per l’imposta ipotecaria dovuta su atti (come divisione, accettazione di eredità, iscrizione di ipoteca) che non comportano trasferimenti di diritti reali immobiliari. Richiamando i principi espressi dalla circolare n. 1/2005, la Corte di cassazione ha, pertanto, affermato che, al fine di individuare il momento in cui sorge l’obbligo del pagamento dell’imposta, bisogna distinguere quale sia l’ufficio competente alla riscossione. Relativamente ai tributi di competenza degli uffici territoriali dell’Agenzia delle entrate, l’obbligo del pagamento è legato alla formazione dell’atto. Con riferimento ai tributi di competenza degli uffici provinciali del Territorio, il pagamento è, invece, legato all’esecuzione della formalità, con conseguente irrilevanza della data di formazione dell’atto. Dopo aver evidenziato che la decorrenza degli aumenti delle tasse e delle imposte varia in base al tipo di formalità da richiedere (registrazione dell’atto oppure trascrizione, iscrizione, rinnovazione, annotazione), i giudici hanno affermato che “il principio secondo cui l'imposta di registro è soggetta alla normativa dell'epoca della formazione e registrazione dell'atto, posto a fondamento della statuizione investita dal ricorso, non si estende, dunque, anche alle trascrizioni, in quanto ciò che rileva è il fatto che si tratta di tributi in stretta relazione con l'esecuzione delle formalità di trascrizione e non con la stipulazione dell'atto”. Alla luce di questo principio, è stato ritenuto legittimo il recupero effettuato dall’ufficio in merito all’imposta ipotecaria di competenza degli uffici provinciali del Territorio, ritenendo che, con riferimento a tale tributo, le modifiche normative hanno effetto a prescindere dalla data di stipula dell’atto, essendo rilevante solo il momento di esecuzione della formalità. Nella motivazione delle due sentenze, la Corte ha richiamato il decreto ministeriale 13 dicembre 2000, contenente disposizioni relative all’utilizzo delle procedure telematiche per gli adempimenti riguardanti atti immobiliari. In particolare, i giudici hanno citato l’articolo 9 di tale decreto, secondo il quale: la registrazione di un atto si considera effettuata nel giorno in cui i dati sono ricevuti le note di trascrizione e iscrizione, le domande di annotazione e di voltura catastale si considerano presentate nel momento della consegna del titolo allo sportello di accettazione. Anche sulla base di tale disposizione, ha ritenuto che “... a prescindere dalla stipula dell'atto e dell'invio in adempimento unico, l'innalzamento della misura dei tributi dovuti in ragione delle formalità di trascrizione, iscrizione, rinnovazione, decorrerà ex art. 7, comma 1, lett. a), n.3, dall'esecuzione delle stesse”. Questo principio, però, secondo la Corte di legittimità, deve riguardare solo le imposte correlate al servizio di trascrizione e non è applicabile anche all’imposta di bollo. Pertanto, la misura di quest’ultima, dovuta per gli atti notarili registrati con modalità telematiche, deve essere determinata tenendo conto delle norme vigenti al momento della formazione dell’atto, prescindendo da eventuali modifiche normative intervenute dopo la stipula e prima della registrazione.

Aumento dei tributi: il momento è strettamente connesso allo scopo

La decorrenza dell’innalzamento, per le imposte dovute su atti che non comportano trasferimenti di diritti reali immobiliari, è il giorno di richiesta dell’esecuzione della formalità

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