Agevolazioni prima casa: via libera anche con vendita nei cinque anni dall’acquisto in forza di un accordo di separazione

In tema di agevolazioni prima casa, il trasferimento dell’immobile prima dei cinque anni dall’acquisto, se effettuato in favore di un terzo, in sede di accordi tra i coniugi conseguenti alla separazione, non comporta la decadenza dai benefici fiscali. Infatti la ratio della norma di esenzione dalle imposte degli atti stipulati in conseguenza della separazione è di favorire la complessiva sistemazione dei rapporti patrimoniali tra i coniugi in occasione della crisi, escludendo ripercussioni fiscali sfavorevoli degli accordi intervenuti in tale sede. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 7966 del 21 marzo 2019. IL FATTO L’Ufficio notificava ad una contribuente avvisi di liquidazione per imposta di registro, ipotecaria e catastale, con i quali revocava le agevolazioni sull’acquisto della “prima casa” a seguito dell’alienazione di un immobile ad un terzo. La cessione era avvenuta prima della scadenza del quinquennio dalla data di acquisto dell’abitazione, in esecuzione degli accordi stipulati in sede di separazione con il coniuge. La contribuente impugnava gli atti impositivi. Il ricorso veniva accolto in primo grado. L’Ufficio proponeva appello avverso la decisione di primo grado, che veniva accolto. In particolare, la CTR considerava corretto l’operato dell’Ufficio in quanto la revoca del beneficio fiscale non contrastava con l’intassabilità prevista dalle disposizioni sulla separazione: ciò, sia perché la cessione non avviene attraverso l’omologazione della separazione, sia perché non ricorre la tassazione determinata dalla crisi coniugale, bensì la revoca di un precedente beneficio. La ricorrente, proponeva ricorso per Cassazione, ritenendo che il regime di esenzione previsto dall’art. 19 della legge n. 74/1987, che disciplina l’esenzione dall'imposta di bollo, di registro e da ogni altra tassa nei casi di scioglimento del matrimonio, fosse stato esteso per effetto della pronuncia n. 154/1999 della Corte Costituzionale, anche a tutti gli atti, documenti e provvedimenti relativi al procedimento di separazione personale tra i coniugi e, quindi, anche al trasferimento di immobili in comunione, nei confronti dei terzi. LA DECISIONE DELLA CORTE DI CASSAZIONE La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della contribuente. Per la Suprema Corte, l’agevolazione di cui all’art. 19, legge n. 74/1987, dispone in via assolutamente generale l’esenzione dall’imposta di bollo, di registro e da ogni altra tassa, degli atti stipulati in conseguenza del procedimento di cessazione degli effetti civili del matrimonio e anche del procedimento di separazione coniugale tra coniugi, senza alcuna distinzione tra atti eseguiti all’interno della famiglia e atti eseguiti nei confronti di terzi. La ratio della menzionata disposizione, ad avviso dei giudici, è l’agevolazione della sistemazione dei rapporti patrimoniali tra i coniugi a seguito della separazione o del divorzio. Di conseguenza, il recupero dell’imposta per effetto della inapplicabilità dell’agevolazione fiscale sulla prima casa, comporta nella sostanza una nuova imposta sul trasferimento immobiliare eseguito in base all’accordo tra i coniugi. Così verrebbe palesemente contraddetta la ratio della disposizione. Secondo i giudici di legittimità, l’atto stipulato dai coniugi in occasione di separazione personale comporta anche la vendita a terzi di un immobile in comproprietà e la successiva divisione del ricavato e quindi rientra sicuramente nella negoziazione globale dei rapporti tra i coniugi.

Agevolazioni prima casa: via libera anche con vendita nei cinque anni dall’acquisto in forza di un accordo di separazione

Non si perde agevolazione prima casa se nella sistemazione dei rapporti patrimoniali tra i coniugi separandi si stabilisce la vendita del bene a terzi prima dello scadere del quinquennio dall'acquisto

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